Sono notizie all’ordine del giorno, quelle che registrano gravi incidenti sul posto di lavoro. Uno stillicidio che investe moltissime categorie e settori professionali come fosse semplicemente un dato fisiologico e naturale da rilevare che allunga l’elenco delle vittime. È la volta, nel padovano, di Stefano Moletta. L’uomo di 57 anni, residente a Tombolo, era un operaio che prestava servizio per mezzo di un’agenzia interinale presso il Macello Scarso R. e Figli di Ponte San Nicolò. Percorso che si è esaurito prematuramente nel turno di venerdì notte.
Secondo gli accertamenti portati avanti dai tecnici dello SPISAL (Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), l’individuo sarebbe rimasto incastrato fra il telaio metallico di una finestra e il lato posteriore di un carrello elevatore. Tra le ipotesi vagliate, non si esclude che la vittima si sia resa conto troppo tardi del movimento della macchina. Le verifiche in corso sono in attesa di definire se fossero state predisposte tutte le misure idonee a garantire la sicurezza dei dipendenti. Nessun tentativo di soccorso è stato comunque possibile visto che il malcapitato si trovava solo nello stabilimento. Soltanto alle prime luci di sabato mattina, il corpo senza vita è stato rinvenuto dagli addetti al carico del bestiame macellato.
Le condizioni di scarsa sicurezza per i lavoratori continuano a rappresentare un’urgenza che necessita di essere affrontata con un approccio legislativo, politico e culturale più deciso. A scanso di equivoci, mettiamo in chiaro che il problema interessa la società per intero. Nessun escluso. A questo proposito, il settore enogastronomico, che si nasconde dietro la sua rappresentazione patinata, presenta nella sua filiera grossomodo le stesse criticità che affliggono altri segmenti di produzione: sfruttamento, condizioni ambientali insostenibili, precarietà contrattuale, assenza di coperture assicurative e garanzie di sicurezza inesistenti. Tema dunque di non semplice risoluzione data la struttura attuale del mercato del lavoro, e che non riguarda solamente l’Italia ma è comune anche oltreoceano. Impensabile, in questa sede, pensare di individuarne una chiara e definitiva. Certo, sarebbe già un buon proposito collettivo smetterla di voltarsi dall’altra parte.
a cura di Eugenio Marini
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