Immaginate una ragazza di neanche ventisei anni ricevere sul proprio capo il peso di quello che fino ad allora era stato il piรน grande impero della storia umana, e che al contempo era appena uscito da una devastante guerra. Chissร quanti timori, quante paure, quante aspettative si sentรฌ addosso la giovanissima Elisabetta in quel 6 febbraio 1952 quando la si trovรฒ a ereditare dal padre Giorgio VI prematuramente scomparso il trono del Regno dโInghilterra.
Prima di lei solo due donne si erano sedute sul trono di Albione, e per un caso della storia erano risultate nei secoli tra le figure piรน importanti della storia britannica. Eppure nรฉ Vittoria che ha battezzato unโera nรฉ Elisabetta che ha creato una cultura, sono riuscite ad avere il peso immenso che ha avuto lโattuale regnante, passata attraverso guerre, presidenti, scandali e pandemie sempre con solennitร e autorevolezza, nellโamore incondizionato di un popolo e con il rispetto del mondo intero. Ma soprattutto nessun regnante รจ mai arrivato a festeggiare un Giubileo di Platino in Inghilterra, a compiere i 70 anni di regno.
Un festeggiamento a cui la sovrana non vuole in nessun modo rinunciare, e nonostante lโetร di sua Maestร , classe 1926 (compirร 96 anni in aprile), che la costringerร in questo periodo ancora incerto per la salute a limitare le sue presenze pubbliche, Elisabetta ha giร ribadito piรน volte la volontร di non mancare ai momenti clou del Giubileo.
In patria i festeggiamenti hanno preso anche toni culinari, in perfetto stile British: ad esempio tempo fa รจ partita la competizione per ideare uno speciale pudding da dedicare alla sovrana.ย Ma la data dellโincoronazione della Regina รจ stato scelto anche allโestero come momento catartico per esaltare i prodotti Made in UK. Qui da noi ad esempio Rinaldi 1957, storica azienda bolognese di importazione e distribuzione di spirits, ha scelto proprio il 6 febbraio come data per il lancio italiano per un prodotto che con la corte ha un legame diretto, ovvero il Buckingham Palace Gin, di cui vi avevamo parlato giร qualche tempo fa.
Una corsa contro il tempo per presentare questa novitร in concomitanza della data, il tutto ovviamente complicato da Brexit, ma alla fine la missione รจ riuscita, e come รจ arrivata la prima bottiglia nel nostro paese รจ stato deciso di farla assaggiare in anteprima a Gambero Rosso perchรฉ se ne potesse dare un giudizio.
Quando nel luglio 2020 รจ stata annunciata la volontร della Royal Family di lanciare il proprio Gin, la notizia รจ stata ripresa da tutti i media del mondo. In effetti non cโรจ niente di piรน inglese di questo distillato, e la storia dโamore tra la famiglia Windsor e i cocktail che lo utilizzano รจ fatto ben noto.
Recita un adagio a palazzo che dice โLe donne della famiglia reale britannica sono longeve e forse il gin รจ il loro segretoโ, e in effetti la Regina Madre, scomparsa a 101 anni nel 2002, amava bere piรน di un drink al giorno (quattro per la precisione) con la preferenza del cocktail con Gin e Dubonnet. La stessa Regina ha smesso di bere quotidianamente solo lโanno scorso – su consiglio dei medic – ma รจ noto che non ha mai disdegnato lโeleganza del Martini Cocktail.
Ma nonostante il clamore mediatico, a oggi il Buckingham Palace Gin era disponibile solo nel Regno Unito, per cui, oltre alla storia si รจ potuto raccontare ben poco. Fino a oggi appunto.
Comโรจ ormai ben noto a tutti, il gin si ottiene distillando in alcool botaniche, di cui la predominante e fondamentale deve essere la bacca di ginepro. Da qui nasce lโidea di creare un gin che utilizzi come mix di erbe e spezie i frutti e le piante colte nel giardino di Buckingham Palace, uno dei piรน importanti parchi privati del Regno, che ospita al suo interno oltre a 325 specie di piante (tra cui piรน di mille alberi che includono 98 platani e 85 tipi diversi di quercia) che qui convivono con 250 specie animali e oltre a trenta tipi di uccelli.
