La nuova guida

Tre Bicchieri 2026, i migliori vini del Veneto premiati dal Gambero Rosso

Tra bollicine, bianchi e rossi, ecco i vini che - nelle varie denominazioni - che hanno ottenuto il massimo riconoscimento nella guida Vini d'Italia 2026 del Gambero Rosso

  • 21 Settembre, 2025

La maturità di un territorio si vede anche da come sa affrontare le vendemmie più complicate, quando il sole e la pioggia sembrano rispondere ad uno spartito nuovo e poco conosciuto lasciando il viticoltore in balìa degli eventi. Conoscenza del territorio, delle sue uve e grande competenza in vigna quanto in cantina hanno permesso ai produttori del Veneto di interpretare al meglio anche le ultime annate con risultati che hanno saputo conquistare le nostre commissioni durante le degustazioni per la guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso.

La produzione spumantistica (e non solo) del Veneto

Il comprensorio del Prosecco Superiore, focalizzato sulla vendemmia 2024, presenta spumanti più tesi e agili del solito, dove la finezza e la tensione acida hanno avuto la meglio sulla pienezza e ciò ha permesso alla sapidità di diventare protagonista. Il vicino Montello, invece, sembra trarre giovamento dal clima sempre più caldo e Rosso dell’Abbazia e Capo di Stato ’21 sono tagli bordolesi che alla ricchezza del frutto contrappongono un sorso energico e slanciato. Nell’area euganea, invece, il carattere mediterraneo si riverbera nel Baòn 21 di Giordano Emo Capodilista e nel Gemola ’20 di Vignalta, due vini di maturità e pienezza.

Spostandoci verso occidente, ecco la raffinata tensione acida che fa del durello uno dei vitigni più interessanti per la produzione di spumanti Metodo Classico, mentre a Soave ai raffinati vini della zona classica fanno eco i più vibranti e nervosi di Roncà o quelli più solidi e consistenti di Colognola, dando vita ad un puzzle di interpretazioni dove la protagonista è certamente la garganega.

I vini del bacino gardesano

La terra delle corvine che va dalla Valpolicellaalle sponde dellago di Garda vede produttori sempre più attenti a valorizzare il profilo più elegante e sottile delle uve tradizionali rinunciando a un pizzico di potenza in cambio di vini agili e capaci di raccontare un territorio vario e ricco di sfumature. Il bacino gardesano vede Custoza profondi e stratificati che però non hanno rinunciato alla beva immediata e appagante o l’interpretazione più ardita del Traccia di Bianco ’23 di Matilde Poggi che interpreta il vitigno nella zona più fresca e ventilata al confine fra Valdadige e Garda.

Bardolino - panorama Lago Garda - foto Consorzio vini Bardolino

Chiudiamo il sorvolo della regione annotando due situazioni di grande prospettiva: aziende come Allegrini e Camerani hanno rimesso al centro del villaggio il Valpolicella, mentre i fratelli Fugatti e i Cescon rendono giustizia al pinot grigio facendone vini molto diversi fra loro ma ricchi di carattere. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Tre Bicchieri 2026 del Veneto

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