In casa Martelli, di penne lisce non vogliono neanche sentire parlare. E non certo per lo stesso motivo che ha spinto orde (รจ il caso di definirle cosรฌ) di italiani all’assalto dei supermercati a risparmiare dalla furia proprio โ e unicamente โ il formato di pasta incriminato. Agli italiani le penne lisce non piacciono. Qua e lร , perlustrando online, saltano fuori persino ironici comitati per lโabolizione del famigerato formato, e schiere di detrattori convinti da tempi non sospetti. Ma la rincorsa a fare scorta di cibo scatenata dai primi giorni d’allarme per il Coronavirus ha evidenziato questa idiosincrasia in modo lampante. Tanto da scatenare l’immancabile ironia sul web, stimolare il fiorire di analisi piรน o meno facete sul tema, trasformare le penne lisce in trend topic sui social network, nel giro di poche ore. ร questo il risvolto piรน goliardico della medaglia di una narrazione ormai strabordante dei giorni dell’epidemia, responsabile di favorire l’allarmismo, facendo il gioco di una psicosi che potrebbe determinare una crisi gravissima per il Paese, per le sue filiere produttive e per svariati settori che lavorano con il pubblico e il turismo straniero (ristorazione e ospitalitร , tra i piรน colpiti). Noi, perรฒ, prendiamo spunto da una vicenda che speriamo possa essere archiviata quanto prima, per interpellare proprio chi tutela le produzioni artigianali. Facendo il punto sullโaffaire penne lisce. Di piccoli pastifici e aziende di tradizione familiare che praticano la lavorazione della pasta secca onorando il prodotto, lโItalia รจ piena. E pur non lavorando col circuito della grande distribuzione, far apprezzare le penne lisce non รจ mai stato semplice, almeno da Roma in su.
Ma il pastificio Famiglia Martelli, in attivitร dal 1926 nella Toscana dellโantico borgo di Lari (allโinterno di un castello!), ha operato da tempo una scelta di campo: tra i cinque formati in catalogo, non cโรจ spazio per le penne rigate. Mentre sono diventate un vanto dellโazienda le Penne Classiche, marchio registrato dalla famiglia per suggerire le lunga storia di un formato, quello liscio, che oggi si trova a essere bistrattato, e invece sta allโorigine della produzione di pasta secca trafilata a bronzo: โSiamo lโunico pastificio italiano a non produrre penne rigateโ racconta orgoglioso Dino Martelli โMa abbiamo fatto di piรน: per noi le penne lisce sono depositarie di una bella storia per il nostro mestiere, quindi sono indubitabilmente le Classicheโ. Prima di elencarne le qualitร (pronti a smentire lo stereotipo piรน abusato: โLe penne lisce sono viscide e scivolose, e non raccolgono il sugo!โ), allora, soffermiamoci brevemente sulla storia.
Le penne sono tra i pochi formati a poter vantare unโorigine certa, inventate nel 1865 da un pastificio di Genova, grazie allโinnovazione tecnologica introdotta da Giovanni Battista Capurro, che brevettรฒ un macchinario per eseguire un taglio inclinato, regalando al nuovo formato corto una parvenza simile a quella di un pennino stilografico (da qui, il nome; mentre nellโarea campana discendendo direttamente dagli ziti – lisci! – spezzati a mano, le penne sono dette anche maltagliati). โCome tutti gli altri formatiโ spiega Martelli โle penne sono nate lisce, come tradizione partenopea comanda ancora oggi. E la storia del condimento che scivola non regge, non se la lavorazione รจ di qualitร : i formati lisci artigianali mantengono la porositร naturale dellโimpasto, che assorbe naturalmente il sugo, e anzi combina un matrimonio piรน armonico rispetto al formato rigato. Eppure, in giro, pubblicizzare le penne significa sempre scegliere quelle rigate, perchรฉ nella lavorazione industriale il formato perde le sue caratteristicheโ.
