Politica agricola

L'Europarlamento boccia l'idea del fondo unico Pac e dice no ai tagli all'agricoltura

Gli eurodeputati votano una risoluzione chiedendo più risorse, autonomia, semplificazione e digitalizzazione. Mentre il tour italiano di Raffaele Fitto diventa occasione per i sindacati per fare pressing sulla Commissione Ue

  • 17 Settembre, 2025

Il fronte del no al fondo unico per la Pac 2028-34 si sta rafforzando gradualmente su un tema che continua ad animare il dibattito sul futuro del settore primario. La proposta di accorpamento finanziario della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen non era piaciuta a molti nei giorni successivi alla presentazione ufficiale del Quadro finanziario pluriennale dell’Ue, nel  luglio scorso. Ora è arrivata anche una nuova presa di posizione dell’altro organo legislativo dell’Ue, che già prima (a maggio) si era espresso negativamente, così come aveva fatto il Consiglio dell’Ue, spinto dall’Italia.

La posizione del Parlamento

Il Parlamento europeo ha, infatti, dichiarato la propria contrarietà all’idea di unificare i finanziamenti all’agricoltura (attualmente basati sui pilastri del Feaga e del Feasr) con quelli dedicati alla coesione e al sociale. Lo ha fatto, ulteriormente, mercoledì 10 settembre votando una risoluzione non vincolante (393 favorevoli, 145 contrari e 123 astenuti) con la quale l’Europarlamento si è opposto al fondo unico per la Pac proposto dalla Commissione e, allo stesso tempo, ha chiesto per l’agricoltura un bilancio più consistente e autonomo. Secondo gli eurodeputati, i finanziamenti Pac non vanno integrati con quelli di altri settori oppure inclusi in un quadro finanziario più ampio.

Per l’attuale periodo 2021-2027, al settore agricolo sono destinati 386,6 miliardi di euro, di cui 291,1 miliardi di euro per il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga), che fornisce il sostegno finanziario agli agricoltori, e 95,5 miliardi per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), che include finanziamenti per le zone rurali, l’azione per il clima e la gestione delle risorse naturali.

Le richieste degli europarlamentari

Semplificazione burocratica e amministrativa, la digitalizzazione per le imprese che favorisca il monitoraggio dell’uso dei fondi Pac, investimenti per il risparmio idrico e l’ottimizzazione delle risorse, incentivi per il recupero delle biomasse, aiuti fiscali per favorire il ricambio generazionale, dal momento che appena il 6% degli agricoltori europei ha meno di 35 anni. Sono alcune delle richieste messe nero su bianco nella recente risoluzione dagli europarlamentari per un settore che conta circa 9 milioni di aziende agricole, col complesso agroalimentare capace di generare un indotto di circa 8,7 milioni di posti di lavoro. Il Parlamento, in particolare, insiste sul fatto che sia «garantito un sostegno diretto al reddito per tutti gli agricoltori attivi e professionisti e che sia ridotto l’onere amministrativo».

Le paure delle associazioni agricole

I timori dei sindacati agricoli, sia europei (come il Copa-Cogeca) sia italiani (dalla Coldiretti a Confagricoltura), erano già emersi nei mesi scorsi, legati soprattutto ai possibili tagli ai finanziamenti per il settore, nonostante le rassicurazioni dell’esecutivo di Bruxelles. Il tour italiano del vice presidente esecutivo della Commissario Ue, Raffaele Fitto, in questa settimana, è un’occasione ulteriore per le associazioni agricole per ribadire la specialità dell’agricoltura, a difesa dell’attuale impianto dei finanziamenti. Fitto prenderà parte ai lavori della Giunta esecutiva della Copagri, convocata dal presidente Tommaso Battista per giovedì 18 settembre. «Negli operatori del settore agricolo – fa sapere Battista – c’è una forte agitazione e uno stato di profonda preoccupazione per i recenti avvenimenti che hanno interessato il comparto agricolo nazionale: dalla partita del bilancio comunitario e la conseguente riduzione del budget, passando per gli sviluppi politici legati al futuro della Pac, senza dimenticare la questione dazi imposti dall’amministrazione statunitense».

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