โLโaltra notte non riuscivo a dormire quindi presi lโelenco telefonico dei prefissi internazionali e guardai tutti i Paesi del mondo, e ahimรจ, ne avevo visitati novantaquattro! Per curiositร , per interesse, per scoprirne la cucina, per lavoro, per cultura e per rilassarmiโ, esordisce in questo modo Alfonso Iaccarino, lโadrenalina del viaggio pare scorrergli nelle vene; lui che ha iniziato a esplorare il mondo quando tutto era molto piรน complesso senza tutte le agevolazioni della tecnologia, lui che ha fatto della sua vita un viaggio. Viaggio che dunque ha significato profondo, sicuramente gli รจ stato utile sotto lโaspetto professionale, per trarre spunti a livello di cucina e di stile ma anche per formarsi come persona: viaggiare offre lโopportunitร di conoscere nuove persone, nuove realtร , nuovi saperi e tutto ciรฒ lโha sempre affrontato come impatto positivo, prendendo il meglio dalla situazione che stava vivendo.
Correva lโanno 1973 quando il giovane Alfonso Iaccarino diede vita al ristorante Don Alfonso 1890, intitolato al nonno, colui che lo ispirรฒ e che giร avviรฒ lโattivitร di famiglia. In questo locus amoenus della cucina partenopea situato nella Penisola Sorrentina, tra materie prime di eccellente qualitร , olio extra vergine dโoliva, pomodori e limoni, si potรจ fin dai primi tempi respirare aria di genuinitร , di ricerca e soprattutto dโamore e rispetto per la terra natale.
Tutto ciรฒ lโaveva giร captato La Guida Ristoranti dโItalia del Gambero Rosso, Don Alfonso 1890 infatti fu uno dei primi ristoranti ad entrare in Guida e ad oggi ne fa ancora parte, essendo uno dei migliori ristoranti italiani, tantโรจ vero che nel trentesimo anniversario della Guida viene onorato per lโennesima volta delle prestigiose Tre Forchette. Oggi la famiglia Iaccarino vanta una collezione di locali in tutto il mondo: Canada, Nuova Zelanda, Macao, e presto Stati Uniti. Ma tutto รจ partito dalla Penisola Sorrentina.
Lโesotico della Thailandia profumata, colorata, dove sapori come quelli della frutta sono indimenticabili, in cui le diversitร sono a parole indescrivibili, lโintensitร dellโIndia delle spezie, la pazza selvaggia Australia, sono gli elementi che hanno reso questi Paesi cari a Don Alfonso. Figlio del mondo sรฌ, ma con radici ben salde nella sua Terra, napoletano della Penisola Sorrentina, nato a SantโAgata sui Due Golfi, dove tuttโora vive con la famiglia a cui ha trasmesso lโamore per la cucina, che a sua volta aveva ereditato dal nonno giร inserito nel campo. Il nonno, figura rilevante per la vita dello chef, che lo porta ad affrontare un viaggio nei ricordi, โmio nonno mi portava in campagna a farmi conoscere gli ingredientiโ, non certo con lโintento di spingerlo a intraprendere la stessa strada: il lavoro del cuoco era considerato refugium peccatorum.
Quando il giovane Iaccarino ha deciso il suo futuro ha dovuto separarsi dalla famiglia benestante, remare controcorrente e iniziare da zero, senza soldi e senza una base. In questo momento, che coincide con lโetร della maturitร , si รจ affacciato in un nuovo mondo e ha iniziato a viaggiare, in Italia, da sud verso nord trascorrendo periodi piรน lunghi in Veneto, sul lago di Garda, e in Piemonte ed entrando in contatto con figure rilevanti per la sua vita professionale, come Ancel Keys, padre della dieta mediterranea, โcon lui come maestro ho capito cose a cui magari sarei arrivato solo con lโistintoโ.
