Street food

Dalla Transilvania a Centocelle, la storia del pastrami in un panino romano

Da qualche tempo, a Roma, Ion Popa ha aperto un locale incentrato su un pastrami โ€œanticoโ€, con una ricetta di famiglia che ci riporta alle origini della famosa pietanza, in Transilvania

  • 11 Marzo, 2024

La carne trasformata in pastrami a Roma sta conoscendo una rinascita: radicata nella cucina giudaico-romanesca (soprattutto nelle macellerie kosher la si trova tra i salumi bovini), ha alcuni spot imperdibili nel centro della Capitale, ma รจ diventata nota nel mondo per il panino newyorkese omaggiato nel cinema a stelle e strisce. La ricetta originaria, perรฒ, arriva dalle propaggini orientali del continente europeo, con una paternitร  contesa tra Turchia e Transilvania. Se probabilmente lโ€™abitudine di marinare ed essiccare la carne per conservarla nasce nella cucina turca (col nome di โ€œpastirmaโ€), furono i romeniย  – e soprattutto la comunitร  ebraica – a portare la preparazione negli Usa durante lโ€™emigrazione di fine XIX secolo.

Pastrami a Centocelle

Dalla Transilvania arriva Ion Popa, quarantenne, enciclopedia vivente della ricetta, nonchรฉ titolare di Pastrami in via delle Palme, nella zona sud-est della cittร . Ion non รจ nuovo allo scenario della ristorazione romana, lo ricordiamo qualche anno fa a gestire la sala del Maisonnette Ristrot di Garbatella. Dopo la pandemia comincia a concentrarsi sul pastrami, facendosi testimone di unโ€™attivitร  radicatissima nella sua famiglia da ben quattro generazioni e, a metร  del 2022, apre il suo locale a Centocelle. Il quartiere lo accoglie bene, il passaparola รจ tangibile, mentre aspettiamo il nostro panino arrivano numerose telefonate per le prenotazioni del fine settimana: il locale รจ contenuto, pochi tavolini allโ€™interno e allโ€™esterno (nella bella stagione) ospitano una trentina persone. Oppure si ordina a portar via: nellโ€™attesa non mancano spunti per una chiacchierata con Ion, che รจ prodigo di aneddoti sulla storia e, al contempo, sulle modalitร  di preparazione del pastrami, anzi dei pastrami. In origine, infatti, la parola indica non un tipo di carne ma qualsiasi tipologia di cibo conservato in acqua e sale (dal verbo โ€œa pastraโ€ che significa preservare, conservare).

Il pastrami in Transilvania

Come molte altre preparazioni del passato, anche il pastrami nasce dallโ€™esigenza di conservare al meglio e piรน a lungo la carne e altri alimenti. Il bisnonno di Ion – ยซHo avuto la fortuna di vederlo allโ€™opera da bambinoยป dice – produceva il pastrami allโ€™antica: allโ€™inizio dellโ€™inverno si scavavano delle buche nei cortili di casa, si impermeabilizzavano in vari scompartimenti e si riempivano con acqua e sale. Allโ€™interno delle buche si conservavano gli alimenti, dalla carne ai formaggi (cosรฌ si faceva il primo sale), alle verdure (crauti, cetrioli, pomodori verdi), per attraversare la stagione e arrivare alla primavera: questo era pastrami. Lโ€™abbinata tra carne, cetrioli e cavoli โ€“ ingredienti principi dei panini col pastrami oggi – nasce quindi naturalmente, proprio perchรฉ erano alimenti soggetti allo stesso tipo di conservazione. Sia nel mondo della cucina ebraica, sia nella tradizione della Transilvania, per la preparazione del pastrami di carne si usavano principalmente gli ovini, pecore e capre (in Turchia i montoni). Si parla poi di oche, maiali, ยซera raro macellare bovini, carne da nobiliยป riassume Ion. Il pastrami si mangiava solo ed esclusivamente al piatto, la forma del panino arriva dopo, negli Usa, dove si radica anche lโ€™uso della carne bovina.

La ricetta di Ion Popa

Quello che Ion prepara nel suo locale di Centocelle รจ un pastrami principalmente di manzo, che privilegia la punta di petto, taglio ideale per la ricetta. In molti periodi dellโ€™anno lo propone anche di tacchino, soprattutto quando si avvicina il caldo; raramente, ma ogni tanto accade, quello di cosciotto di agnello, perchรฉ piรน oneroso da lavorare e costoso da proporre ai clienti. I grandi tagli di carne vengono messi in salamoia, con una miscela di spezie, come semi di coriandolo, pepe, semi di senape, a macerare per una settimana. Ci vuole estrema perizia nella marinatura e poi nella cottura, sei ore circa a bassa temperatura, per ottenere un prodotto tenero, succoso, che mantenga umiditร  e sapore, senza che risulti coperto dalle spezie.

Il menu di Pastrami a Centocelle

Nel locale il pastrami si puรฒ gustare in formato panino o al piatto, con tutti i suoi contorni. I panini sono proposti con due tipologie di pane, una classica ciabattina romana di un forno del quartiere, o il pane in cassetta di segale e cereali. Dal panino classico, a 6.50 euro, con cetriolini e senape, al Reuben, che riprende un famoso sandwich statunitense, con salsa allo yogurt e aneto, crauti e formaggio svizzero. Non mancano varianti di stagione come il Porro e Curry, uno dei cavalli di battaglia di Ion, oppure abbinate come zucca e cavolo nero. Il pastrami รจ tenero e succoso, dal sapore piรน integro di โ€œcarneโ€ di quello che siamo abituati ad esperire in cittร .

Cosรฌ anche le ribs pastrami, finalmente delle costine nelle quali si puรฒ assaporare il gusto della carne e non solo quello di salse bbq dolcissime. Tra i contorni crauti, cetriolini, cipolle caramellate, patate di Viterbo in spicchi, tagliate a mano, condite con una miscela di spezie ed erbe e cotte in forno (servite con unโ€™ottima salsa bernese). Non รจ certo quel che si definirebbe un locale veg, ma qualche opzione cโ€™รจ, dalla torta ai formaggi al panino vegetariano.

Pastrami Centocelle – via delle Palme, 31 โ€“ Roma – instagram.com/pastrami_roma

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