Ma come si procede, allora, per rispettare la storia delle penne? โNoi lavoriamo su un impasto piรน lento, meno compresso, poi trafilato a bronzo ed essiccato a bassa temperatura. Se lavorata a freddo ed essiccata lentamente, la pasta liscia non ha bisogno della rigatura. Anzi, lo spessore piรน uniforme la rende piรน raffinata. Per me le penna rigata รจ un poโ zotica, come si dice dalle nostre parti: la masticazione รจ meno gentile e delicataโ. Dino, perรฒ, รจ consapevole di aver operato una scelta controcorrente rispetto al gusto che va per la maggiore: โLavoriamo in un mercato di nicchia, ma abbiamo comunque faticato a imporre le penne classiche. Oggi le vendiamo bene, anche al Nord, perchรฉ la forza del prodotto vince. Tempo fa, una signora che vende abitualmente la nostra pasta nel suo negozio mi ha chiamato per ammettere di non aver mai assaggiato le nostre penne lisce: โNon mi sono mai piaciuteโ, mi ha detto. Poi, per caso, si รจ trovata a mangiarle: โOra non riesco piรน a tornare alle penne rigate!โ, ha conclusoโ.
Quando nel 2017, in occasione del cinquantenario della cosiddetta โlegge di purezza sulla pastaโ, Aidepi ha fotografato le preferenze degli italiani in fatto di pasta secca, il Paese si รจ spaccato: al Sud la pasta รจ liscia, da Roma in su si preferisce quella rigata. โStoricamente a Napoli, la pasta rigata veniva prodotta solo per i mercati del Nordโ spiega Giuseppe Di Martino di Pastificio Di Martino โEra venduta dai gragnanesi sul mercato di Roma, e chiamata per questo โuso Romaโ. Poi la pasta rigata รจ diventata popolare per mascherare difetti di produzione e con lโavvento delle lavorazioni industrialiโ. Ma cโรจ un perรฒ, che i puristi del formato liscio portano sempre a supporto della loro preferenza: la rigatura determina una superficie non uniforme, con picchi e avvallamenti, ed espone allโacqua piรน superficie. In cottura, resterร piรน al dente nella sua parte spessa, rilasciando piรน amido in quella piรน sottile.
Dunque non restituirร un risultato uniforme (โรจ una pasta imperfetta, dโinvenzione relativamente modernaโ), โanche seโ spiega ancora Martelli โoggi non si parla piรน di pasta che scuoce neppure per i pacchi venduti al discount. Il motivo? Lโessiccazione ad alte temperature, tra gli 80 e i 120 gradi, che io paragono allโallevamento dei polli in batteria perchรฉ provoca la perdita del profilo organolettico della pasta e della sua porositร . Noi essicchiamo a temperature inferiori ai 36ยฐ C, con ventilazione omogenea e umiditร sotto controllo. Le nostre penne lisce sono buone anche semplicemente con un filo dโolioโ.
Ma la differenza la fanno anche le materie prime: nel caso del pastificio Martelli, sono i migliori grani duri italiani, macinati dal Molino Borgioli di Calenzano. Ma altri producono, orgogliosamente, le penne lisce: il pastificio trentino Felicetti, per esempio, le propone per esaltare la tessitura fine della semola Matt; al pastificio Mancini, la tradizione delle penne lisce incontra il grano turanico, per un prodotto molto diverso, per aspetto e sapore, da quelli tristemente abbandonati sugli scaffali dei supermercati. La penna liscia turanica di Pasta Mancini ha il colore della terra, uno spiccato odore di grano in cottura, ed รจ perfetta per una mantecatura veloce in padella, che assorbe facilmente il sugo. Ma nel meraviglioso mondo della pasta artigianale italiana, chi vuole ricredersi sulle penne lisce puรฒ bussare anche alla porta di piccolissime realtร che hanno fatto della filiera chiusa un valore da proteggere: come il pastificio di Antonio Caccese, nato nellโazienda agricola di Ariano Irpino specializzata nella coltivazione di grano duro con vecchie pratiche agronomiche. Qui si lavora su trafilatura lenta al bronzo, lunga essiccazione a bassa temperatura in celle ventilate, mai oltre i 46 gradi; e i formati sono quelli della tradizione campana, quindi non possono mancare le penne (e i pennoni) lisce.
Infine, un valido consiglio per lโuso, anche quando non si dispone del prodotto migliore: fermo restando che ogni formato ha il suo condimento ideale, un buon trucco per cucinare le penne lisce puรฒ essere il ricorso alla risottatura della pasta. Vi abbiamo convinto?
a cura di Livia Montagnoli
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