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Misure anticrisi

Vendemmia 2025: la crisi di sovrapproduzione รจ dietro l'angolo. Doc e Docg corrono ai ripari

Dal blocage dell'Abruzzo al taglio delle rese del Chianti Docg, passando per il blocco degli impianti. I Consorzi si preparano ad un anno di sacrifici tra giacenze alte e mercati imprevedibili. E chiedono un confronto al Governo

  • 05 Giugno, 2025

L’eccesso di vino spaventa il comparto alla vigilia della vendemmia 2025. L’Italia, che nel 2024 ha recuperato volumi, rischia di arrivare al prossimo raccolto con la pancia troppo piena, a causa di un mercato che non sta favorendo un rapido turnover delle giacenze (vini Dop compresi), considerando anche un export in rallentamento, consumi che non si rialzano, un potere d’acquisto che resta debole e un’inflazione che, seppure non ai livelli del 2023, fa sentire i suoi effetti sull’economia nazionale, in cui peggiora il clima di fiducia sia delle imprese sia dei consumatori (come rilevato dall’Istat a marzo-aprile 2025).

In questo contesto, l’Europa sta concedendo al vino maglie piรน larghe. La riforma del comparto, il famoso “pacchetto” disposto in vista della nuova Pac e stilato in base alle indicazioni del Gruppo di alto livello, introduce piรน flessibilitร  soprattutto in materia di gestione del potenziale e apre addirittura a misure d’emergenza come gli estirpi. Bruxelles, tramite il commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, sembra aver ascoltato le esigenze delle imprese. L’esponente dell’esecutivo di Ursula von der Leyen lo ha ribadito anche martedรฌ 20 maggio, nella riunione dell’Intergruppo vino. La grande maggioranza dei sindacati dei Paesi produttori ha incassato con favore il piano riformatore, in un contesto internazionale turbolento e imprevedibile (dai dazi Usa alla guerra in Ucraina).

Sul fronte italiano, diversi consorzi di tutela – consultati dal settimanale Tre Bicchieri – si stanno preparando a governare la congiuntura, con misure di gestione dei quantitativi che puntano a garantire equilibrio e, soprattutto, la sostenibilitร  economica al sistema. L’estate 2025 si avvicina rapidamente e, per l’Italia, molti enti, da Nord a Sud, stanno giร  mettendo in piedi – e discutendo internamente – le strategie per evitare il fantasma piรน temuto: la sovrapproduzione.

Le richieste alla politica

Al di lร  delle strategie che ogni consorzio adotterร  singolarmente, le associazioni dei produttori chiedono alle istituzioni una sponda per affrontare la crisi, su vari aspetti. Vitaliano Maccario (Barbera d’Asti e Vini del Monferrato) auspica l’apertura di un confronto per rilanciare il mercato interno: ยซUna misura concreta e immediata potrebbe essere la riduzione dell’Iva al consumo sul vino, oggi al 22%, portandola al livello degli altri alimentari, per ridare fiato a consumatori e ristorazioneยป, Giovanni Busi (Chianti Docg) spinge per avere ยซmaggiori risorse per la promozione, con contributi a fondo perduto piรน consistentiยป.

Alessandro Nicodemi (Vini d’Abruzzo) chiede ยซregole piรน elastiche e meno vincolanti che consentano alle aziende di gestire in modo flessibile la capacitร  produttivaยป. Claudio Biondi (Lambrusco) riflette sulla ยซsospensione temporaneaยป delle autorizzazioni per nuovi impianti viticoli, oggi fissata all’1% del potenziale nazionale, ma anche su una comunicazione sul corretto consumo di alcolici verso i piรน giovani: ยซAttivitร  necessaria – conclude – soprattutto in una fase di stallo dei consumiยป, come rilevato anche nell’ultimo report di Mediobanca.

