L’imminente riforma della Politica Agricola Europea la cui presentazione è prevista per il prossimo 14 maggio, dovrebbe portare a uno snellimento fin troppo impattante delle normative a tutela dell’ambiente. Come riportato dal sito Politico che ha visionato in anteprima il documento con la bozza di riforma, il pacchetto di semplificazione agricola ridurrebbe ulteriormente i controlli ambientali sull’erogazione dei fondi nell’ambito della Pac. Inoltre, esenterebbe i piccoli agricoltori da alcuni controlli e aumenterebbe il limite massimo dei sussidi alle piccole aziende agricole. Le nuove riforme sono state sviluppate a seguito del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’Ue annunciato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel 2023.
Se fino a oggi gli agricoltori hanno sempre dovuto rispettare i requisiti fondiari per accedere a determinati sussidi, con le riforme che dovrebbero essere proposte a breve si garantirebbe una maggiore elasticità nell’applicazione delle normative. Un esempio potrebbe essere quello dei pascoli, che vedrebbero incrementare la quantità di terreno persa per questo scopo dal 5% al 10% rispetto al 2018. Un sostanziale raddoppio che permetterebbe agli agricoltori di aumentare la produzione a scapito di biodiversità ed emissioni di anidride carbonica. Un altro elemento che sarebbe oggetto di modifiche è la normativa che regolamenta i corsi d’acqua, con un cambio che riguarderebbe proprio la definizione degli stessi: modificando il concetto di “corso d’acqua”, infatti si ridurrebbe il numero di fiumi che soddisfano la definizione e che quindi andrebbero protetti, ma ci sarebbe anche un minor numero di fasce tampone istituite per prevenire l’inquinamento agricolo.
Oltre a tutto ciò la Commissione vorrebbe semplificare la distribuzione di fondi da parte dei governi europei, a sostegno degli agricoltori colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, come inondazioni e siccità. Per mettere in pratica questa idea si è ipotizzata la creazione di due nuovi fondi che permetterebbero pagamenti diretti per “consentire un rapido indennizzo degli agricoltori più colpiti”, come riportato sul testo visionato. Secondo il documento, le autorità nazionali dovrebbero inoltre stabilire un “tasso di indennizzo più elevato” per gli agricoltori coperti da assicurazione o altri strumenti di gestione del rischio. Il sistema di condizionalità, che limita il modo in cui i singoli Paesi possono erogare i finanziamenti della Pac per la protezione della natura, dell’ambiente e del clima, “non dovrebbe applicarsi ai pagamenti complementari agli agricoltori a seguito di calamità naturali, eventi climatici avversi o eventi catastrofici nell’ambito dei pagamenti diretti”, aggiunge il documento.
La riforma che si prefigura rischierebbe di mettere seriamente a rischio gli obiettivi del Green Deal europeo, che mira a raggiungere zero emissioni nette nell’Ue entro il 2050 e a dissociare la crescita economica dall’uso delle risorse. Prendendo spunto dal Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura europea, alcune di quelle proposte sono state integrate nella Visione per l’agricoltura e l’alimentazione del Commissario per l’Agricoltura Christophe Hansen pubblicata lo scorso febbraio. Tuttavia, questa visione è stata criticata per non essere sufficientemente ampia; ad esempio, non prevede piani per ridurre le diete ricche di carne e latticini né per riformare l’iva sui prodotti alimentari.
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