โIl mio primo Tre Stelle l’ho fatto a 12 anni, con i miei genitori. Era il 1953โ. Dice Maurizio Campiverdi, globetrotter, gourmet e appassionato collezionista di esperienze gastronomiche e di menu. Una vita a commercializzare riso con la sua azienda familiare, poi ceduta, viaggiare tanto non lo ha mai spaventato, anzi. ร lui, con l’altisonante pseudonimo di Maurice von Grienfields, a firmare Tre Stelle Michelin. Enciclopedia dell’alta ristorazione mondiale con la storia dei 286 ristoranti tristellati dal 1933 al 2020. Un volume corposo, frutto di studi, ricerche e magnifiche cene. โDentro ci sono i ricordi e le esperienze di 60 anni di viaggi, forse anche qualcuno di piรนโ. A quella prima esperienza giovanile, infatti, ne sono seguite molte altre. Tante da poter scrivere, da solo, l’opera omnia della Michelin: una vera a propria Bibbia per gli appassionati della Rossa.
Una storia che si dipana in oltre 100 anni di vita. A partire da quando, sul finire dell’800, due fratelli francesi produttori di pneumatici, Andrรฉ ed Edouard Michelin, pensarono di supportare l’uso dell’automobile (dunque il consumo e il conseguente acquisto di pneumatici) con un volumetto di informazioni e consigli pratici: mappe, stazioni di servizio, meccanici, medici, farmacisti, e indirizzi in cui mangiare e pernottare in circa 2000 localitร . All’epoca, quando la Francia contava meno di 3mila automobili, la guida era gratuita. Una ventina d’anni dopo giรฒ la troviamo in vendita, e piรน orientata sulla buona tavola, in aumento tra gli interessi dei francesi. Da lรฌ in poi รจ stato un crescendo, con l’avvento degli ispettori e delle Stelle – 1 (Ristorante Interessante) 2 (Merita la deviazione) 3 (Vale il viaggio) โ a segnalare le insegne da tenere a mente. Nasce cosรฌ il mito della Rossa: la guida gastronomica piรน antica del mondo. La guida Michelin diventata, nel corso degli anni e non senza alterne vicende, un assoluto riferimento per gli amanti della cucina, soprattutto quella che guarda con spirito contemporaneo ai piaceri del palato.
Questo libro ne ripercorre la storia e i protagonisti – i cuochi che sin dagli esordi della guida sono premiati con le Tre Stelle – ne segue l’espansione al di fuori della Francia e nel resto del mondo, fenomenale operazione commerciale, frutto di un incontro di interessi con i Paesi che dalla Rossa ottengono visibilitร e turismo. Nelle oltre 700 pagine, troviamo le schede dei 286 tristellati del mondo (quasi) tutti visitati dall’autore. E inoltre le insegne da premiare prima possibile, quelle che non lo sono mai state e quelle che non lo sono piรน. Sempre a detta del volitivo Campiverdi. E un ampio corredo iconografico con menu vecchi e nuovi di cui Maurizio Campiverdi fa collezione: parliamo di una delle collezioni di menรน piรน strabilianti in assoluto, un patrimonio da museo oggi nascosto in una sorta di bunker segreto alle porte di Bologna.
Questa non รจ la sua prima fatica editoriale, avendo von Grienfields all’attivo anche Tre stelle Michelin. La storia dei 105 ristoranti consacrati dalla celebre guida rossa con ricette e menรน del 2007; Tre Stelle Michelin. La storia dei 130 ristoranti consacrati dalla celebre guida rossa in Europa, Francia, USA. Con ricette e menu del 2000, e โ ancora precedente – Mangiare da re nei 50 migliori del mondo. โQuesta รจ la summa piรน completa e aggiornataโ annuncia con orgoglio, sottolineando l’esigenza di rinnovare continuamente la narrazione del cibo โi ristoranti sono caduchi, non hanno la lunga vita serena dei grandi alberghiโ, cui pure ha dedicato parecchie pagine, perchรฉ per raggiungere la meta gastronomica, bisogna spostarsi di cittร , nazione e spesso continente. E visto che si deve pur dormire, tanto vale Dormire da re e Viaggiare da re (per citare altri suoi libri).
Nel 1990 i ristoranti al top della guida Michelin erano molto diversi da quelli di adesso: altri nomi, altre insegne, altre cucine. Ma anche la Michelin forse รจ cambiata. โLa Michelin รจ orientata verso un nuovo pubblico, giovani a cui dei mostri sacri non gliene frega nullaโ e cosรฌ anche la Rossa li trascura, โmolti lettori possono pensare che non esistano piรน, e invece noโ. Ma poi un Tre Stelle รจ per forza un riferimento imperdibile? โMolti dovrebbero fermarsi a Due, perchรฉ con la terza ti aspetti qualcosa di straordinario, e invece rimani deluso. Intendiamociโ continua โsono sempre ottimi ristoranti, ma non rimani impressionato. La perfezione non รจ di questa terraโ.
