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Il patrimonio agricolo di Ca' Granda
L’Ospedale Ca’ Granda, oggi conosciuto semplicemente come Policlinico della città di Milano, ha origini antiche, risalendo al ducato di Francesco Sforza (1456). All’epoca, il duca donò al nuovo Ospedale Maggiore i beni degli istituti milanesi annessi, cui fece seguito, nel corso dei secoli, un’incredibile serie di donazioni da parte di papi, nobili e famiglie borghesi, che ha ampliato il patrimonio fondiario della Ca’ Granda fino a farlo diventare il più grande d’Italia: un centinaio di cascine, 8500 ettari di terreni, boschi, rogge, abbazie, chiese e oratori, preservati nei secoli dal processo di urbanizzazione dell’area. Oggi è la Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, costituitasi nel 2015, a occuparsi della sua valorizzazione, custodendo documenti d’archivio preziosi perché testimoniano lo sviluppo e l’evoluzione nei secoli del mondo agricolo lombardo, della vita delle famiglie contadine, dei cambiamenti nelle tecniche produttive e nelle relazioni tra la campagna e la città. E con il sostegno di Fondazione Cariplo è in corso un ambizioso progetto di riordino, studio e digitalizzazione di questa storia delle cascine (tema di un approfondimento sul mensile del Gambero Rosso del mese di giugno 2021, ora in edicola), presto consultabile anche online.
L'Oasi Ca' Granda
Nel frattempo, con l’intenzione di rendere accessibile questo patrimonio a chi vive in città, la Fondazione ha concretizzato un progetto ambizioso per l’apertura e la fruizione al pubblico del territorio rurale di sua pertinenza, esteso tutt’intorno a Milano, tra il Ticino e l’Adda. È nata così l’Oasi Ca’ Granda, la prima oasi rurale d’Italia, che d’ora in avanti sarà luogo di attività, esperienze ed eventi da vivere all’aria aperta per tutta la famiglia, passeggiate o pedalate sui percorsi tracciati dalla Fondazione tra emergenze storiche, riserve naturali, luoghi di ristoro e aziende agricole.
Il weekend del 19 e 20 giugno sancirà l’inaugurazione del calendario estivo, con due giorni di appuntamenti tra cascine, botteghe, fattorie didattiche e agriturismi; uno dei centri nevralgici della festa sarà l’Abbazia di Mirasole, a Opera, punto di partenza di visite guidate in campagna, sede di laboratori per bambini e attività divulgative e culturali (tutte gratuite, previa prenotazione), tra cui la mostra allestita nei chiostri del complesso duecentesco, oggi custodito da Ca’ Granda, con l’antico frutteto, la chiesetta affrescata, le reliquie di Sant’Ambrogio e San Carlo, la bottega che vende i prodotti in arrivo dai monasteri d’Italia e da progetti sociali e solidali.
Ma Mirasole è solo uno dei numerosi luoghi storici che insistono nell’area dell’Oasi, che comprende anche le abbazie di Morimondo e Chiaravalle, oltre a borghi dimenticati e castelli, nelle immediate vicinanze della città, dal centro di Ronchetto delle Rane al Castello di Bereguardo. E poi canali e sistemi a marcita che testimoniano l’opera mirabile dei cistercensi per mettere a sistema le campagne intorno a Milano nel XIII secolo; ma anche cascine storiche dove oggi ferve l’attività produttiva. Tra queste, diverse parteciperanno al weekend inaugurale dell’Oasi: alla Cascina Selva, spazio per il laboratorio di biscotti per bambini e visita alle sorgenti naturali che circondano la proprietà; a Cascina Battivacco, centro di produzione risicola appena oltre i palazzoni della Barona, visite guidate in compagnia degli agricoltori e yoga al tramonto; a Cascina Caiello passeggiata tra gli alberi del frutteto; musica e poesia all’aria aperta in Cascina Caremma.