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Economia

Non è un Paese per single. I limiti della social card, il divisivo aiuto per la spesa (ma senza sale)

Un sostegno economico per fronteggiare il caro prezzi, molto atteso da diverse famiglie italiane. Purché composte da minimo tre membri e con almeno un figlio piccolo. E senza la pretesa di comprare sale o aceto di mele

  • 14 Luglio, 2023

Mancano pochi giorni al rilascio della social card, la prepagata Postepay da 382,50 euro destinata alle famiglie più bisognose, che possono utilizzarla per acquistare generi di prima necessità. Ma non il sale, per esempio. Né marmellate o tisane. Un aiuto valido per chi è in difficoltà, ma non se si è soli. Si sa, il supermercato è un luogo ostile ai single.

A chi è destinata la social card

“Dedicata a te”. Questo è il nome della card, strumento presentato da Francesco Lollobrigida grazie ai 500 milioni stanziati in legge di Bilancio per combattere l’inflazione. Ma a chi è veramente dedicata questa carta? Non ai single né ai genitori separati, e nemmeno alle coppie senza figli. A riceverla, solo famiglie di tre persone con almeno un figlio piccolo, e Isee fino a 15mila euro. Insomma, dedicata a chi è povero ma solo se accompagnato (e riprodotto, ça va sans dire). Conte e Schlein l’hanno già definita una “mancetta”, quel che è certo è che le contraddizioni di questa mossa governativa sono diverse. A cominciare dai destinatari del bonus, la famiglia “tradizionale”: curiosa scelta, considerando che secondo i dati Istat le coppie con figli in Italia rappresentano attualmente solo il 32.5% della popolazione. Al restante, Isee permettendo, la card sarà rilasciata poi, nel caso rimanessero ancora delle risorse (insomma, se sei solo, ti spettano gli “avanzi”). Parliamo di giovani, certo, divorziati, single, genitori soli, ma anche tantissime persone over 65, anziani senza assistenza che restano esclusi dal gesto di solidarietà del governo.

Cosa comprare con la card: sì allo zucchero, no al sale

Si stima, comunque, che cerca 1.3 milioni di famiglie stiano per ricevere la Postepay contro il caro prezzi. Un aiuto una tantum, lo ricordiamo, a breve termine, ma che potrebbe comunque tornare utile… già, ma cosa si può acquistare con la carta? È il governo a scegliere per te i beni di prima necessità: sì al pesce fresco ma non quello surgelato, bandite le tisane ma concessi tè, caffè e camomilla. Il miele va bene, ma le marmellate non sono poi così necessarie o ancora – scelta più inspiegabile – sì allo zucchero, ma no al sale. Come fosse un ingrediente “extra” e non fondamentale in cucina. Un altro esempio? L’aceto: guai a farsi tentare da quello di mele, perché di necessario c’è solo quello di vino. Insomma, un aiuto sì, ma a certe condizioni. Del resto, “a caval donato non si guarda in bocca” quindi perché cercare il sale quando si può avere del cacao in polvere? Un contributo che ha le sue regole, dettate proprio da chi questo sostegno lo esibisce con orgoglio. Ma quando i conti a fine mese non tornano, insieme alla libertà, la spensieratezza, se ne va soprattutto la possibilità di scelta, il più grande privilegio dell’essere umano. Che anche in questo caso continua a essere negato, card o non card.

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