"Quando Eleonora si sedeva al tavolo con i Radiohead", Giulio Picchi racconta gli anni al Cibreo della vincitrice di Masterchef

1 Mar 2024, 17:12 | a cura di
"Grande personalità, una ragazza che è cresciuta qui al Cibreo, una di noi". Giulio Picchi, figlio d’arte del celebre Fabio, racconta il dietro le quinte di Eleonora Riso

«E chi se lo aspettava!? Certo, noi lo sapevamo che era andata a Masterchef e sapevamo anche che avrebbe fatto bene, con quel carattere lì, quella forza.  Un giorno si è presentata ci ha chiesto l'aspettativa ed è partita. Noi eravamo sicuri che avrebbe fatto benissimo, poi vallo a sapere che avrebbe vinto». A parlare della nuova masterchef italiana, Eleonora Riso, è  Giulio Picchi, figlio d’arte del celebre Fabio (scomparso due anni fa, cuoco e mattatore che ha conquistato il pubblico con il suo accento toscano e la battuta mordace sempre pronta). Contattato dal Gambero Rosso all'indomani del successo della "sua" dipendente ne parla molto volentieri.

Eleonora Riso (nel cerchio) con Russel Crowe

Intervista a Giulio Picchi: ecco chi è Eleonora Riso

«Che dire di Eleonora, è una forza della natura. Un carattere incredibile, una personalità esplosiva e creativa. Proprio come si è visto in tv. Qui al Cibreo lavora in sala ed è sempre stata una grande».

Che tipo è? 

«Una pazza creativa… non so se si può scrivere senza che si arrabbi. Ma è proprio così. Una persona fuori dai canoni. Ha iniziato a lavorare qui nei primi mesi del 2018. E da allora è sempre rimasta con noi. Ha lavorato in sala al mio fianco. Lei è una outsider: quando ha cominciato a lavorare da noi non aveva mai fatto la cameriera. Del resto, qui al Cibreo succedeva spesso che ingaggiassimo giovani alla prima esperienza. Negli anni abbiamo poi visto una personalità molto estroversa che cresceva di giorno in giorno. Posso dire che quello che avete visto in tv è Eleonora in purezza».

Come si è inserita nel “mondo Cibreo”?

«Il Cibreo è un po’ come il Cirque du Soleil, passano da qui personaggi incredibili. Abbiamo una forte storia identitaria, di famiglia. Prima che con me, Eleonora ha lavorato insieme a mio papà, il fondatore che aveva un'idea molto chiara di come andasse fatto il lavoro di sala, è nella nostra filosofia. Noi abbiamo come collaboratori diverse persone con identità fortissime, perché vogliamo così. In sala incoraggiamo il rapporto diretto col cliente, da noi ci si siede a tavola con gli ospiti per raccontare il menu e prendere le comande. E lei lo ha anche detto in trasmissione: ha servito a tavola Jane Fonda, Katy Perry, Elton John. Noi ci confrontiamo con i fiorentini, ma anche con le star internazionali:  ha servito i RadioHead non potrò mai dimenticarlo,  vennero in città per Firenze Rocks, il grande festival internazionale. Ha servito anche Russel Crowe. Lei era Eleonora anche per il Cibreo…»

Che impressione le fa sapere che ora sarà una chef?

«Bellissima. Ma mi lasci dire una cosa: quando si parla di ristorazione, si parla sempre degli chef. Chi lavora in sala viene sempre in secondo piano. Però, fa un lavorone, matura un'esperienza incredibile e sono contento oggi che dal nostro gruppo sia emersa una persona che poi ha avuto successo anche in cucina»

Eleonora Riso e le lacrime

Il lavoro con Eleonora è sempre andato bene? La sua personalità sembra molto forte: mai un dissidio?

«Lei è una persona così estroversa… È chiaro che quando hai a che fare con personalità del genere si creano anche scintille. Però è esattamente quella l’energia che vuoi in sala. Ci sono dei pro e dei contro. E i contro sono molto meno dei pro. Era un’idea del babbo quella di non prendere persone formatissime, formali: le voleva "vere", proprio come lei».

Eleonora in tv ha spesso fatto riferimento alle sue ansie, alla sua sensibilità. Ha anche raccontato delle lacrime quando ha assaggiato il vostro cibreo, il piatto storico a base di frattaglie che dà il nome al vostro locale… Avete mai notato queste sue fragilità?

«Certo. Ma sono forse il lato bello della persona. Ricordo che qualche volta io ed Eleonora uscivamo dopo i turni in Sant’Ambrogio a stemperare le serate. Solo chi fa questo mestiere sa di cosa parlo. Per lavorare in sala o sei pazzo o non lo fai. La tensione a cui si arriva in sala può arrivare alle stelle...»

Il talento nascosto di Eleonora Riso

Che effetto le fa sapere che aveva in squadra una persona con quel talento nella cucina?

«Sapevamo che era brava a cucinare ma non così tanto».

Lei ha mai assaggiato un suo piatto?

«Sinceramente non mi è mai capitato. Ma lei è molto amica di tanti dei ragazzi del Cibreo. E quando si è capito che avrebbe partecipato a Masterchef loro dicevano che avrebbe vinto».

Eleonora è ancora da voi oggi?

«Come le dicevo aveva chiesto un’aspettativa per partecipare a Masterchef. Quando è rientrata ci ha chiesto se poteva stare qui ancora qui ma con un contratto a tempo determinato, aveva dei progetti. Ora credo che sarà troppo impegnata per lavorare ancora in sala da noi!»

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