Contrordine: in Italia i poveri non mangiamo meglio dei ricchi. Lo dicono gli ultimi dati Istat presentati ieri alla Camera, che analizzano lo stile di vita del biennio 2021-2022. Dati che vanno a sbattere contro le parole pronunciate quest’estate dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. “Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Negli Stati Uniti le classi meno agiate vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell’interesse del venditore più che del consumatore finale. Lo vediamo con la media del sovrappeso”.
Adesso la smentita. Perché proprio la media italiana del sovrappeso certificata dall’Istat ci dice che l’obesità è legata al reddito familiare: lì dove le risorse sono scarse o insufficienti, le quote di sovrappeso salgono al 30,4%; al contrario dove la disponibilità economica è ottima o adeguata le quote scendono al 25,7%. Come a dire, un’alimentazione corretta è roba da ricchi. E proprio da qui si spiegherebbe anche la netta divisione in due dell’Italia, dove sul podio del sovrappeso figurano tutte regioni del Sud Italia. Vincitrice indiscussa di questa poco lusinghiera gara è la Campania, con il più alto livello di bambini in sovrappeso o obesi: 37,3% sull’intera popolazione. Seguono Basilicata (37,1%) e Calabria (36,9%). Quarto posto per la Sicilia (33,6%). Al contrario, le regioni più virtuose sono oltre la linea gotica: Bolzano (15,4%), Trentino-Alto Adige (15,7%) e Trento (16%), seguite dalla Valle d’Aosta (16,5%). Non se la cavano male Friuli-Venezia Giulia (19,3%), Piemonte (21,2%) e Lombardia (21,9%), mentre l’Umbria, l’Emilia-Romagna e il Lazio sono di poco sotto quota 30%.
Per avere una visione d’insieme, complessivamente, in Italia più di un ragazzo su quattro in età compresa tra 3 e 17 anni (il 27,2%) è in eccesso di peso, con un divario di genere che vede i maschi in numero preponderante (29,5%) contro il 24,8% delle femmine. A influire anche il grado di istruzione dei genitori: quando questi posseggono titoli di studio bassi si alza il tasso di sovrappeso (32,8%) rispetto a quando almeno uno dei genitori possiede un titolo di studio pari alla laurea (21,9%).
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