Le storie

Nino Rossi. Lo chef autodidatta che reinventa l'Aspromonte

La giovane cucina italiana dโ€™autore: Nino Rossi ci porta oltre i confini dellโ€™Aspromonte attraverso i suoi piatti e la sua storia

  • 21 Aprile, 2022

Sei anni. Sono tanti o pochi? Il tempo รจ relativo, tutto dipende da come lo si impiega. Nino Rossi, classe 1982, ha dedicato gli ultimi sei anni a far crescere un progetto gastronomico che oggi condensa a pieno la personalitร  di chi lโ€™ha creato, partendo da zero, nel cuore dellโ€™Aspromonte: non certo una destinazione banale. E Nino Rossi non รจ un cuoco banale, anzi: si definisce autodidatta, ha una intelligenza trasversale che solo da poco ha messo al servizio della sua narrazione culinaria. Con grande successo.

Nino Rossi si definisce un autodidatta (ma ricordiamo le brevi ma reiterate esperienze con Norbert Niederkofler e il banco di prova di Davos, alla guida della cucina dellโ€™Arthaus Hotel per periodi limitati nel tempo, propedeutici a forgiarsi sul campo) che ha compreso lโ€™importanza di essere trasversale. Dopo la maturitร  classica, e unโ€™adolescenza trascorsa tra la Calabria e Roma, vola dallโ€™altra parte del mondo, sรฌ, ma per studiare comunicazione in America, a Los Angeles. Il tratto piรน evidente del suo carattere รจ la volitivitร . Quel rigore verso sรฉ stesso e le proprie passioni che in passato lโ€™ha portato ad applicarsi con dedizione al pattinaggio, e poi โ€“ scopertosi grande fan della musica elettronica โ€“ a studiare con lo stesso impegno persino una materia che molti relegherebbero tra gli hobby da coltivare a tempo perso.

“Ho capito che sono fatto cosรฌ, nella vita ho sempre perseguito i miei interessi con approccio rigoroso, in cicli piรน o meno lunghi. La cucina, arrivata in una fase giร  avanzata del mio percorso, si รจ rivelata la passione piรน intensa e duratura, la cosa che mi viene piรน naturale fare senza forzarmi. Questo lโ€™ho capito davvero solo negli ultimi 2-3 anni, ora che il mio cervello รจ allenato per pensare e agire da cuoco. Raggiunta questa maturitร , so anche che voglio centellinare i miei sforzi, per preservare la spontaneitร  di questa scintilla e tenere alto il mio attaccamento alla professione”. Che non significa certo abdicare al proprio ruolo, ormai di rilievo nella geografia della nuova ristorazione dโ€™autore italiana, e ancor prima strategico nel cementare quel โ€œcollettivoโ€ di giovani cuochi calabresi (ve ne avevamo parlato qualche anno fa) che nella sua visione si sono riconosciuti, e oggi concorrono a fare della Calabria gastronomica una regione divertente e ricca di spunti da approfondire.

ย Alle origini di Qafiz: il ristorante di Nino Rossi

Come e perchรฉ nasce, dunque, Qafiz? Il nome viene dal termine arabo localmente tradotto come cafisu, contenitore per lโ€™olio in uso da secoli: quella di Nino Rossi รจ una tavola fine dining ospitata nella bellissima tenuta di famiglia di Santa Cristina โ€“ poco piรน di un chilometro dai boschi del Parco dellโ€™Aspromonte e meno di trenta dalla costa ionica โ€“ che da molti piรน anni รจ anche luogo deputato allโ€™organizzazione di banchetti e cerimonie come tradizione locale comanda. โ€œDentro cโ€™รจ sicuramente il mio passatoโ€ sorride lui โ€œSono nato a Gioia Tauro, in una famiglia particolare, la tenuta dove vivo e lavoro oggi lโ€™ho ereditata dai miei genitori: mia nonna era di Fiesole, arrivรฒ con i toscani mandati in Calabria dal governo fascista per produrre olio. Sono cresciuto con i crostini toscani e il fagiano in tavola, ma anche con la cucina davvero contadina della tata che per 65 anni รจ stata in casa nostra: una donna di queste parti, che non ebbe la possibilitร  di studiare, ma che era una cuoca sopraffina. Lei mi ha fatto scoprire le pietanze e gli usi della nostra terra, ricordo che cโ€™era sempre qualcosa di fritto, e le conserveโ€ฆ I miei genitori, invece, mi hanno trasmesso la passione per la ristorazione: il mio primo tristellato lโ€™ho visitato a nove anni, con loro abbiamo girato per ristoranti sin da quando sono bambinoโ€.

La stessa gavetta nella banquettistica รจ stata funzionale per arrivare pronto al traguardo del primo progetto in proprio: “Dal 2009 ho iniziato a seguire lโ€™organizzazione degli eventi a Villa Rossi: lavorando per battesimi e comunioni mi sono guadagnato il rispetto delle persone del posto. E in cucina so fare la battaglia, conosco i piatti tradizionali, non mi spaventano i grandi numeri. Perรฒ ho sentito la necessitร  di fare altro, ho costruito il mio sogno un pezzo dopo lโ€™altro. Certo, avere in dote questa proprietร  รจ stata una fortuna, ma bisogna farla girare per mantenerla!“. E infatti non si รจ smesso di organizzare banchetti (“facciamo 60 matrimoni allโ€™anno, ho unโ€™altra brigata dedicata solo a quello“) e presto, a giugno 2022, debutterร  anche il b&b: quattro camere e una suite per gli ospiti che vogliono circondarsi della bellezza di questo angolo di Aspromonte, godendo dellโ€™accoglienza concertata da Rossella Audino, dal 2012 spalla di Nino nella gestione lโ€™ospitalitร .