I Tre Stelle italiani? Sono indubbiamente degli ottimi ristoranti, qualcuno addirittura entusiasmante. A tirar fuori qualche nome ci si impiega un po’ ma alla fine cede: โper esempio Alajmo, lui fa tanta sperimentazioneโ. ร cosรฌ: c’รจ chi punta tutto sui suoi cavalli di battaglia โe magari li frequenti menoโ, e chi continua a fare sempre cose nuove โpuoi tornare anche una volta l’anno, e mangiare piatti sempre diversiโ. E poi c’รจ la questione del legame con la propria identitร gastronomica: โBottura ottiene risultati sensazionali dai grandi prodotti del suo territorio, che sono i nostri tesori agroalimentariโ fa riferimento alle Cinque stagionature del Parmigiano Reggiano in diverse consistenze e temperature ovviamente: โun piatto bellissimo e straordinariamente buono ed entusiasmante, in cui esalta un prodotto, anche quello tradizionalmente popolareโ. Stesso discorso anche per Il ricordo di un panino alla mortadella.
Ma l’Italia รจ anche terra di grandi trattorieย dove a volte mangi altrettanto bene se non meglio di certi stellati, pensa solo ad Amerigo o al Mirasole. Perchรฉ se รจ vero che i migliori italiani competono allegramente con i francesi migliori, le nostre trattorie sono superiori degli analoghi francesiโ. Dunque: trattoria batte grande ristorante? โNei Tre Stelle ha senso andare solo se si sente anche il fascino del locale, della sua storia e di quella dello chef. Ma soprattuttoโ conclude โnei grandi ristoranti bisogna andare con la giusta compagnia e il giusto stato d’animo. Altrimenti รจ inutile spendere tutti quei soldiโ. Senza contare le regole e i riti che si porta dietro.
Per esempio il menu degustazione, spesso senza l’alternativa della carta: โassurdo per un Tre Stelleโ sentenzia. โPiรน che ristoranti mi sembrano estensioni del concetto del sushi bar, dove ti affidi all’estro del grande chef dietro al bancone e al mercato. Da Bottura, per direโ continua โhai sia il degustazione che la carta: per me questo รจ un ristorante, in cui si puรฒ scegliere. Altrimenti รจ come andare a sentire l’esibizione di un grande solista, una culinary performance per un numero ristretto di clienti, numero di piatti inamovibile, magari una 20ina di assaggini presentati in modo meraviglioso, per i quali servono piรน persone a impiattarli che a cucinarliโ. Buono, per caritร , ma diverso, โanche Adriร alternava nel suo percorso un paio di piatti seri, quasi normali anche di dimensioniโ. Maldigerisce la dittatura del tasting menu, โricordo una volta che in Danimarca ho chiesto un secondo assaggio di carne di renna: sono stato guardato come un paria in Indiaโ. Ma cosรฌ non รจ solo all’estero: โDa Alciati non si poteva fare il bis di nienteโ.
Andar per ristoranti รจ un rito e come tale ha i suoi testi sacri: i menu. Fogli grandi o piccoli, libriccini preziosi che condensano l’esperienza gastronomica e spesso la filosofia stessa del ristorante. โSono il loro biglietto da visitaโ scandisce perentorio. Campiverdi, che ha visitato centinaia e centinaia di locali, ha probabilmente la collezione piรน grande al mondo. Tanto che il Ministero della Cultura Francese ha chiesto a lui di scrivere una prefazione per un libro sui menu francesi. Risultato: 25 pagine e qualche riproduzione di alcuni pezzi della sua raccolta che conta circa 75mila menu, tra i quali tutti quelli dell’incoronazione degli Zar, firmati da grandi artisti russi โne ho 14, la New York Library – che dedica a questi testi due sale – ne ha 1 soloโ.
Nella sua collezione pezzi antichi e altri attuali, di tutto il mondo. Piรน vicini a noi ci sono quelli del Pescatore: โne hanno cambiati 18, uno piรน bello dell’altro; decorati con dei quadri, dal classico figurativo a cose vicine alla pop artโ o di Bottura: โla copertina รจ – appunto โ francescana, non trovi da nessuna parte il suo nome, l’interno invece รจ spiritosoโ. Colorato, austero, piccolo o corposo, ognuno ha il suo stile, โma per me รจ una sofferenza vedere tanto spazio vuoto o biancoโ ammette.
Ma intanto, mentre si fa il conto alla rovescia per l’uscita del libro, si riprende il tour gastronomico. Ultimo ristorante provato? โLa Pergola di Heinz Beck, pochi giorni faโ. E nella dream list? โUmberto Bombana รจ il primo di tutti nella lista dei desideri, poi appena posso andrรฒ a provare The Alchemist e poiโ aggiunge โAraki di Londra e Cenador de Amos in Cantabriaโ.
Tre Stelle Michelin. Enciclopedia dell’alta ristorazione mondiale con la storia dei 286 ristoranti tristellati dal 1933 al 2020 – Maurice von Grienfields โ Maretti Editore โ 720 pp. – 30โฌ – dal 5 settembre, in prevendita sul sito www.marettieditore.com
a cura di Antonella De Santis
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