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Coronavirus. Tutto il mondo si ferma: da New York a Parigi, bar, ristoranti e scuole chiusi. Appelli dei grandi chef

Seguendo il modello italiano, sono molti i Paesi che in queste ore si blindano per evitare il contagio. Le prime attivitร  a fermarsi sono quelle che favoriscono la socialitร , bar e ristoranti in testa, che chiudono in Francia, Spagna, Olanda, New York. La lista รจ lunga, e tocca anche nomi eccellenti, dal Noma al Celler de Can Roca, a Momofuku.

  • 16 Marzo, 2020

Coronavirus. Ora tutto il mondo si ferma

Ce lo diceva qualche giorno fa un consapevole Giovanni Passerini, cuoco italiano di stanza a Parigi, interpellato sulla difficoltร  di sensibilizzare i francesi circa la velocitร  di contagio del Covid-19 e il rischio imminente per tutti, senza confini nazionali che tengano: โ€œMi sento come Don Chisciotteโ€, diceva della sua battaglia contro i mulini a vento parigini. โ€œSi รจ parlato di provvedimenti restrittivi?โ€, chiedevamo anche in riferimento alle attivitร  di ristorazione che oggi in Italia sono ferme fatta eccezione per il servizio di food delivery. โ€œNo, per ora nullaโ€, rispondeva. Era giovedรฌ 12 marzo, qualche ora piรน tardi il presidente Emmanuel Macron avrebbe parlato alla nazione. Il giorno successivo lโ€™Oms dichiarava la pandemia. Storia recentissima su una linea del tempo che corre veloce al ritmo di un contagio particolarmente aggressivo nel propagarsi. Ecco perchรฉ, a distanza di pochi giorni appena, tutto รจ cambiato. E non solo in Francia. In Europa รจ stata lโ€™Italia, duramente colpita, la prima ad adottare provvedimenti stringenti per evitare il collasso del sistema sanitario nazionale. Ereditando dalla Cina la scomoda nomea di untrice, e conquistando tutte le prime pagine nel mondo per lโ€™inevitabile decisione di chiudere tutto, limitare gli spostamenti, fermare le attivitร  non indispensabili. Ora, perรฒ, il modello (perfettibile) adottato dallโ€™Italia sembra rivelarsi lโ€™unico percorribile, fatta eccezione per qualche voce fuori dal coro come il Regno Unito di Boris Johnson (ma tra qualche giorno sarร  ancora cosรฌ?). Ognuno a suo modo, sono molti i Paesi che seguono lโ€™esempio.

Renรฉ Redzepi

Lโ€™alta ristorazione chiude. Cosa dicono gli chef

Una settimana fa, ancor prima del blocco nazionale imposto alle attivitร  di ristorazione, ci sembrava scioccante lโ€™annuncio di Massimo Bottura (che nel frattempo, ogni sera, dร  appuntamento ai suoi follower su Instagram, improvvisando ricette casalinghe), โ€œcostrettoโ€ a interrompere il lavoro di uno dei ristoranti piรน celebri del mondo. Ora la stessa sorte accomuna molti grandi chef dโ€™Europa e statunitensi: โ€œLโ€™emergenza ci porta a prendere la decisione piรน difficile di sempre, ma siamo costretti a chiudere almeno fino al 14 di aprileโ€ spiega Renรฉ Redzepi dal Noma, in Danimarca; stessa responsabilitร  avevano preso qualche giorno fa โ€“ prima che tutta la Spagna si fermasse – i fratelli Roca, a Girona (chiusi, anche loro, fino al 14 aprile). Mentre in Belgio, Kobe Desramaults si รจ schierato con forza a sostegno della linea intrapresa dal governo (chiusura di tutte le attivitร  non essenziali), ridimensionando le proteste di qualche ristoratore contrario. E negli Stati Uniti รจ sempre piรน nutrita la lista di nomi eccellenti che approvano lo shut down, in mancanza (ancora) di provvedimenti univoci che stabiliscano la chiusura delle attivitร  di ristorazione: chiudono a New York Daniel Boulud, le insegne del gruppo dellโ€™Union Square Hospitality Group di Danny Meyer, Le Bernardin di Eric Ripert, i ristoranti di David Chang. E tutti fanno i conti con la difficoltร  di continuare ad assicurare lo stipendio a squadre numerosissime. Chiude i suoi ristoranti anche Josรฉ Andres, cuoco spagnolo dโ€™adozione americana, non nuovo a iniziative di solidarietร  per sostenere le persone piรน colpite in momenti difficili: non a caso, le sue insegne a Whasington D.C. si trasformano temporaneamente in dark kitchen adibite a take away e delivery a prezzi contenuti per la comunitร .