 

 

Lโ€™universo Qafiz (e di Aspro)

Al centro di questo sistema oggi cโ€™รจ Qafiz, con la fondamentale appendice del cocktail bar Aspro, altra scommessa vinta con la voglia di sperimentare su una miscelazione tecnicamente moderna, ma alimentata dal territorio, incubatore di creativitร  nato nel 2019, presto rivelatosi essenziale in un processo di osmosi e scambio continuo con la cucina: “Aspro รจ un altro database a cui attingere per ideare piatti, ma la dinamica รจ mutuale: mi impegno a tradurre la cucina allโ€™interno del bar, con tanto lavoro sullโ€™ingrediente e tecniche che utilizzo da cuoco. Perรฒ per favore, non parliamo di cucina liquida!“.ย  E allora torniamo a focalizzarci su Qafiz: “Si parte dal territorio, mi piace dedicarmi allโ€™alimurgia (lo studio dellโ€™alimentazione da piante selvatiche, ndr), la proprietร  รจ grande, dentro ci scorre un fiume, abbiamo tre ettari di uliveto, un aranceto. Le materie prime non mancano. Ma per la mia idea di ristorazione di territorio รจ ancora piรน importante tradurre le consuetudini della tavola calabrese. Attingo ad abitudini familiari povere e ricche, ma cerco anche di incentivare uno scarto dalle dinamiche di consumo locali, che per esempio privilegiano le proteine animali come rivendicazione di uno status sociale, retaggio del passato, schernendo legumi e verdure, che invece in molti piatti io metto al centro“.

 

 

Nino Rossi. Il processo creativo di uno chef tra Francia e Oriente

La dedizione allo studio introduce gli elementi che chiudono il cerchio: “La padronanza delle tecniche di cucina francese, innanzitutto. E lโ€™Estremo Oriente: un cuoco non puรฒ fare a meno di tenerlo in considerazione, e non per una questione di moda. La loro ricerca sugli aceti, lโ€™esaltazione della sapiditร , la capacitร  di costruire un equilibrio a partire da un numero finito di ingredienti. La cucina cinese e quella giapponese ti fanno riflettere tantissimo, la sfida รจ riportare questi stimoli al mio mondo. Mi faccio ispirare soprattutto dagli aceti di riso nipponici, senza dimenticare che anche la nostra tradizione storicamente ha giocato sullโ€™aciditร : penso allโ€™agresto, lโ€™equivalente del verjus di cultura francofona“. Da Qafiz si puรฒ scegliere tra due menu degustazione, da 9 o 12 portate (Sambuco a 120 euro, con opzione โ€œriassuntoโ€ da 6 portate, e Visioni a 180 euro). Una piccola carta consente di optare per i classici della casa. Nino Rossi, dal canto suo, sente di aver giร  fatto molta strada (i riconoscimenti di critica e pubblico lo dicono da tempo, esserne consapevoli รจ unโ€™altra cosa): “Sono arrivato al punto in cui ho iniziato a mettere da parte il delirio creativo, trovo una certa facilitร  nellโ€™arrivare alla creazione di un piatto che porti la mia cifra stilistica, ma per quel che riguarda il rigore delle preparazioni e la precisione del gusto sono solo allโ€™inizioโ€ spiega onesto e compรฌto โ€œรˆ chiaro dal sentiero tracciato in questi anni come ormai esista un ‘decalogo’ per creare a tavolino un buon ristorante fine dining che faccia parlare di sรฉ. Ma pretendere la veritร  in quello che si fa รจ molto piรน difficile, solo questo porta ad avere una cifra stilistica ben definita. Voglio essere sincero con me stesso, rispetto al mio percorso. E non accontentarmi mai“. A queste riflessioni pertiene anche la decisione di cambiare ritmo: “Dal prossimo anno lavoreremo da aprile a ottobre: รจ un ragionamento economico e di vita. Sul piano pratico, distruggere in inverno quello che creo in estate non ha senso. Ma soprattutto la cucina non รจ lโ€™unica mia ragione di vita, mi piacerebbe avere tempo per viaggiare, scoprire nuove cose. Si stacca, e si riparte piรน carichi. La rivoluzione lโ€™ha giร  fatta Ferran Adriร , io devo vivere“.

a cura di Livia Montagnoli

ย QUESTO รˆ NULLAโ€ฆ

ย Nelย mensile di aprile del Gambero Rossoย trovate lโ€™articolo completo con i piatti migliori proposti nel menรน di Qafiz: obbligo assaggiare lโ€™ostrica, cipolla di Tropea bruciata e in aceto di lamponi, pistacchio (piatto-signature che gioca in modo molto violento e tagliente su iodio e sapiditร , per generare un effetto wow); la trota glassata ai fagioli โ€œpappaluniโ€, arancia candita, artemisia (l’ingrediente chiave sono i โ€œpappaluniโ€, fagioli tipici di queste parti, chiude il cerchio lโ€™artemisia, che bilancia lโ€™intensitร  dellโ€™arancia richiamando un abbinamento maturato direttamente dallโ€™universo della miscelazione di Aspro); Carnaroli, porcini arrostiti, sugo allo scoglio, nepetella, rognone di pecora e il suo grasso; Paglia e fieno (Tagliatella pastificio Gentile, estratto di alloro, limone, mandorla, olio alle rose); e ancora Agnello aspromontano, cime di rapa, ricotta di pecora, alysso bianco, miele di castagno, โ€œzafaranaโ€. Il viaggio si conclude con una mousse al cioccolato bianco, limone, mela, abete bianco, meringa ai carboni.

Questi solo alcuni dei suoi piatti MUST! scoprili allโ€™interno del mensile.

 

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