Il turismo sul Lago di Como è diventato una risorsa sempre più difficile da gestire. A Varenna, per esempio, tra i centri più iconici e affollati della sponda orientale, la bellezza paesaggistica si scontra ogni giorno con il peso di un’affluenza turistica ormai fuori controllo. Non si tratta più soltanto di numeri record: il turismo giornaliero, spesso “mordi e fuggi”, sta alterando gli equilibri dei piccoli borghi, generando congestione, disagi e costi che ricadono interamente sulle amministrazioni locali e sui cittadini. Per questo il sindaco della località, Mauro Manzoni, ha deciso di agire: in una lettera inviata al Ministero del Turismo ha chiesto formalmente l’introduzione del contributo di sbarco anche per i comuni lacustri, una misura oggi prevista solo per alcune località insulari come Venezia.
Nonostante il pagamento dell’imposta di soggiorno da parte dei turisti che pernottano, il problema che resta irrisolto è quello dei visitatori giornalieri, che costituiscono una fetta consistente e problematica dell’afflusso turistico. «Sono proprio loro a generare le maggiori criticità – spiega il sindaco Manzoni al quotidiano Prima Lecco – ma ad oggi non contribuiscono in alcun modo ai costi di gestione che i Comuni devono sostenere». I problemi non sono solo legati alla folla nei centri storici o alla viabilità intasata, ma anche a rifiuti, sicurezza urbana, degrado ambientale e servizi sotto pressione. L’overtourism, infatti, non è solo una questione estetica: ha un impatto reale sulla qualità della vita dei residenti e sulla sostenibilità dei territori.
La proposta non riguarda solo Varenna. A supportare l’iniziativa ci sono anche gli altri Comuni del Distretto Turistico del Centro Lario: Bellagio, Menaggio e Tremezzina. Tutte realtà che, seppur con caratteristiche diverse, condividono gli stessi problemi e necessitano di strumenti concreti per gestire i flussi. Secondo i promotori, il contributo di sbarco sarebbe un modo equo e mirato per ridistribuire i costi del turismo: non un freno al settore, ma un meccanismo per trasformarlo in una leva sostenibile, capace di generare valore per tutti.
«Non si tratta di respingere i turisti, ma di costruire un modello che rispetti i luoghi e chi ci vive», ribadisce il sindaco Manzoni. Il rischio, infatti, senza un intervento strutturale, è che la bellezza del Lago di Como diventi la sua stessa condanna. E Varenna vuole evitare che ciò accada. Ora la palla passa al governo, che dovrà valutare se estendere per la prima volta alle località lacustri, uno strumento finora riservato solo alle isole. Nel frattempo, la proposta accende un faro su un tema sempre più urgente: come proteggere i piccoli borghi italiani senza chiuderli al mondo, ma rendendo il turismo una risorsa davvero condivisa.
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