La realtร del cuoco non era facile a suo tempo e Don Alfonso riconosce che non รจ semplice neppure ora, ma รจ diversa, diventa chef colui che oltre a essere in grado di cucinare รจ abile nelle pubbliche relazioni, nel marketing e nella tecnologia. Iaccarino ammette di essere riuscito ad adattarsi in questo nuovo ambiente grazie a un bagaglio personale costruito negli anni attraverso i viaggi, la conoscenza delle lingue e ciรฒ che gli aveva trasmesso la famiglia quandโera solo un bambino, dunque il valore e i saperi dellโospitalitร . Ma lui, cresciuto tra pasta, pomodori, olio extra vergine dโoliva, cereali, pizza e legumi secchi ad oggi si sente amareggiato dal fatto che le nuove generazioni paiano poco interessate alla tradizione culinaria nel senso profondo di conoscenza dei prodotti e delle loro origini. Come quei bambini, per esempio, che non sanno che forma abbia una pesca perchรฉ non hanno mai visto un frutteto ma solo scaffali del supermercato colmi di succhi di frutta.
La responsabilitร di questa lacuna? Non certo da attribuire ai bambini ma alla formazione data da istituzioni annoiate, da una famiglia che non esiste piรน, da una realtร in cui i prodotti stagionali sono sostituiti da quelli nati in capannoni, realtร che incentiva lโomologazione a basso prezzo piuttosto che incentivare varietร ed eccellenze. Esistono piccole realtร da ricercare e premiare ma Iaccarino รจ consapevole, anche a proprie spese, che sono situazioni difficili da mantenere e far apprezzare ad un cospicuo numero di persone, ma anche che la โho unโazienda agricola da trentโanni, investo molto su questa ma il guadagno non รจ elevato, ho voluto credere nel mio lavoro, come posso io dopo 50 anni di sacrifici tradire il mio cliente? Se segui una determinata filosofia non puoi tirarti indietroโ. Un quadro complesso, quello tratteggiato dallo chef, in cui รจ doveroso stare al passo con i tempi e ricercare lโinnovazione ma conoscendo la tradizione, perchรฉ โ come si suol dire – senza il passato non รจ possibile costruire un futuro, assioma che incarna nella sua cucina e che trasmette ogni giorno ai figli e al personale della sua maison.
E se il racconto di Iaccarino pare slegato dalla cucina messa in pratica, basta poco per tornare tra pentole e fornelli. Basta riavvolgere il nastro e declinare ogni passaggio in un piatto, capace di incarnare il senso di quanto ci ha raccontato. Piatti dolci, a sancire il legame di Don Alfonso con la pasticceria, di cui ama le espressioni della materia prima e l’anima dei luoghi. Tre diversi dessert che riassumono i concetti chiave del suo pensiero.
Il primo dolce tocca la tradizione, Don Alfonso ci presenta una pietanza a base di melanzane, cioccolato, frutta candita e ricotta. Si riallaccia quindi a una tradizione della Costiera Sorrentina e Amalfitana, con questo dolce di antichissime origini, legato a molteplici leggende e che tuttโora viene mangiato in onore della celebrazione dellโAssunta.
Nel secondo dessert – Concerto ai profumi e sapori di limone – emerge il tema della sfida personale, quella accolta da Iaccarino nell’ideare qualcosa di speciale valorizzando il limone che cresceva nel suo giardino. Tanta la soddisfazione, per questo dolce in cui il profumo di ricerca รจ inconfondibile.
Per concludere in dolcezza ci riporta il dessert che ha attualmente in carta: โImpressionismo di crema e zabaione al caffรจโ. Un delizioso viaggio nel tempo perchรฉ legato a ricordi familiari โquandโero bambino, la mattina, per andare, a scuola scendevo a piedi, con i miei amici facevo diversi chilometri, non per necessitร ma perchรฉ per esempio giocavamo a calcio, mia madre quindi mi rincorreva con lo zabaione e io ogni volta le chiedevo di metterci dentro un poโ di caffรจ per renderlo piรน buonoโ.
Don Alfonso – SantโAgata ai Due Golfi (SA) – corso SantโAgata, 11-13 โ 081 8780026 – www.donalfonso.com
a cura di Maia Babolin
studentessa del Master in Giornalismo, Comunicazione e Critica Enogastronomica del Gambero Rosso
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