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Alcol e salute

Via il limite dei due bicchieri di vino. Dietrofront degli Stati Uniti sulle linee guida dei consumi

Entro giugno il Governo Usa presenterà le Dietary guidelines, ma secondo le prime anticipazioni si parlerà genericamente di consumi moderati. Linea morbida, quindi, nonostante la demonizzazione degli ultimi tempi nei confronti dell'alcol

  • 19 Giugno, 2025

Linea più morbida degli Stati Uniti nei confronti dei cittadini americani nelle nuove Linee guida nutrizionali 2025/30 (Dietary guidelines for americans) che si apprestano a essere rese pubbliche entro giugno.

Visto il generale clima di demonizzazione, ci si sarebbe aspettati esattamente un inasprimento delle regole. Un anno e mezzo fa, nel gennaio 2024, si era addirittura ipotizzato un avvicinamento dei limiti Usa a quelli del Canada (due bicchieri non al giorno ma a settimana), dopo la presa di posizione del Niaaa (National institute of alcohol abuse and alcoholism, ente che tuttavia non determina direttamente le decisioni sulle Linee guida). Invece, il Ministero della Salute, guidato da Robert F. Kennedy, e il Ministero dell’Agricoltura, con la ministra Brooke Rollins, potrebbero venire incontro a un’industria vitivinicola in difficoltà e fortemente preoccupata sia sul fronte del mercato, per le conseguenze economiche dei dazi imposti dalla Casa Bianca e da Donald Trump sulle vendite di alcolici, sia sul fronte dell’immagine generale, messa a repentaglio dai numerosi attacchi di natura salutistica, a partire da quelli più recenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), da tempo favorevole all’inserimento di alert (health warning) nelle etichette delle bevande, vino compreso.

Il bere moderato

Tutto il quadro, va precisato, è ancora in divenire. Il contenuto delle Dietary guidelines for americans per il prossimo quinquennio non è stato ancora ultimato nella versione finale, ma l’agenzia di stampa Reuters, che cita fonti riservate ma molto vicine all’argomento, ha anticipato mercoledì 18 giugno che le nuove Linee guida potrebbero non più suggerire (come accade dagli anni Novanta) di bere al massimo due bicchieri di vino giornalieri per gli uomini e un bicchiere per le donne, bensì limitarsi un generico invito a bere con moderazione e a contenere l’assunzione quotidiana di alcol, con l’inserimento dei quantitativi riferiti al bere moderato in un’appendice al documento principale.

Un punto a favore dell’industria

Di fatto, se fosse così, si tratterebbe di una vittoria dell’industria delle bevande alcoliche, che durante il processo di revisione delle direttive sanitarie ha fatto – senza nasconderle – importanti attività lobbistiche sulle istituzioni (a partire dalle potenti multinazionali come Diageo fino ad Ab-Inbev), affinché il delicato tema del rapporto tra alcol e salute venisse affrontato dal legislatore tenendo conto delle nuove risultanze scientifiche, che non mettono in diretta correlazione il rischio di sviluppare patologie con un’assunzione moderata di alcol.

Due studi scientifici dai risultati contrastanti

Il clima che si respirava, al netto degli attuali problemi economici del settore vitivinicolo americano (che da mesi non riesce più a vendere vino in Canada), non era dei migliori. Basti ricordare, durante la fine della presidenza Biden, la presa di posizione del responsabile della salute pubblica (Surgeon general), Vivek Murthy, sul rapporto causa-effetto tra consumo di alcolici e l’aumento del rischio di ammalarsi di cancro (Alcohol and cancer risk 2025), con tanto di richiesta di introduzione di etichette salutistiche. Un lavoro al quale si è contrapposto quello del National academies of sciences, engineering, and medicine (Nasem) che ha pubblicato uno studio su alcol e salute (Review of evidence on alcohol and health, commissionato dal ministero dell’Agricoltura degli Usa) in cui si afferma, sostanzialmente, che la mortalità generale nella popolazione, considerate tutte le cause di morte (cancro incluso), è inferiore per chi consuma moderatamente alcol rispetto a chi non lo consuma affatto. Insomma, l’assenza di conclusioni certe su effetti e rischi potrebbe determinare una sorta di compromesso finale.

foto Freepik

Il compromesso

Con buona probabilità, di fronte a risultanze opposte, i due ministeri americani hanno scelto la via di mezzo. Al centro ci sarebbe il concetto di bere moderato, su cui soprattutto i Paesi mediterranei dell’Ue, attraverso l’associazione Wine in moderation, con l’Italia tra i maggiori sostenitori attivi, stanno insistendo da diversi anni. Sulla moderazione la scienza attende (entro il 2029) i risultati dell’imponente studio scientifico (denominato Unati) curato dall’Università di Navarra, con ben 10mila volontari disposti a bere vino per quattro anni. Studio molto importante e di cui si è parlato a Roma il 27 e 28 marzo scorso, durante il Lifestyle, Diet, Wine & Health Congress 2025, organizzato proprio dalla associazione presieduta dall’italiano Sandro Sartor.

 

Cosa sono le linee guida

Le Dietary guidelines for americans (chiamate anche Dietary guidelines) sono un documento redatto da Ministero della Salute e servizi umani (Hhs) e Ministero dell’Agricoltura (Usda) degli Stati Uniti che viene aggiornato ogni cinque anni e che riflette il cosiddetto corpus delle scienze della nutrizione. Nel lungo documento, vengono forniti consigli su cosa mangiare e su cosa bere per soddisfare il fabbisogno nutrizionale, ma anche consigli per uno stile di vita sano e per prevenire le malattie. Il documento costituisce un riferimento per i responsabili e gli amministratori politici, per gli operatori sanitari, gli educatori nutrizionali e per chi opera nei programmi alimentari federali.

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