I piani di “sopravvivenza” dei Consorzi

Il distretto Valpolicella lo ha annunciato senza giri di parole, dopo l’assemblea del 15 maggio: riduzione dei tetti massimi delle rese in vigna e blocco degli impianti per tre vendemmie consecutive. Il presidente del consorzio Christian Marchesini punta a regolare, come giร  avvenuto in altre annate, tutte le principali Dop del Veronese: Amarone e Recioto, Valpolicella e Ripasso. Ma anche nel vicino Piemonte ci si muove su una linea analoga. In vista della vendemmia 2025, il Consorzio Barbera dโ€™Asti e Vini del Monferrato sta valutando di attivare misure di contenimento produttivo.

Vitaliano Maccario – presidente Consorzio Barbera Asti e Vini del Monferrato

Tra queste, fa sapere il presidente Vitaliano Maccario, la riduzione delle rese per ettaro su alcune denominazioni e un blocco temporaneo degli impianti, dove necessario: ยซDa un lato, per tutelare il valore delle denominazioni, mantenendo un alto standard qualitativo; dallโ€™altro, per evitare squilibri strutturali tra offerta e domanda. Il nostro non รจ un approccio punitivo, ma preventivo e condiviso: vogliamo che ogni scelta sia frutto di una visione comune e sostenibile nel lungo periodoยป. Il tema sarร  oggetto anche delle strategie del Consorzio dell’Asti Docg, che sta avviando il confronto al suo interno.

Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – paesaggio vitato – foto Consorzio di tutela

Il Morellino riflette sulla riserva vendemmiale

Chi sta giร  facendo i conti col rischio sovrapproduzione รจ il Morellino di Scansano. La Docg toscana, a causa di un 2024 abbondante, ha incrementato la produzione del 28%, sfiorando quota 9,7 milioni di bottiglie (circa il 24% in piรน sulla media degli ultimi anni). Allo stesso tempo, gli ultimi dati di vendite parlano di rallentamento del mercato interno ยซa causa dell’inasprimento delle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza, con positivi segnali sull’exportยป, spiega l’ente guidato da Bernardo Guicciardini Calamai. Da qui, la necessitร  di essere ยซprevidenti per non trovarci con eccessive eccedenzeยป. Se, infatti, la 2025 sarร  un’altra vendemmia abbondante si sta valutando la ยซriduzione delle rese o l’uso della riserva vendemmialeยป. La decisione finale sarร  presa nell’assemblea dei soci, giร  calendarizzata per le prossime settimane.

Bernardo Guicciardini Calamai – presidente Consorzio Morellino di Scansano

Taglio “prudenziale” del 20% per il Chianti Docg

Dopo un 2024 che ha segnato il ritorno alla normalitร , con 805mila ettolitri di vino prodotti contro i 515mila del 2023, il Consorzio Vino Chianti porterร  in approvazione, nell’assemblea del 27 giugno, una proposta di riduzione delle rese per ettaro del 20% per la vendemmia 2025. ยซUna misura precauzionale e responsabile – spiega al settimanale Tre Bicchieri il presidente Giovanni Busi – pensata per tutelare lโ€™equilibrio rispetto a un mercato estremamente dinamico e, per certi versi, imprevedibileยป. E lo farร  con giacenze ยซsotto controlloยป, ovvero con livelli coerenti con il pre-pandemia e imbottigliamenti stabili a 75 milioni di bottiglie. Secondo Busi, che ricorda come tra 2017 e 2023 le variabili siccitร , gelate e grandine hanno inciso sui volumi fino a quasi -50% di un anno fa, la riduzione strutturale dellโ€™offerta ยซnon puรฒ essere lโ€™unica risposta: servono scelte mirate, condivise, che tengano conto tanto della sostenibilitร  economica delle aziende quanto della valorizzazione del prodottoยป.

