La mappa del rischio da Covid in Italia si colora piรน diffusamente di arancione dopo l’ultimo controllo dei dati ricevuti dal ministro Speranza in merito alla situazione epidemiologica nei diversi territori. A partire da mercoledรฌ 11 novembre, dunque, entreranno in zona arancione cinque ulteriori regioni: Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Basilicata. Mentre รจ atteso nelle prossime ore il responso per la Campania, che potrebbe passare direttamente da zona gialla a zona rossa. Le misure restrittive applicate nelle nuove regioni arancioni sono descritte in modo piรน approfondito qui sotto.
Il nuovo Dpcm del governo Conte, quello che ancora cerca di scongiurare un lockdown nazionale, รจ stato firmato nella notte tra il 3 e il 4 novembre, mentre gli occhi del mondo erano puntati sullo spoglio dei voti per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti. In Italia, invece, era stata una lunga giornata di confronto tra governo centrale e regioni, tutte preoccupate a difendere le proprie libertร cercando un compromesso con dati epidemiologici che evidenziano, in diverse zone del Paese, situazioni di emergenza piรน avanzate. E alla fine, come annunciato, il decreto tiene conto di queste disparitร , dividendo lโItalia in tre fasce di rischio: rossa, arancione e verde, sul modello giร sperimentato nellโInghilterra di Boris Johnson, dove ora si รจ arrivati al lockdown totale. Su tutto il territorio nazionale, perรฒ, vigerร un coprifuoco esteso dalle 22 alle 5 del mattino, che per quel che riguarda la ristorazione individua anche il termine ultimo per usufruire del servizio di asporto serale (mentre si protrae senza limiti di orario, in tutta Italia, la possibilitร di effettuare consegne a domicilio). Mentre รจ la macchinosa suddivisione in diverse zone di rischio โ operata secondo 21 parametri indicati nel testo – a determinare le differenze piรน marcate per chi conduce ristoranti o attivitร di somministrazione.
In continuitร con le restrizioni giร imposte dal Dpcm del 25 ottobre, solo nelle regioni in fascia gialla le attivitร di ristorazione (ma anche bar, pasticcerie, gelaterie) potranno continuare a stare aperte tra le 5 e le 18, festivi compresi. Eventualitร esclusa sia in zona rossa, che in zona arancione. Nelle regioni a piรน alto rischio, infatti, nelle prossime settimane si vivrร una sorta di secondo lockdown: solo i negozi che vendono beni essenziali (alimentari, farmacie ed edicole) potranno restare aperti. Chiudono invece negozi al dettaglio, mercati e tutti gli esercizi di ristorazione, che potranno fare asporto (fino alle 22) e consegne a domicilio. Ma anche per le regioni inserite in fascia arancione si preannunciano diverse restrizioni, non ultima la totale sospensione dei servizi di ristorazione, fatta eccezione per mense e catering. Anche in questo caso restano consentiti asporto e delivery. Mentre la validitร del Dpcm – efficace da venerdรฌ 6 novembre – รจ estesa fino al 3 dicembre, lโingresso o lโuscita dalle zone di allerta rossa e arancione saranno valutati costantemente, su base settimanale, dal ministro Roberto Speranza, tenendo conto dei 21 parametri di cui sopra. Quel che รจ certo รจ che se una regione entra in zona rossa dovrร restarci per almeno 15 giorni.
LโItalia della ristorazione รจ cosรฌ spaccata in due, perchรฉ sono diverse le regioni che al momento afferiscono alle zone rossa e arancione. Partendo dal piรน alto livello di rischio, perรฒ, sembra destinata a paralizzarsi buona parte del Nord, con Lombardia e Piemonteย eย Valle dโAostaย inserite in zona rossa. Si aggiunge, al Sud, la Calabria, dove preoccupa il fragile sistema ospedaliero, nonostante lโRt sia piรน contenuto delle altre regioni nella stessa zona. In zona arancione, invece, figurano alla fine di una lunga contrattazione soloย Puglia e Sicilia. Salve la Campania (che, stando ai dati della sola cittร di Napoli, ha rischiato anche di finire in zona rossa), ilVeneto e la Liguria, che fino all’ultimo si temeva entrassero nel gruppo, e invece faranno parte della piรน nutrita zona gialla. Ma non si possono escludere aggiornamenti a stretto giro, fermo restando che la continua revisione dei dati, di settimana in settimana, rischia di mettere in difficoltร il settore della ristorazione sull’intero territorio nazionale – giร sul piede di guerra per le limitazioni imposte da qualche giorno a questa parte – costringendo gli esercizi commerciali a chiudere da un giorno all’altro, qualora la situazione nella regione di appartenenza peggiorasse. Impossibile, a queste condizioni, pianificare il lavoro, rapportarsi con i fornitori con un minimo di prospettiva, stabilire se sia piรน conveniente chiudere o restare aperti. Per i ristoratori delle zone rosse e arancioni, giร dal 6 novembre, significherร ripiombare nellโincubo del lockdown, che pure piรน di qualcuno aveva auspicato nei giorni scorsi, preferendolo a una via di mezzo (la chiusura entro le 18) che penalizzava molte attivitร , non offrendo la possibilitร di ottenere indennizzi adeguati. Ora il ministro Boccia garantisce lโarrivo tempestivo dei ristori per tutte le attivitร colpite. Ma come ci si regolerร con i coefficienti previsti dal Decreto Ristori nelle regioni di zona rossa e arancione? Ai ristoranti, su tutto il territorio nazionale, era stato riconosciuto il coefficiente 2 (un rimborso pari al doppio dellโindennizzo ottenuto per la primavera di lockdown), concesso alle attivitร fortemente danneggiate. E questo non dovrebbe porre problemi. Ma bar, pasticcerie e gelaterie โ indennizzati secondo coefficiente 1,5 ma ora costretti a chiudere in diverse regioni โ come saranno compensati? In conferenza stampa Conte annuncia l’approvazione di un Decreto Ristori bis in tempi rapidi.
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