Grande milanese e allievo prediletto di Gianni Brera nel mondo magico del giornalismo sportivo dei decenni passati, è morto in poche ore a causa di un attacco di cuore Gianni Mura. Aveva 74 anni. Prima alla Gazzetta (a 19 anni!) e poi a la Repubblica, Mura è stato fino ad oggi una colonna della storia del giornalismo italiano del Dopoguerra ma non è riuscito a vedere cosa saranno per il paese gli anni del Dopoepidemia: una professione che iniziò appunto da giovanissimo. A Repubblica, con rubriche memorabili, era in forze da qualcosa come quarantacinque anni.
Perché ne parliamo? Ne parliamo perché Mura fa parte di quella nidiata di giornalisti sportivi che si sono trasformati in abili e originali cronisti gastronomici. Si girava per manifestazioni, tornei, corse ciclistiche e campionati e, prima o dopo le partite e gli incontri, bisognava pur mangiare. Ecco come alcune grandi firme del giornalismo sportivo si sono tramutate in colonne della cronaca dell’enogastronomia.
In questi giorni in cui tutti i ristoranti del mondo sono chiusi, dunque, salutiamo e celebriamo beffardamente un grande cronista di ristoranti. Gianni lascia sua moglie Paola e proprio con lei firmava la rubrica imperdibile sul Venerdì di Repubblica, dove ogni settimana recensiva una tavola inconsueta, inaspettata, completamente fuori dai giri e dalle mode. Tra tavole della tradizione aperte da cent’anni e ristoranti giovani e nuovi, inaugurati da poche settimane. Un esempio? L’ultimo premio (“miglior cena del 2019”) Mura lo tributò ai Due Platani di Parma, trattoria che si è aggiudicata quest’anno anche i “Tre Gamberi” sulla nostra guida. Un posto da riprovare non appena le condizioni lo consentiranno.
Gianni e Paola Mura – l’illustrazione Stefano Savi Scarponi per la rubrica sul Venerdì di Repubblica
Su Repubblica la rubrica Mangia&Bevi è disponibile con un po’ d’archivio che ci permette di goderci parecchie recensioni suddivise per regione. Un bel modo per tributare un omaggio a Gianni Mura e anche per sognare forse, esorcizzando queste giornate di cattività. Gianni è scomparso a Senigallia, città celebre per i suoi ristoranti, in una zona delle Marche tra l’altro oggi devastata dall’Epidemia. In giornate in cui, crudelmente, non è neppure possibile celebrare funerali e salutare degnamente chi se ne va.
a cura di Massimiliano Tonelli
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