
La serie tv che ha rivoluzionato la narrazione della ristorazione è pronta a servire la sua quarta stagione. E lo fa con la promessa di tornare alle origini, tra fiamme vive, piatti sporchi e sogni più grandi della cucina di Carmen Berzatto. L’annuncio ufficiale arriva direttamente dalla sceneggiatrice Joanna Calo, che durante la première del film Thunderbolts a Los Angeles ha svelato il ritorno di The Bear in tutto il mondo a partire dal 15 giugno 2025. Una data che ha già riacceso l’entusiasmo tra fan e addetti ai lavori, con un cast finalmente al completo e una stagione che si preannuncia più brillante della precedente.
Le prime indiscrezioni lasciano intuire una chiusura di tutte le trame rimaste aperte sinora, con nuove sfide per Jeremy Allen White. È giunto il tempo per il suo Carmy di affrontare le paure e i demoni del passato, prendendo decisioni difficili che influenzeranno il suo futuro e quello del suo team. Via libera dunque a nuove collaborazioni, ingredienti inediti e vecchie conoscenze pronte a rimescolare le carte. Non è un caso che nel finale di stagione la recensione ambivalente del Chicago Tribune sul ristorante di Carmy lasci aperto un interrogativo sul futuro del locale e su come la critica influenzi profondamente chi lavora in cucina. Un preludio per emozioni forti, piatti sorprendenti e quel mix inimitabile di umanità e follia che ha reso la serie un cult.
Eppure, l’obiettivo della nuova stagione sembrerebbe essere quello di riscattare episodi che hanno lasciato molti spettatori con l’amaro in bocca. L’ultimo capitolo della saga è apparso infatti come un vero e proprio raviolo scotto: troppo elaborato, poco saporito e soprattutto privo della genuinità che aveva conquistato il pubblico nelle prime due stagioni. Quella semplicità e crudezza da paninaro zozzo che aveva fatto innamorare tutti e che gli spettatori hanno rimpianto. Del resto la “cena funerale” che chiude la stagione è stata definita da molti come il momento meno empatico e più noioso di tutta la serie. Una narrazione stanca, con dialoghi e conflitti ripetitivi – come quello tra Carmy e Richie, che perdono di intensità emotiva e diventano quasi caricaturali – e personaggi che, pur restando ben caratterizzati nelle loro nevrosi, non mostrano una vera evoluzione. Anche il racconto della cucina, sebbene sempre centrale, ha perso parte della sua forza originale, con il tema del menù in continua evoluzione portato all’estremo fino a risultare stancante e poco credibile.
Nonostante qualche inciampo narrativo, l’impatto culturale e mediatico di The Bear è tuttora innegabile. La serie ha saputo raccontare con schiettezza e realismo il mondo della ristorazione, mettendo in luce le difficoltà, le pressioni e le dinamiche complesse che si celano dietro ai fornelli e contribuendo a rendere la cucina un tema cool e di grande interesse per un pubblico ampio. Rimane ora da vedere se la nuova stagione saprà vincere la sfida più difficile: ritrovare quell’equilibrio tra tensione narrativa, emozioni e realismo senza cadere nella banalità.
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