Il cambiamento attuale รจ definito ยซepocaleยป, dal momento che ยซil modello su cui si รจ basato il comparto vitivinicolo italiano negli ultimi ventโ€™anni โ€“ grandi volumi, mercati stabili, crescita lineare โ€“ sta mostrando tutte le sue fragilitร ยป, afferma Busi che aggiunge: ยซรˆ finito il tempo della domanda garantita: oggi il vino va proposto, spiegato, raccontato. Per questo, la prioritร  non puรฒ essere solo contenere lโ€™offerta, ma espandere il mercatoยป. Asia, Africa, Sud America sono i Paesi target su cui si lavora per riaffermare il Chianti Docg come ยซdenominazione accessibile e di qualitร ยป.

Giovanni Busi – presidente Consorzio vino Chianti (Alessandro Fibbi Ph) 2022

 

A Manduria stop ai nuovi vigneti a Dop fino al 2030

Diminuire la quantitร  e aumentare la qualitร . Il mantra del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria si รจ concretizzato a marzo scorso, con la decisione dell’assemblea dei soci che ha approvato all’unanimitร  una misura definita ยซchiaveยป dalla presidente Novella Pastorelli: il blocco delle nuove iscrizioni allo schedario viticolo per il Primitivo di Manduria Dop nel periodo 2025-2030. ยซDecisione lungimirante, che punta a regolare la crescita della produzione, proteggere il valore della denominazione e garantire un equilibrio duraturo tra domanda e offertaยป. I produttori, che nel 2024 hanno imbottigliato 26 milioni di pezzi (oltre 1,9 milioni di ettolitri) con un +10% sul 2023, potranno reimpiantare i vigneti ma tutti i nuovi impianti per i prossimi 5 anni non potranno essere rivendicati Doc o Docg, bensรฌ destinati ad altre denominazioni. ยซUna misura concreta – conclude la presidente – che rafforza la credibilitร  del nostro sistema e tutela la sostenibilitร  produttiva del territorioยป.

Novella Pastorelli – presidente Consorzio di tutela Primitivo di Manduria

Rese piรน basse per Lambrusco Doc e stoccaggio per l’Igt Emilia

Stringe la cinghia anche il Lambrusco, con una Doc a 37 mln di bottiglie nel 2024 e una Igt Emilia Lambrusco a circa 110 mln di pezzi, che Consorzio tutela Lambrusco e Consorzio Vini Emilia curano in sinergia. In questo 2025, entreranno in vigore le recenti modifiche ai disciplinari, inclusa una leggera diminuzione (da 80% al 75%) della resa uva-vino per alcune Doc del Lambrusco oltre che per lโ€™Igt Emilia Lambrusco, su di recente รจ stata deliberata un’importante misura sullo stoccaggio: ยซTenuto conto che unโ€™offerta correttamente dimensionata consente di salvaguardare il posizionamento del prodotto e, contemporaneamente, gli interessi dei consumatori – spiega Claudio Biondi, che guida il Consorzio del Lambrusco – รจ stato deciso lo stoccaggio del vino derivante da quintali prodotti oltre la soglia dei 250 qt/ettaro, fino al 31 dicembre 2026. Si precisa che la resa da disciplinare รจ 290 quintali per ettaroยป.

Il Consorzio potrร  svincolare i volumi in stock anche prima di quella data. Tuttavia, come riferisce Biondi, non lo potranno fare le singole aziende ma la misura dovrร  interessare esclusivamente tutta l’indicazione geografica.

Claudio Biondi – presidente Consorzio tutela Lambrusco

In Abruzzo scatta il “blocage”

Nel grande comprensorio dei Vini d’Abruzzo, che nel 2024 ha prodotto 2,29 milioni di ettolitri di vino (di cui 1,5 milioni a Do/Ig) e nel 2023 soli 1,5 mln/hl (media anni precedenti di 3,2-3,3 mln/hl), il 2025 dovrebbe garantire ยซbuone rese con livelli ante 2023ยป, annuncia il presidente Alessandro Nicodemi, appena rieletto. ยซPurtroppo – aggiunge – sebbene le ultime due vendemmie siano state tra le piรน basse di sempre, le giacenze in particolare di Montepulciano dโ€™Abruzzo sono sempre su livelli piuttosto elevati anche se molto inferiori alle primavere 2023 e 2024ยป. Negli ultimi due anni, il Consorzio ha chiesto alla Regione Abruzzo di applicare l’art. 39 del Testo unico del vino relativamente alla misura del bloccaggio del 20% del prodotto: ยซAbbiamo garantito cosรฌ una buona stabilitร  del mercato. E occorre riproporre la misura anche per il 2025ยป.

 

Alessandro Nicodemi – presidente del Consorzio Vini Abruzzo

Per ora non ci sono decisioni formali. Nei prossimi giorni, il Cda dell’ente di tutela si confronterร  per mettere ai voti la proposta in sede di assemblea dei soci: ยซVogliamo guardare soprattutto al futuro – sottolinea Nicodemi, al settimanale Tre Bicchieri – e alla tenuta del settore nel medio-lungo termineยป.

 

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Montepulciano d’Abruzzo – grappoli

Perchรฉ Igt Toscana e Doc Trentino non metteranno limiti

Il Consorzio dell‘Igt Toscana, che venerdรฌ 23 maggio ha inaugurato la nuova sede consortile a Sambuca, nel Comune di Barberino Tavarnelle, vive invece una condizione differente. In quanto indicazione geografica di ricaduta, non interverrร  sulle produzioni 2025. Lo scorso anno, il gruppo di aziende guidato da Cesare Cecchi, che muove un giro d’affari da mezzo miliardo di euro, ha imbottigliato 667mila ettolitri (-1,2%): ยซAl momento non riteniamo di dover applicare particolari strategie. Il “Toscana” รจ una Ig che puรฒ essere utilizzata per gestire al meglio le produzioni, che possono cambiare da un anno allโ€™altro, e gli impianti e le rese non sono mai stati un problemaยป.

Una limitazione dei volumi potrebbe mettere in difficoltร  le aziende sia nella fase di produzione che nei mesi successivi alla raccolta. Guardando, poi, allo scenario generale, Cecchi invita aย capire ยซse la situazione attuale รจ frutto di una situazione contingente o se stiamo assistendo a un cambiamento strutturale o a un mix delle due. In ogni caso – conclude – i problemi dovranno essere affrontati. Come Consorzio, auspichiamo che a livello nazionale possano essere elaborate soluzioni che tengano conto delle realtร  delle singole regioniยป.

Cesare Cecchi – presidente Consorzio Igt Toscana

 

Anche la Doc Trentino si muoverร  sulla stessa linea. Lo spiega il Consorzio con il suo direttore Graziano Molon: ยซVeniamo da due anni di vendemmie non abbondanti, in tendenziale calo produttivo. Per questo, non ravvisiamo la necessitร  di introdurre misure di contenimento delle rese o altre iniziativeยป. Nei numeri, infatti, la 2024 (1 mln/hl prodotti) รจ tra le annate piรน scarse dal 2014, con giacenze al 31 dicembre 2024 lievemente inferiori al 2023: 564mila contro 609mila ettolitri. ยซรˆ piuttosto presto per poter inquadrare con cognizione di causa le esigenze dell’annata viticola – sottolinea Molon in merito alle strategie future – e anche per quanto riguarda il mercato nazionale, troppe sono le incognite per fare previsioniยป. Il Consorzio vini del Trentino auspica una soluzione del problema dazi negli Usa (essendo tra i distretti piรน esposti) e ritiene necessario ยซlavorare sulla promozione del prodotto, con focus su sostenibilitร  e consumo responsabile, cercando di intercettare le fasce piรน giovaniยป. In attesa che l’Ue dia risposte concrete: ยซUn supporto al comparto, evitando le complicazioni (etichettature) e soprattutto – conclude – le demonizzazioni di un settore che รจ, e resta, uno dei baluardi dell’agricoltura di montagna e del mantenimento delle popolazioni a presidio dei territoriยป.

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Trentino – vigneti

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<<<< Questo articolo รจ stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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