David Chang in giacca da chef in cucina

Bar e ristoranti devono fermarsi. La situazione in Europa

Oltre ai nomi piรน altisonanti โ€“ che rendono la misura di come il virus non guardi in faccia a nessuno, paralizzando di fatto tutta lโ€™industria dellโ€™alta ristorazione mondiale (per limitarci a quel che ci riguarda da vicino) –ย  risentono dei provvedimenti restrittivi bar e ristoranti chiusi un poโ€™ ovunque โ€“ come musei e luoghi a rischio assembramento โ€“ nel tentativo di ridurre al minimo le occasioni di socialitร . Chiude negozi, bar e ristoranti lโ€™Austria, che limita anche le possibilitร  di spostamento per i cittadini. Lo stesso sta succedendo in queste ore in Repubblica Ceca: fino al 24 marzo stop a negozi, bar e attivitร  di ristorazione e somministrazione di cibo. Si blinda anche la Spagna, attualmente seconda in Europa per numero di contagi, dove restano aperte solo le attivitร  commerciali essenziali, come supermercati e negozi di generi alimentari. Idem la Francia di Macron, mentre ancora non prende provvedimenti drastici la Germania, che perรฒ si barrica in casa: a quanto pare dietro al blocco delle frontiere con i Paesi confinanti ci sarebbe la necessitร  di scongiurare lโ€™assalto ai supermercati da parte di stranieri in cerca di beni di prima necessitร  subito oltre il confine. A Berlino, intanto, il sindaco Michael Muller impone la chiusura di bar e pub fino al 19 aprile, mentre possono restare aperti i ristoranti che assicurano il rispetto della distanza di almeno 1,5 metri tra i tavoli. E lโ€™Irlanda chiude pub e locali, compresi i bar dโ€™hotel. Tutte chiuse, invece, le attivitร  non essenziali (coffee shop compresi, e sono lunghe le file per approvvigionarsi) in Olanda.

Panorama di New York

Lโ€™evoluzione negli Stati Uniti

Fuori dallโ€™Europa fa la stessa scelta Israele, mentre negli Stati Uniti la situazione evolve rapidamente, a macchia di leopardo: sabato scorso รจ toccato ad Alexandra Ocasio Cortez lanciare un appello ai newyorkesi per evitare gli assembramenti in ristoranti e locali: โ€œMangiate a casa, smettete di affollare bar e ristoranti da subitoโ€, scriveva su Twitter. Ora, mentre Donald Trump stabilisce la chiusura delle scuole in tutti gli States, il sindaco di New York, Bill De Blasio, si appresta a firmare lโ€™ordinanza che chiuderร  teatri, locali, bar e ristoranti a partire dal 17 marzo, fino a data da destinarsi. Saranno concessi il servizio take away e il food delivery, mentre i rider della cittร  giร  chiedono tutele fiscali e sanitarie per continuare a svolgere il proprio lavoro. A Los Angeles la chiusura di bar e ristoranti si protrarrร  almeno fino al 31 marzo (in California chiude per un mese anche il parco di divertimenti di Disneyland, che dona tutto il cibo in eccesso al banco alimentare per gli indigenti della comunitร  di Orange County), lo stesso sta succedendo in queste ore in Ohio, Massachusetts, Illinois e nello stato di Whasington. A New Orleans ristoranti e locali devono chiudere entro le 21, a Boston si opta per una riduzione obbligatoria del numero dei coperti del 50%, per rispettare le distanze di sicurezza.

 

a cura di Livia Montagnoli

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