Un Consorzio della Doc Menfi è possibile. Città italiana del vino nel 2023, il centro della provincia di Agrigento prova a fare un passo ulteriore per posizionarsi ai vertici della viticoltura siciliana, forte di una tradizione agricola secolare che vede nel suo territorio grandi e blasonate realtà produttive. L’occasione è stata data dal convegno dal titolo Verso il Consorzio di Tutela della Doc Menfi: identità, qualità e promozione, che si è tenuto il 4 ottobre, nel corso della ventisettesima edizione della rassegna Inycon, che mette al centro vino e cultura territoriali.
Attorno a un tavolo, istituzioni, imprese e produttori vitivinicoli (presenti anche i vertici di altri enti siciliani come i Consorzi della Doc Sicilia e della Doc Etna) hanno condiviso l’idea di costituire un Consorzio di tutela della Doc Menfi e di avviare l’iter per il riconoscimento da parte del Masaf. La denominazione, va ricordato, compie in questo 2025 i 30 anni di storia. E un ente consortile potrebbe dare quel valore aggiunto a un territorio che deve rafforzare innanzitutto il proprio posizionamento nel panorama enologico regionale e in quello nazionale. Il potenziale della denominazione è di circa 3.500 ettari, di cui circa 200 rivendicati annualmente a Doc. I vitigni coltivati nella zona sono molto diversi: si va dagli internazionali come merlot, syrah e chardonnay agli autoctoni come catarratto, grecanico dorato, nero d’avola e grillo fino a uvaggi come fiano, pinot grigio e vermentino.
Le imprese, a Menfi, non mancano di certo. La Cantina Settesoli, la più grande cooperativa siciliana, insiste proprio sul territorio menfitano. Il suo presidente Giuseppe Bursi ha sottolineato come un consorzio dedicato alla Doc Menfi sarebbe una scelta di «responsabilità verso la comunità e le generazioni future». Ma a guardare con fiducia a questa opportunità sono anche imprese private come l’azienda agricola Planeta: «Un Consorzio di tutela sarebbe una svolta ulteriore per il territorio e la sintesi del lavoro portato avanti in questi anni dalle aziende e dalla comunità locale», ha dichiarato Santi Planeta, che guida l’azienda di famiglia assieme ai fratelli Alessio e Francesca.
Le difficoltà e i nodi da risolvere non mancherebbero. Ne ha indicati alcuni Marilena Barbera (Cantine Barbera), vignaiola indipendente che produce e rivendica Doc Menfi da almeno vent’anni. La prima è quella di aggiornare il disciplinare di produzione, rendendolo più consono al terroir di riferimento; allo stesso tempo, sarà necessario operare una «nuova zonazione» in modo da valorizzare le contrade, anche alla luce della diminuzione degli ettari vitati negli ultimi decenni; necessario anche studiare una comunicazione condivisa e corale, che sia onnicomprensiva rispetto al lavoro fatto finora dai singoli brand vitivinicoli. Il Consorzio di tutela della Doc Menfi potrebbe essere una delle soluzioni ideali per favorire questo rilancio.
Niente da mostrare
Reset© Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
Made with love by
Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd