Con la recrudescenza della pandemia e l’avvicinarsi dell’autunno, con la guerra tra Russia e Ucraina che non mostra segni di rallentamento, con una legge di bilancio tutta da scrivere e un tessuto economico in difficoltร per il trend inflazionistico, l’Italia si ritrova improvvisamente piรน debole. Le inevitabili dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, rappresentano un duro colpo alla generale tenuta del Paese e alla sua capacitร di programmare il futuro.
Un governo dimissionario, che resta in carica solo per gli affari correnti, รจ un governo spuntato. E le preoccupazioni del Quirinale sono ora legate, da un lato, a fissare al piรน presto la data delle elezioni (ipotesi 25 settembre o 2 ottobre) e, dall’altro, a far sรฌ che l’esecutivo che ci traghetterร alle urne possa mettere mano alla legge di bilancio e completare gli obiettivi del Pnrr del secondo semestre. Alle forze politiche, soprattutto a quelle che hanno voltato le spalle all’ex numero uno della Bce, si chiederร di rispettare il percorso di riforme, ma in pieno clima di campagna elettorale. L’Italia, va ricordato, con oltre 190 miliardi di euro, รจ la piรน importante beneficiaria dei fondi del Next generation Eu, su cui occorre pianificazione e capacitร di spesa davanti all’occhio attento dell’Europa. Sono 55 gli obiettivi da completare entro dicembre 2022 per incassare la terza rata.
Intanto, a incassare il colpo รจ l’agricoltura italiana, che si interroga sul futuro. A partire da chi sarร il prossimo inquilino di via XX Settembre (il 41esimo in 70 anni di Repubblica!) dopo Stefano Patuanelli. Il 30 aprile 2021 l’Italia ha presentato a Bruxelles il Piano nazionale di ripresa e resilienza basato. Al Mipaaf รจ stato chiesto di gestire risorse per 4,88 miliardi di euro, per interventi che vanno dalla logistica al parco agrisolare, dall’innovazione e meccanizzazione ai contratti di filiera e di distretto, fino agli investimenti sulla resilienza dell’agro-sistema irriguo, di cui la grave siccitร di giugno e luglio ha messo a nudo ogni debolezza. C’era molta fiducia nel condottiero Draghi. Ma il vento รจ cambiato, in peggio. Il governo provvisorio potrร certamente emanare i decreti attuativi relativi a deleghe giร approvate dal Parlamento, tra cui rientrano anche quelli di attuazione del Pnrr. Ma ci sarร bisogno di definire meglio i settori di intervento dell’esecutivo. Per questo, servirร una specifica direttiva della Presidenza del consiglio. Insomma, ci attende un proseguo d’estate in cui si navigherร , al caldo, in un mare di profonde incertezze.
a cura di Gianluca Atzeni
La versione completa di questo articolo รจ stata pubblicata sulย Settimanale Tre Bicchieri del 21 luglio 2022
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