Siamo agli sgoccioli, il 2022 รจ stato lโanno del ritorno alla socialitร e alla normalitร , finalmente siamo tornati a viaggiare e condividere momenti, nonostante unโatmosfera cupa data dalla guerra nel cuore dellโEuropa. Ogni anno in questo periodo si fanno scommesse e buoni propositi per lโanno che verrร e bilanci di quello passato: si tirano le somme di tutto quello che รจ successo, in positivo e in negativo, e soprattutto si parla dei chiodi fissi e delle ossessioni che non ci hanno dato scampo. Ecco le tendenze che hanno “martellato” gastronomi, appassionati gourmet e addetti ai lavori.
Non convenzionali, imprevedibili, garage wine, di piccoli e piccolissimi produttori, naturali come punto di partenza, estremi, ribelli, inconsueti autarchici. Non รจ una novitร , ma una tendenza talmente diffusa da diventare ossessione. Che talvolta arriva a lambire anche spirits, fermentati, sake e altre bevande. Al grido di piccolo รจ bello. Purchรฉ non sia solo un โfamolostranoโ.
L’ondata di nuove aperture che investe la penisola, con Roma a guidare una tornata di inaugurazione (ergo investimenti) come non si vedevano da anni nel mondo dell’hotellerie, apre un nuovo capitolo della ristorazione d’albergo: non piรน opaca offerta di classici italici buona per turisti in cerca di tipicitร , non piรน solo grandi insegne stellari โ nello stile e nei prezzi โ guidati dai migliori cuochi italiani, ma anche bistrot, cocktail bar, trattorie, gastronomie con cucina. Sempre con stile, servizio e affacci da 5 Stelle, ma con spirito democratico, proposta accessibile e comprensibile per rivolgersi non solo ai turisti o ai globetrotter gourmet, ma ai vicini di casa, i cittadini tutti. Che โ sentitamente โ ringraziano.
Da semplici contenitori a veri e propri strumenti da programmare (cone lโOCOO), sempre piรน diffuse sono le diverse attrezzature per la fermentazione a vari livelli: dalle pastelle orientali ai sottaceti, dallโuovo nero allโaglio, dalla pasta di soia fino ai brodi chiarificati e ai fondi, tutto lโuniverso del fermentato รจ esploso e ormai in una cucina che punti a suscitare un minimo di interesse non possono mancare. Cosโ almeno pensano in molti.
Piรน umile della pur umile patata (che in cucina รจ un tesoro, e lo sanno tutti), piรน semplice del sedano rapa (ugly โ sรฌ โ ma amato degli chef in tutto il mondo anche per quell’impronta terrosa e aromatica), la lattuga รจ ingrediente invisibile ma onnipresente nelle cucine, soprattutto quelle domestiche. E invece: com’รจ-come non รจ, ha conquistato il suo angolo di gloria anche davanti a stufe d’autore. Arrostita, fermentata, affumicata, cotta al vapore, trasformata in brodo o in gelato, รจ una delle grandi protagoniste delle ultime stagioni.
A renderla regina, Davide Guidara e Niko Romito, non a caso premiati per il loro degustazione veg: Lattuga fermentata in latticello di capra con maionese e polvere di masala per il primo, Lattuga alcolica e crema di latte per il secondo che la declina anche da Spazio, con la complicitร di Gaia Giordano, in Lattuga, arachidi e pepe rosa, piatto ormai storico. Ci sono poi Caterina Ceraudo, che l’abbina al cedro, Riccardo Di Giacinto che la propone con gamberi, fragole, tabasco e salsa rosa. Da Pinchiorri invece si fa al vapore, con aglione caramellato e prugne fermentate e ai Balzi Rossi al bbq, in abbinata con marmellata di limone, katsuobushi, salsa di merluzzo al verde. Piace tanto che approda anche in gelateria: Dario Rossi di Greed la fa centrifugata con olio e un pizzico di sale e variegata con aceto balsamico tradizionale, lattuga allโolio di oliva anche per LโAlbero dei Gelati.
ร partito da Roma per conquistare le vetrine delle pasticcerie tutta la Penisola: il maritozzo con la panna ha davvero spopolato. Soffice, gustoso, col suo voluttuoso ripieno di panna montata fresca, รจ perfetto per la colazione o un peccato di gola a ogni ora. La ricetta classica rimane sempre la piรน gettonata, ma sono andate fortissimo pure le riletture, da quella con sorpresa di crema pasticcera allโinterno passando per le rivisitazioni di impasti e farciture, che sono sfociate fino alle sfiziose varianti salate ideali allโaperitivo.
Destagionalizzare e diversificare per sopravvivere al caro bollette. Non solo melone, anguria, pesca, ma anche caco, castagna, zucca e agrumi per accompagnare i clienti nelle giornate autunnali e invernali. Con il medesimo obiettivo sempre piรน gelatieri si stanno poi lanciando sui grandi lievitati, dalla colomba al panettone, con ottimi risultati. C’รจ anche chi propone il panettone farcito di gelato: che sia la strada giusta per destagionalizzare pure il panettone? Insomma in un mondo dove non esistono piรน le mezzi stagioni (ma questo รจ un altro discorso, e decisamente piรน serio), il settore del gelato destagionalizza tutto. Parafrasando una celebre frase di Boris.
Mettersi alla prova sugli impasti e sulle forme della pizza รจ ormai un must per ogni pizzaiolo. Tra gli stili che nellโultimo anno hanno invaso le tavole da Nord a Sud dellโItalia cโรจ sicuramente il padellino, piccola teglia metallica utilizzata per cuocere la pizza nella tradizione dellโarte bianca torinese. Dallo spessore accentuato, soffice dentro e croccante fuori, la pizza al padellino fino a qualche tempo fa era unโesclusiva delle pizzerie del capoluogo piemontese. Situazione completamente ribaltata oggi, grazie alla sua versatilitร per impasti e farciture e grazie anche al revival di altre forme tradizionali di pizza da cuocere in teglia, come quella nel ruoto campana o il ruccolo potentino.
Abbiamo dedicato un ampio servizio sul mensile alla tendenza che punta a togliere o quantomeno limitare il tasso alcolico dei drink (addirittura giร nel numero 354 di luglio 2021). Ora, ampliandosi le carte degli abbinamenti a tavola di cibo con cocktail, anche su questo fronte comincia a dilagare lโofferta di drink analcolici che si basano sui principi della mixology dโautore escludendo perรฒ lโalcol. Alcuni esempi? Dal Faro di Capo dโOrso con Andrea Aprea (a Maiori) fino al Opera Ingegno e Creativitร di Torino con chef Stefano Sforza, giusto per attraversare lo Stivale, con una bella tappa al classico (ormai) Joia di Milano con Pietro Leenman. Ma ne parleremo di nuovo e presto, proprio facendo il focus sulle tavole e sulle carte dei ristoranti.
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