L'ex valigeria di una Palermo primi 900, dall'eleganza Liberty, dal 2015 ospita la piacevolissima osteria di Franco Virga e Stefania Milano, gli imprenditori che negli ultimi dieci anni hanno letteralmente cambiato la faccia della ristorazione del capoluogo inanellando una serie di progetti (uno su tutti l'attuale regno di Mauricio Zillo, Gagini Restaurant, vedi) significativi anche per il rilancio turistico e culturale della città. Qui si parla di tradizione e di grandi classici palermitani buoni e "veri" come in nessun altro posto a Palermo, egregiamente elaborati nella cucina a vista strada da Fabio Cardilio. Con mano precisa e fine, lo chef di origini romane tratta materie prime eccezionali reperite da piccoli produttori locali, alcuni biologici, che qui trovano peraltro un'importante vetrina promozionale. Se non ci sono sconti alla veracità dei sapori, la presentazione è invero molto curata. Il gusto comunque rimane autentico, nel pieno rispetto dei canoni, e l'elaborazione devota. Si sceglie tra sfincione palermitano, lumache madonite, caciocavallo ragusano all'argentiera, per procedere con un timballo d'anelletti unico per il punto di cottura della pasta, incredibilmente al dente, cosa scontata per gli atrettanto squisiti bucatini sarde e finocchietto. Ancora, tra i primi, ottimi pure i ravioli di ricotta al quinto quarto, da amatori. Come secondi da non perdere il falsomagro e la salsiccia al ceppo, e per il fronte mare le sarde a beccafico. Notevoli soddisfazioni persino nella sezione "veg & zuppe", con una "semplice" quanto perfetta caponata o una frittatina con verdure bio. Chiusura felice con cassata e cannolo: sembra impossibile ma un posto per loro si trova sempre. Carta dei vini di giusto respiro per il luogo con numerose etichette "naturali". Servizio giovane, spigliato, informale ma attentissimo, coordinato dal bravo Umberto De Simone.
Le migliori trattorie sono contraddistinte da 1,2,3 gamberi, a seconda del grado di "eccellenza".