A coordinare il lavoro di raccolta e selezione delle stesse, รจ stato lo stesso giardiniere di corte: Mark Lane, mentre per dirigere i distillatori รจ stato scelto Robert Large, Guardia Reale dei Royal Cellars per piรน di ventโanni. Sua Maestร la Regina dโInghilterra ha svolto un ruolo attivo nella creazione di questo gin assaggiando i sample di volta in volta, fino a trovare il giusto equilibrio tra gli ingredienti. Sappiamo inoltre che questo gin viene prodotto in small batch di circa 1.000 bottiglie alla volta, in pot still tradizionale.
Partiamo dal naso: nonostante sia un gin a 42 gradi con un vasto assortimento di botaniche, al primo approccio olfattivo risulta fresco, con spiccate note aggrumate che prevalgono sulle altre botaniche. Questo primo approccio giร sorprende, perchรฉ trattandosi di un London Dry avremmo potuto aspettarci, come nota di testa, il Ginepro. Qui invece la celebre bacca se la gioca piรน come nota di cuore, emergendo successivamente, discreta e costante rispetto agli agrumi.
Passiamo allโassaggio: tra le botaniche che sappiamo essere contenute in questo distillato e provenienti dal celebre parco, ci sono verbena, biancospino, alloro, gelso e (notizia espressa con grande vanto vista la difficoltร per conservare, mantenere e coltivare la pianta in quei loghi) fiori di camomilla. Il mix risulta nellโinsieme complesso e armonioso, portatore di una nota dolce e floreale che potremmo non attenderci in un Gin secco come il London Dry.
Nellโinsieme il gin risulta gradevole, quasi estivo, lontano dalla pesantezza che siamo abituati (forse sbagliando)n ad attribuire agli inglesi. Visto i contesti in cui deve essere servito (ad esempio i ricevimenti ufficiali) รจ facile intuire perchรฉ si sia voluto creare un prodotto cosรฌ: risulta estremamente adatto per long dring e classici della miscelazione, ovvero tutto ciรฒ che si puรฒ e si deve bere in unโoccasione pubblica in cui non si deve esagerare e al contempo si vuole gustare qualcosa di particolare.
Si ha come lโimpressione che nonostante lโenorme clamore dietro a questo progetto, e la sua immediata commercializzazione, non si sia voluto fare quello che tutti ci si aspettavano, ovvero un gin allโinglese, ma un gin che piacesse a chi lo ha creato, senza timore di strizzare lโocchio alle note piรน fresche provenienti dalla nuova scuola mediterranea.
In conclusione, non รจ un gin autoreferenziale, ma un gin creato con un pizzico di edonismo, con lo scopo ultimo di piacere e di divertire chi lo beve, quasi fosse un โmessaggio in bottigliaโ: anche ai reali piace stare bene.
Esisteva un tempo la โRoyal Warrantโ ovvero il timbro di fornitore ufficiale della corte di cui i fornitori di palazzo potevano fregiarsi sui propri prodotti. Nel XXI secolo, invece, la filiera pare essersi ancora accorciata, con sempre piรน prodotti firmati direttamente o indirettamente dalla Corona anche allo scopo di generare guadagni. Ma rispetto al Ketchup della regina (ebbene sรฌ, รจ stato appena lanciato anche questo) qui abbiamo una differenza sostanziale: sappiamo perfettamente della passione della regina per il distillato nazionale (mentre non credo esistano molte testimonianze di lei intenta a mangiare patatine fritte) e della reale rilevanza delle botaniche in questo spirito, per cui โlโimprontaโ del giardino reale non รจ puramente simbolica. Il giubileo รจ appena iniziato, la scusa per brindare cโรจ, quindi perchรฉ non approfittarne per provare questo โnobileโ distillato?
https://www.royalcollectionshop.co.uk
a cura di Federico Silvio Bellanca
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