“Oh bej, Oh bej!” Furono le parole di gioia esclamate dai bambini di Milano quando avvistarono Giannetto Castiglione, carico di misteriosi pacchi e doni da scartare. Giannetto, in verità, era stato incaricato da Papa Pio IV di compiere un viaggio a Milano, con un compito nobile: risvegliare la fede che languiva nei cuori dei milanesi. Era il 7 dicembre del lontano 1510, e la folla si radunò con una felicità indescrivibile davanti all’imponente basilica di Sant’Ambrogio.
Da allora, per cinque secoli, ogni anno è stata allestita la fiera degli “Oh bej, Oh bej!” (o belli, o belli”) che ha incantato le strade di Milano – prima in Via Mercanti e in seguito proprio vicino alla basilica di Sant’Ambrogio, luogo simbolo della città.
Gli “Oh bej, Oh bej” appresentavano l’apoteosi dello spirito natalizio milanese, a partire dal profumo delle caldarroste che avvolgeva tutto il quartiere e dalla musica degli zampognari che arrivavano a Milano con il loro “Piva, piva”: statuine per i presepi, decorazioni natalizie, Firunatt o Firòn, che vendevano le castagne cotte e affumicate al forno e infilate come collane a più file che si usavano anche per adornare l’albero di Natale, assaggi di fichi secchi, mele, castagnaccio e mostarda.
Non mancavano mestieranti, piccoli artigiani, giocattolai, antiquari che riempivano le vie con la loro creatività.
Una tradizione che sembrava immutabile, ma negli ultimi anni, gli Oh bej Oh Bej hanno perso il loro antico rifugio tra le vie circostanti la romanica chiesa di Sant’Ambrogio, per trasferirsi nell’area rinnovata e pedonale attorno al Castello Sforzesco.
Purtroppo, con il trasloco nel 2006, la fiera ha subito un lento ma costante declino in termini di qualità, diventando un comune mercato molto affollato.
E mentre l’albero di Natale di Gucci in Galleria Vittorio Emanuele spiazza – e delude – Milano, la fiera ha sempre più perso la sua originaria atmosfera. E il Natale milanese ha perso ancora un po’ della sua magia.
L’innegabile trasformazione della fiera oltre a colpire al cuore i milanesi più nostalgici ha indotto il Comune stesso a intrapendere nuove iniziative per valorizzare l’aspetto più culturale della fiera. Per l’edizione 2023 questa volontà è stata evidenziata attraverso la presenza di artisti di strada che animeranno l’evento per tutta la sua durata, iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione tra il Municipio 1 e l’assessora allo Sviluppo Economico, Alessia Cappello.
«Negli anni la fiera è diventata sempre più un evento commerciale – racconta Mattia Abdu, presidente del Municipio 1, al Corriere della Sera – ma il suo significato non è quello di semplice mercato, ha un rapporto stretto con la nostra città; stiamo considerando l’idea di sviluppare nel tempo una narrazione culturale che potrebbe portare, il prossimo anno, a una fiera itinerante, magari con una rievocazione storica in Piazza Mercanti, per preservare e promuovere le radici della nostra tradizione»
Quindi per noi milanesi non si è persa del tutto la speranza di tornare agli “Oh bej, Oh bej!” e ritrovare quella magia di cui abbiamo tutti un ricordo. Tra un compromesso commerciale e l’altro, da ingoiare insieme al panettone.
In cover il dipinto La Fiera Degli O Bej O Bej Con La Basilica Di Sant’ambrogiosullo Sfondo, di Giuseppe Barbaglia
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