«Chiediamo alla Regione Piemonte la convocazione urgente degli Stati generali del vino, il comparto sta manifestando segni di sofferenza che non possono più essere ignorati». Così il presidente regionale di Cia-Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, e il presidente provinciale di Cia Cuneo, Claudio Conterno, lanciano l’allarme sulla situazione vitivinicola della regione (e non solo). Un allarme che fa il paio con quello lanciato nei giorni scorsi dal produttore pugliese Gregory Perrucci.
«Nell’immediato bisogna trovare una soluzione alle eccedenze di magazzino che si stanno registrando nel territorio piemontese, ma allo stesso tempo occorre ragionare al più presto sui problemi di fondo dell’intero settore, che vede addensarsi all’orizzonte nubi sempre più minacciose e preoccupanti». Nella fattispecie, calo dei consumi, cambiamento climatico e cattiva informazione.
«Parliamo in questo momento di almeno 55 mila ettolitri di vino in eccedenza – spiega Conterno – soltanto per Barbera, Cortese e Dolcetto. Una criticità che va ad aggiungersi ad alcune situazioni ormai croniche e che prevedibilmente nei prossimi mesi diventerà evidente in molte altre regioni d’Italia».
Il presidente Cia Cuneo prova a tracciare un piano per ridare futuro al settore: «Servono decisioni tattiche, ma anche strategiche di lunga portata, una nuova programmazione che valga per il futuro. In quest’ottica, dovremmo valutare il blocco degli impianti di nuovi vigneti, salvaguardando i progetti di sviluppo delle aziende condotte da giovani agricoltori, al fine di evitare un ulteriore aggravamento della situazione e il rischio di una spirale produttiva dalle conseguenze potenzialmente disastrose. Va messo tutto sul tavolo, dobbiamo anticipare le domande del mercato, prima che lo facciano gli altri, mettere in discussione, quando serve, il ruolo e le scelte di tutti gli attori del settore vino, a cominciare dalle nostre realtà organizzate, pensando anche a ricambi generazionali».
C’è, poi, la questione salutismo e tutti gli attacchi rivolti al vino che di certo non aiutano a incrementare i consumi: «Non bisogna lasciare che tante piccole palle di neve diventino una valanga, dobbiamo reagire», chiosa Conterno.
Carenini, presidente Cia Piemonte
L’iniziativa di un tavolo di confronto, secondo Cia Piemonte, va presa dalla politica: «È necessario coinvolgere tutti gli attori protagonisti del settore – sostiene il presidente Carenini- dai produttori, ai Consorzi, agli industriali, ai decisori politici. È il momento di farlo, prima che sia troppo tardi, disegnando tutti insieme un nuovo scenario di sviluppo per i prossimi anni, tenendo conto che la gravità dei problemi è sempre più evidente».
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