Un vero e proprio “patto della carbonara“, un’intesa sul piatto che rappresenta per eccellenza la cucina romana il cui costo, per il prossimo Giubileo, non dovrà sforare il tetto dei 12 euro. A tendere la mano per primi sono stati i residenti della Capitale, attraverso l’associazione Consumerismo No Profit, “spaventati”, per usare un eufemismo ma neanche troppo, dai rincari previsti per il Giubileo ormai imminente. Aumenti denunciati per primi dal Messaggero, che parlava di prezzi per hotel e ristoranti già saliti al 4,6%, specificando come essi “con molta probabilità resteranno anche dopo l’Anno Santo”.
“Un piatto di carbonara o amatriciana rischia di arrivare a costare 20 euro a Roma”, spiega Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No Profit, al quotidiano capitolino. “È il pericolo che si corre” con la prevista “invasione di turisti“, che ai loro viaggi nella Capitale difficilmente fanno mancare una degustazione dei “piatti tipici della tradizione”. Gabriele aggiunge come i prezzi medi per questi due tipi di paste si aggirino tra i 12 e i 14 euro in centro città, “ma la maggiore domanda farà crescere i listini al dettaglio, dando vita ad una ignobile speculazione a danno non solo dei turisti, ma anche dei romani”.
Da qui, la richiesta inviata anche a Roma Capitale e alla Regione Lazio, oltre che alle associazioni di categorie Fiepet Confesercenti e Fipe Confcommercio, per stabilire un “prezzo calmierato” che tutti i ristoranti capitolini saranno chiamati ad applicare, mentre chi speculerà “sulle tasche dei turisti” andrà “boicottato e disertato“, secondo il presidente di Consumerismo No Profit. La mano tesa dei consumatori è stata accolta e stretta dai commercianti. “Invitiamo i nostri associati e i ristoratori romani a partecipare con entusiasmo a una dimostrazione di responsabilità“, è il commento riportato sempre dal Messaggero di Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma, trovandosi d’accordo sul rischio che vede “gli aumenti non giustificati” dei prezzi ricadere “sulle spalle dei residenti”. Paolantoni nota, tuttavia, come si debba prendere atto del fatto che i rincari abbiano anche riguardato il costo delle materie prime.
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