Interviste

Alfonso Iaccarino e il Don Alfonso, intervista al grande chef di Sant'Agata sui Due Golfi

Alfonso Iaccarino รจ uno dei piรน famosi chef italiani. Una giovane del Master in Giornalismo, Comunicazione e Critica Enogastronomica del Gambero Rossolo ha ntervistato

  • 02 Gennaio, 2020

โ€œLโ€™altra notte non riuscivo a dormire quindi presi lโ€™elenco telefonico dei prefissi internazionali e guardai tutti i Paesi del mondo, e ahimรจ, ne avevo visitati novantaquattro! Per curiositร , per interesse, per scoprirne la cucina, per lavoro, per cultura e per rilassarmiโ€, esordisce in questo modo Alfonso Iaccarino, lโ€™adrenalina del viaggio pare scorrergli nelle vene; lui che ha iniziato a esplorare il mondo quando tutto era molto piรน complesso senza tutte le agevolazioni della tecnologia, lui che ha fatto della sua vita un viaggio. Viaggio che dunque ha significato profondo, sicuramente gli รจ stato utile sotto lโ€™aspetto professionale, per trarre spunti a livello di cucina e di stile ma anche per formarsi come persona: viaggiare offre lโ€™opportunitร  di conoscere nuove persone, nuove realtร , nuovi saperi e tutto ciรฒ lโ€™ha sempre affrontato come impatto positivo, prendendo il meglio dalla situazione che stava vivendo.

Correva lโ€™anno 1973 quando il giovane Alfonso Iaccarino diede vita al ristorante Don Alfonso 1890, intitolato al nonno, colui che lo ispirรฒ e che giร  avviรฒ lโ€™attivitร  di famiglia. In questo locus amoenus della cucina partenopea situato nella Penisola Sorrentina, tra materie prime di eccellente qualitร , olio extra vergine dโ€™oliva, pomodori e limoni, si potรจ fin dai primi tempi respirare aria di genuinitร , di ricerca e soprattutto dโ€™amore e rispetto per la terra natale.

Tutto ciรฒ lโ€™aveva giร  captato La Guida Ristoranti dโ€™Italia del Gambero Rosso, Don Alfonso 1890 infatti fu uno dei primi ristoranti ad entrare in Guida e ad oggi ne fa ancora parte, essendo uno dei migliori ristoranti italiani, tantโ€™รจ vero che nel trentesimo anniversario della Guida viene onorato per lโ€™ennesima volta delle prestigiose Tre Forchette. Oggi la famiglia Iaccarino vanta una collezione di locali in tutto il mondo: Canada, Nuova Zelanda, Macao, e presto Stati Uniti. Ma tutto รจ partito dalla Penisola Sorrentina.

Paesi, saperi e sapori. Le origini e il resto del mondo

Lโ€™esotico della Thailandia profumata, colorata, dove sapori come quelli della frutta sono indimenticabili, in cui le diversitร  sono a parole indescrivibili, lโ€™intensitร  dellโ€™India delle spezie, la pazza selvaggia Australia, sono gli elementi che hanno reso questi Paesi cari a Don Alfonso. Figlio del mondo sรฌ, ma con radici ben salde nella sua Terra, napoletano della Penisola Sorrentina, nato a Santโ€™Agata sui Due Golfi, dove tuttโ€™ora vive con la famiglia a cui ha trasmesso lโ€™amore per la cucina, che a sua volta aveva ereditato dal nonno giร  inserito nel campo. Il nonno, figura rilevante per la vita dello chef, che lo porta ad affrontare un viaggio nei ricordi, โ€œmio nonno mi portava in campagna a farmi conoscere gli ingredientiโ€, non certo con lโ€™intento di spingerlo a intraprendere la stessa strada: il lavoro del cuoco era considerato refugium peccatorum.

Alfonso Iaccarino. I primi anni

Quando il giovane Iaccarino ha deciso il suo futuro ha dovuto separarsi dalla famiglia benestante, remare controcorrente e iniziare da zero, senza soldi e senza una base. In questo momento, che coincide con lโ€™etร  della maturitร , si รจ affacciato in un nuovo mondo e ha iniziato a viaggiare, in Italia, da sud verso nord trascorrendo periodi piรน lunghi in Veneto, sul lago di Garda, e in Piemonte ed entrando in contatto con figure rilevanti per la sua vita professionale, come Ancel Keys, padre della dieta mediterranea, โ€œcon lui come maestro ho capito cose a cui magari sarei arrivato solo con lโ€™istintoโ€.

