Qualsiasi risorsa puรฒ generare valore, anche se ha tutto l’aspetto di un rifiuto inutile. Sono queste le premesse dell’economia circolare, un campo dalle frontiere ancora inesplorate che potrebbe rivoluzionare il nostro rapporto con l’ambiente negli anni a venire. Il riciclaggio della plastica, ormai, รจ un esempio quasi scontato: quante volte abbiamo sentito parlare di iniziative nate per trasformare le bottiglie dell’acqua in nuovi prodotti dโuso quotidiano? Ma la raccolta differenziata non basta: si puรฒ (e si deve) fare di piรน. Senza contare che le plastiche non sono tutte uguali. Lo dimostrano gli studi di AgroMateriae, startup accreditata dall’Universitร di Modena e Reggio-Emilia che ha messo a punto un metodo per trasformare gli scarti agro-alimentari in materiali per l’industria della plastica, vincendo il Premio Nazionale per l’Innovazione 2020. Un bel traguardo, perchรฉ questo prestigioso riconoscimento รจ lo step conclusivo della business plan competition piรน importante dโItalia.
Questโanno al PNI hanno preso parte ben 900 idee di impresa, sottoposte a rigide prove di selezione regionali. Durante il match finale, perรฒ, la startup emiliana si รจ distinta per lโoriginalitร e il pensiero circolare del progetto in gara. A proporlo due ingegneri chimici –Alessandro Nanni, ricercatore, e Nikolas Gallio, processista per un’azienda polimerica- e un professore ordinario in Scienza e Tecnologia dei Materiali, Massimo Messori. Il team ha deciso di affrontare il problema della plastica da una prospettiva diversa, che consiste nel produrla attraverso scarti agro-industriali, oltre a facilitare le consuete procedure di smaltimento. Cosรฌ รจ nato WinePlastics Filler (WPF), una polvere ottenuta dalle eccedenze delle aziende vinicole, con metodi a impatto ambientale zero.
โLโItalia รจ il primo produttore di vino a livello mondiale e le nostre cantine generano 10 milioni di tonnellate di rifiuti. Sono numeri impressionantiโ, osserva Nanni. โIl biofiller di AgroMateriae, quindi, nasce per offrire alle attivitร del settore una valida alternativaโ. Il vantaggio รจ doppio: da un lato i sottoprodotti della vinificazione vengono salvati dallo spreco e inseriti in un circuito produttivo; dallโaltro, le polveri di WPF possono essere miscelate a plastiche o bioplastiche nelle proporzioni volute (dal 5 al 60%), dando vita a materiali con caratteristiche interessanti. Al tempo stesso, il sistema รจ anche un esempio di economia circolare.
โPrima di tutto, il nostro modello che puรฒ essere adattato a tanti prodotti diversi, perchรฉ sfrutta le molecole e i polimeri naturali contenuti nelle sostanze organicheโ spiega il ricercatore. โQuindi, oltre agli scarti della produzione vinicola si possono utilizzare anche i fondi di caffรจ o i residui dell’industria olearia. Nel caso specifico, WinePlastic Filler รจ un esempio di economia circolare perchรฉ la plastica ottenuta puรฒ essere impiegata nella realizzazione di legacci per la vite, tappi per sigillare bottiglie o brick di vino e imballaggi. In questo modo le aziende hanno un ritorno economico e contribuiscono al benessere ambientaleโ. Il team di AgroMateriae, dunque, preleva una certa quantitร di sottoprodotti dalle cantine-partner, per poi lavorarli in uno stabilimento attrezzato.
โOra ci stiamo appoggiando ad alcune aziende fisse che mettono a disposizione i macchinari, ma in futuro vorremmo aprire una sede di trasformazione tutta nostraโ spiega Nanni. โL’obiettivo รจ quello di rendere questa micro-impresa una piattaforma versatile, capace di valorizzare i rifiuti agroalimentari che diversamente andrebbero persiโ. Le plastiche a base di biofiller sono economiche, biodegradabili (anche se non dovessero essere smaltite correttamente, avrebbero un impatto minimo sul terreno) e si prestano bene alla stampa 3D. โQuesta รจ la dimostrazione che sostenibilitร , risparmio e performance non sono aspetti separati fra loro. Anzi, possono rappresentare un punto di arrivo per tutte le startup emergentiโ.
AgroMateriae Sito Web del progetto [email protected]
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A cura di Lucia Facchini
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