Le parti โcaldeโ del centro di Roma sono un susseguirsi di file per monumenti o paninerie social, gruppi organizzati, auto blu. ร tanto piรน piacevole per questo svoltare lโangolo โ in questo caso alle spalle del Pantheon โ e infilare un vicolo per approdare in un angolo delizioso e appartato come piazza Rondanini, che a poterla immaginare senza auto parcheggiate a caso sarebbe un vero paradiso.
Finita la consulenza-avviamento del maestro Enzo Coccia (decano della scuola partenopea a La Notizia di Napoli), Vico, insegna aperta nel 2023 nel cuore storico della cittร , il rione SantโEustachio, avrebbe potuto perdere la retta via. E, invece, nello splendido ristorante di Antonio Palumbo la bussola รจ ben salda sulla strada della qualitร alta. Siamo forse nella pizzeria piรน bella dโItalia, un unicum fatto di due sale, impreziosite da dettagli che fanno la differenza. La prima, allโingresso, enorme lampadario liberty che fronteggia il banco in marmo pregiato dei pizzaioli, con il bellissimo forno a legna a cupola ricoperto di ceramica variopinta, affiancato dal banco cocktail, con la bottigliera a fare da scenografica quinta.
La seconda, sormontata da una stupefacente volta affrescata, su cui รจ ben visibile lo stemma della corona dโInghilterra: erano queste le scuderie del palazzo costruito agli inizi del โ500 da un cardinale inglese, Thomas Wolsey, molto vicino a Enrico VIII (e ritenuto responsabile della mancata concessione del divorzio del Re da Anna Bolena), passato poi, tra gli altri, nelle mani della famiglia Aldobrandini e in seguito del cardinale Rondanini, che ha dato il nome alla piazza. A far da filo conduttore a entrambi gli ambienti il colpo di genio, una bellissima e colorata boiserie di inizi โ900, realizzata per la famiglia Florio dalla Ducrot di Palermo su idea di Ernesto Basile, grande interprete del modernismo italiano. I decori della boiserie, intervallati da pannelli fonoassorbenti ricoperti di un brillante tessuto verde, danno il tocco speciale, prezioso ed eclettico, allโambiente storico.
ยซQuando le persone entrano, faticano a credere che si tratti di una pizzeriaยป, racconta orgoglioso il patron Antonio Palumbo, che ha a lungo cercato lโambientazione giusta per aprire unโinsegna che non avesse eguali e che potesse valorizzare lโesperienza legata alla fruizione della pizza. Cosรฌ Vico Pizza&Wine ha fatto da apripista, insieme a pochi altri progetti in Italia, per un modello di locale che uscisse totalmente dai canoni estetici e di servizio cui si รจ abituati in pizzeria. Palumbo, cresciuto a Roma ma di origini capresi, appartiene a una famiglia, i De Angelis, che da quattro generazioni si occupa di grande hotellerie, con insegne come il J.K. Place e La Residenza sullโisola di Capri, che, dallo scorso anno, puรฒ vantare il suo Vico Pizza & Wine con la stessa impostazione della sede romana (con apertura stagionale, in un lussureggiante giardino allโaperto). Vico a piazza Rondanini, invece, รจ un unicum anche perchรฉ รจ aperto sia a cena che a pranzo (tranne lunedรฌ e martedรฌ), cosa rarissima nel panorama romano della pizza.
Sul versante impasti e forno รจ Ciro Di Vincenzo, 31 anni, ad aver preso le redini del lavoro iniziato affiancando Enzo Coccia: napoletano, meticoloso, appassionato, Di Vincenzo lavora su lievitati di grande finezza, declinati in differenti cotture, dal fritto al forno a legna, dalla focaccia in doppia cottura vapore e forno alla pizza fritta e asciugata in forno elettrico. Da qualche settimana sono state introdotte in tavola le nuove proposte di menu degustazione, da 5, 6 e 7 portate, rispettivamente a 35, 40 e 45 euro, che danno la possibilitร di assaggiare spicchi e fritti in piรน declinazioni, regalando allโesperienza un twist nella progressione dei sapori.
Di Vincenzo ha voluto ricordare le origini della sua famiglia nel Borgo Marinaro di Santa Lucia con il Lucianos, calzoncino fritto (chiamato โpiscitielloโ in menu) ripieno di tenerissimo polpo alla Luciana. Ci sono poi lโomaggio a Roma con la Baccalร Nascosto, focaccia con puntarelle e baccalร mantecato, e la golosissima Margherita Vico, fragrante pizza in doppia cottura con salsa di datterini, stracciatella di bufala e coulis di basilico. Tra le tonde classiche napoletane, cottura super precisa per una base soffice, dalla bella masticabilitร , ottime le tradizionali come la Provola e Pepe, ma anche quelle piรน elaborate, come la Quattro Formaggi e un Tartufo, saporita ma di bellโequilibrio. Il percorso si chiude con uno dei dolci (ideati dal pasticcere partenopeo Ciro Chiummo), affinati via via nei mesi in forme e gusti piรน nitidi, con gustose rivisitazioni di classici, come la delizia al limone o la caprese.
Fin dagli esordi lโinsegna di piazza Rondanini ha puntato, privilegiandolo, sullโabbinamento enologico con le pizze, strutturando una ricca carta che, oltre a 10-15 bottiglie in mescita, conta piรน di un centinaio di etichette tra bollicine italiane e francesi, una bella rosa di bianchi (nei quali la Campania trova ampio spazio) e rossi, tra nomi blasonati, produzioni biologiche e vini di piccoli artigiani. La scelta รจ ampia, ma si viene anche ben consigliati da Vincenzo Boffo, che contribuisce, con professionalitร e aria scanzonata, allโatmosfera accogliente e per nulla ingessata della sala.
I pairing, da qualche tempo, si sono arricchiti anche di unโimportante proposta di miscelazione, in collaborazione con Salotto 42, insegna dalla storia ventennale nella vicina piazza di Pietra: da qui una drinklist che, pur non disdegnando i classici, si focalizza su twist e creazioni originali che vanno di pari passo con la parte gastronomica e fanno virtรน di tante preparazioni homemade. Il Vico’s Garden, ad esempio, unisce gin, limone, sciroppo al cardamomo, liquore di sambuco, basilico, cetriolo e soda, per sposarsi alla grande con la Margherita. Il giovedรฌ appuntamento serale per aperitivo con dj set e fritti, mentre la domenica, da Salotto 42, รจ possibile fare lโaperitivo con le montanarine di Vico.
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