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Attivismo

Nudi, cosparsi di farina e mille forbici, le proteste contro il Ministero dell'Agricoltura: “Tagliate l’IVA su pane e verdure”

Sette attivisti davanti al Ministero dell’Agricoltura chiedono il taglio dell’IVA dal 10 al 4% su pane, pasta, latte e verdure. “Il governo tassa il cibo, non gli extraprofitti delle grandi industrie”

  • 13 Giugno, 2025

Sette attivisti e attiviste del collettivo Ultima Generazione hanno inscenato in questi giorni una serie di proteste davanti a sedi istituzionali, culminate con un’azione scenica davanti al Ministero dell’Agricoltura, in via XX Settembre a Roma, e un secondo blitz davanti al Senato, in corso del Rinascimento. A torso nudo, con la scritta “Tagliamo l’IVA” dipinta sul corpo e una forbice gigante di cartone tra le mani, i manifestanti si sono cosparsi di farina bianca, simbolo di assenza e silenzio, per denunciare – dicono – le promesse tradite dal governo. «Il bianco è il colore della sottrazione e dell’inerzia», hanno spiegato. L’intervento delle forze dell’ordine è stato immediato in entrambi i casi. Oggi, davanti a Palazzo Madama, sono state anche rovesciate mille forbici da cartoleria, a simboleggiare il “taglio mancato” dell’IVA, promesso e mai realizzato. Portati via in via del Salvatore, i manifestanti hanno esposto lo striscione: “Tagliamo l’IVA”. Alle 11.20 sono stati condotti in commissariato.

foto di Alessandro Penso

Dal 10 al 4%: il taglio dell’IVA che chiedono le famiglie

Al centro della protesta, la richiesta di ridurre l’IVA su beni alimentari essenziali dal 10% al 4%, in particolare su prodotti come pane, olio, latte, pasta e verdure. Una misura promessa – ricordano gli attivisti – anche in occasione delle ultime due leggi di bilancio, ma mai concretamente attuata. «Ci siamo cosparsi di farina, polvere bianca che si deposita sulle promesse elettorali tradite», si legge in un post pubblicato dal collettivo su Instagram. Ultima Generazione chiede anche che il carico fiscale venga spostato dagli alimenti di base agli extraprofitti delle industrie del fossile, dell’agroalimentare e delle armi, chiamate in causa come responsabili della crisi climatica e dell’insicurezza alimentare. «Il 57% delle famiglie italiane fatica ad arrivare a fine mese», denunciano. Per questo, da ottobre annunciano un boicottaggio nazionale dei supermercati, che partirà una volta raggiunta la soglia simbolica di 100.000 partecipanti (più di 10.000 avrebbero già aderito).

foto di Alessandro Penso

Un boicottaggio per il taglio dell’IVA

Il movimento ha annunciato l’avvio di un boicottaggio dei supermercati a partire dall’11 ottobre, condizionato al raggiungimento di 100.000 adesioni (oltre 10.000 quelle già raccolte). Il boicottaggio, spiegano, mira a colpire economicamente e mediaticamente la grande distribuzione, accusata di trarre profitto dalla crisi climatica e dall’inflazione mentre famiglie e agricoltori subiscono i rincari. Il modello è quello croato, dove un’azione simile ha portato il governo a intervenire sui prezzi. L’obiettivo è spostare il prelievo fiscale dagli alimenti agli extraprofitti delle aziende del fossile, dell’agroindustria e delle armi.

Chi è Ultima Generazione

Ultima Generazione è un collettivo che pratica la disobbedienza civile nonviolenta per portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’urgenza della crisi climatica e sociale. Attivo in Italia dal 2021, il gruppo organizza proteste ad alto impatto simbolico, spesso al limite della legalità, per denunciare l’inazione del governo su temi come la giustizia climatica, la distribuzione delle risorse e l’accesso ai beni essenziali. Oltre alle azioni in strada, come i blocchi del traffico o le manifestazioni davanti ai ministeri, il collettivo ha preso di mira anche luoghi simbolici del consumo e del lusso: pochi mesi fa gli attivisti si sono incollati all’ingresso del ristorante milanese di Carlo Cracco, chiedendo che lo chef si schierasse pubblicamente contro i sussidi ai combustibili fossili.

 

foto cover di Alessandro Penso

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