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Estate

Portare il pranzo in spiaggia è un diritto: cosa possono (e non possono) vietare gli stabilimenti

Controlli alle borse e divieti attaccati ovunque. Nei lidi è guerra al cibo da casa. Peccato che non sia proibito da alcuna misura. Vediamo perché e quali sono i limiti reali al pranzo sotto l’ombrellone

  • 12 Giugno, 2025

L’estate è sinonimo di sole, di mare. E di immancabile panino sotto l’ombrellone. Ma cosa succede se il gestore dello stabilimento vieta di portare e consumare il pranzo da casa? Il dibattito si riaccende ogni anno, con cartelli che proibiscono di introdurre cibo dall’esterno e controlli alle borse che sembrano quelli di un aeroporto. Eppure la verità è una sola: portare cibo da casa in spiaggia, anche all’interno dei lidi, è un diritto tutelato dalla legge

Il diritto di portare il cibo da casa

Avvocati, esperti di diritto balneare, associazioni di consumatori. Tutti concordano sul fatto che non esista alcuna normativa nazionale che autorizzi i gestori degli stabilimenti balneari a vietare in modo assoluto l’introduzione di alimenti o bevande dall’esterno. Stando a quanto stabilito dalla legge del 2006 sulle concessioni balneari, infatti, le spiagge sono aree demaniali pubbliche affidate in gestione a privati, e non luoghi completamente privati come una piscina. Ciò significa che il gestore è tenuto non solo a garantire il libero transito e l’accesso gratuito, ma anche a non imporre ai clienti di consumare esclusivamente i prodotti del proprio bar o ristorante. Oltre che a non avere il diritto di effettuare controlli o perquisizioni su zaini, sacche e borse frigo, prerogativa esclusiva delle forze dell’ordine. Un aspetto da ricordare qualora un beach manager o i membri dello staff dovessero arbitrariamente bloccarvi. 

Niente paura per le ordinanze comunali

E se viene invocata una fantomatica disposizione del Comune che vieta pranzi al sacco e schiscette? Non c’è, neanche qui, motivo di preoccuparsi. È vero, di solito sono le ordinanze comunali a definire indicazioni specifiche per la stagione balneare, anche in fatto di cibo. Ma, pur variando da località a località, sono pochi i provvedimenti che disciplinano in senso negativo il consumo di cibo portato dall’esterno.Per accorgersene basta analizzare alcune delle ordinanze balneari per l’estate 2025. Nell’ordinanza balneare 2025 della Regione Puglia, ad esempio, è stabilito chiaramente che è consentito introdurre alimenti e bevande per il consumo proprio, anche se non acquistati all’interno delle strutture, purché nel rispetto del decoro.

ombrelloni

 

Allo stesso modo, anche le nuove norme per il litorale marittimo di Roma Capitale non impongono divieti specifici sul cibo portato da casa. La dicitura esplicita che consente di «consumare cibo e bevande portate da casa» si trova esclusivamente nelle disposizioni relative alle spiagge libere o alle spiagge libere con servizi. Tuttavia, anche all’interno degli stabilimenti balneari, eccezion fatta per le cabine, il consumo di cibo è sempre consentito . E c’è di più: è anche «vietato apporre nei regolamenti degli stabilimenti balneari il divieto di consumo di alimenti al di fuori delle cabine». 

Cosa possono fare i gestori? 

Nessun problema, dunque, per chi vuole mangiare sotto l’ombrellone dello stabilimento, sempre a patto che non rechi disturbo. Nonostante il diritto di portare cibo da casa sia chiaro, esistono limiti di buon senso e rispetto reciproco. Sì, perché sulla scorta delle ordinanze comunali, i gestori possono legittimamente adottare alcune regole per garantire il decoro, la sicurezza e l’igiene all’interno delle loro aree. In particolare vietare l’uso di contenitori in vetro, limitare l’ingombro di borse frigo e evitare picnic rumorosi o ingombranti tavolate sotto l’ombrellone.

Tuttavia, troppo spesso, alcuni lidi provano a mettere i bastoni tra le ruote al consumo di panini o pranzi in spiaggia appellandosi proprio a ordinanze comunali che raramente contengono divieti espliciti in tal senso. Sono le aree di ristorazione o bar all’interno degli stabilimenti quelle in cui il consumo è, invece, sempre riservato ai prodotti venduti dalla struttura. Una policy più che legittima che però non può estendersi all’intera area del lido per vietare in modo generalizzato il cibo portato da casa. Insomma, sotto l’ombrellone, il diritto al proprio pasto è sacro, che sia il tramezzino del bar o l’infinita insalata di riso della zia.

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