La vita del cuoco

La realtร  del cuoco non era facile a suo tempo e Don Alfonso riconosce che non รจ semplice neppure ora, ma รจ diversa, diventa chef colui che oltre a essere in grado di cucinare รจ abile nelle pubbliche relazioni, nel marketing e nella tecnologia. Iaccarino ammette di essere riuscito ad adattarsi in questo nuovo ambiente grazie a un bagaglio personale costruito negli anni attraverso i viaggi, la conoscenza delle lingue e ciรฒ che gli aveva trasmesso la famiglia quandโ€™era solo un bambino, dunque il valore e i saperi dellโ€™ospitalitร . Ma lui, cresciuto tra pasta, pomodori, olio extra vergine dโ€™oliva, cereali, pizza e legumi secchi ad oggi si sente amareggiato dal fatto che le nuove generazioni paiano poco interessate alla tradizione culinaria nel senso profondo di conoscenza dei prodotti e delle loro origini. Come quei bambini, per esempio, che non sanno che forma abbia una pesca perchรฉ non hanno mai visto un frutteto ma solo scaffali del supermercato colmi di succhi di frutta.

La cultura gastronomica

La responsabilitร  di questa lacuna? Non certo da attribuire ai bambini ma alla formazione data da istituzioni annoiate, da una famiglia che non esiste piรน, da una realtร  in cui i prodotti stagionali sono sostituiti da quelli nati in capannoni, realtร  che incentiva lโ€™omologazione a basso prezzo piuttosto che incentivare varietร  ed eccellenze. Esistono piccole realtร  da ricercare e premiare ma Iaccarino รจ consapevole, anche a proprie spese, che sono situazioni difficili da mantenere e far apprezzare ad un cospicuo numero di persone, ma anche che la โ€œho unโ€™azienda agricola da trentโ€™anni, investo molto su questa ma il guadagno non รจ elevato, ho voluto credere nel mio lavoro, come posso io dopo 50 anni di sacrifici tradire il mio cliente? Se segui una determinata filosofia non puoi tirarti indietroโ€. Un quadro complesso, quello tratteggiato dallo chef, in cui รจ doveroso stare al passo con i tempi e ricercare lโ€™innovazione ma conoscendo la tradizione, perchรฉ โ€“ come si suol dire – senza il passato non รจ possibile costruire un futuro, assioma che incarna nella sua cucina e che trasmette ogni giorno ai figli e al personale della sua maison.

Dalle parole ai piatti. Tre dessert per raccontare Iaccarino

E se il racconto di Iaccarino pare slegato dalla cucina messa in pratica, basta poco per tornare tra pentole e fornelli. Basta riavvolgere il nastro e declinare ogni passaggio in un piatto, capace di incarnare il senso di quanto ci ha raccontato. Piatti dolci, a sancire il legame di Don Alfonso con la pasticceria, di cui ama le espressioni della materia prima e l’anima dei luoghi. Tre diversi dessert che riassumono i concetti chiave del suo pensiero.

Il primo dolce tocca la tradizione, Don Alfonso ci presenta una pietanza a base di melanzane, cioccolato, frutta candita e ricotta. Si riallaccia quindi a una tradizione della Costiera Sorrentina e Amalfitana, con questo dolce di antichissime origini, legato a molteplici leggende e che tuttโ€™ora viene mangiato in onore della celebrazione dellโ€™Assunta.

Nel secondo dessert – Concerto ai profumi e sapori di limone – emerge il tema della sfida personale, quella accolta da Iaccarino nell’ideare qualcosa di speciale valorizzando il limone che cresceva nel suo giardino. Tanta la soddisfazione, per questo dolce in cui il profumo di ricerca รจ inconfondibile.

Per concludere in dolcezza ci riporta il dessert che ha attualmente in carta: โ€œImpressionismo di crema e zabaione al caffรจโ€. Un delizioso viaggio nel tempo perchรฉ legato a ricordi familiari โ€œquandโ€™ero bambino, la mattina, per andare, a scuola scendevo a piedi, con i miei amici facevo diversi chilometri, non per necessitร  ma perchรฉ per esempio giocavamo a calcio, mia madre quindi mi rincorreva con lo zabaione e io ogni volta le chiedevo di metterci dentro un poโ€™ di caffรจ per renderlo piรน buonoโ€.

Don Alfonso – Santโ€™Agata ai Due Golfi (SA) – corso Santโ€™Agata, 11-13 โ€“ 081 8780026 – www.donalfonso.com

a cura di Maia Babolin

studentessa del Master in Giornalismo, Comunicazione e Critica Enogastronomica del Gambero Rosso

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