Come è andata a Vinitaly 2023? L'intervista a Maurizio Danese, AD di Veronafiere

6 Apr 2023, 16:26 | a cura di
Come è andata questa edizione di Vinitaly? Lo abbiamo chiesto all'AD di Veronafiere, Maurizio Danese.

Aveva annunciato degli importanti cambiamenti e così è stato. Quando incontriamo l’amministratore delegato di Veronafiere Maurizio Danese, la Fiera ha quasi chiuso i cancelli, le nuove date sono già state annunciate (14-17 aprile) e le impressioni dei partecipanti sono abbastanza nette e concordi: è stato un Vinitaly importante; più orientato al business, più internazionale e, quindi, più efficace. Tutti segni più che indicano una sola cosa: la nuova formula ha funzionato. Lo dicono anche i numeri: 93mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. In pratica, un buyer su tre proveniente dall’estero. Non è stata da meno il “fuori salone” in città - Vinitaly and the City - che quest’anno ha registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover. Ma il bilancio finale lo lasciamo fare a Danese.

Maurizio Danese, Amministratore delegato Veronafiere Spa_©Veronafiere_FotoEnnevi

Maurizio Danese, Amministratore delegato Veronafiere Spa. Foto: Veronafiere Foto Ennevi

I commenti degli espositori sono positivi, si è respirato un clima diverso rispetto alla passata edizione. La vostra impressione?

Non ha vinto il Vinitaly, ha vinto il vino italiano. Tutto questo entusiasmo e questo interesse che siamo riusciti ad attrarre è merito dei nostri produttori. Hanno pagato le nuove strategie di Veronafiere e il supporto del governo, che si è schierato in maniera importante, con una forte vicinanza non solo a parole. Stiamo cercando di portare avanti un vero lavoro di squadra, ottimizzando sinergie e sforzi, confrontandoci con diversi ministeri per collaborare sempre di più. Tra le novità, il primo di giugno saremo anche a bordo dell’Amerigo Vespucci, che sarà in viaggio per due anni e in ogni tappa porterà l’autentico made in Italy. Noi di Veronafiere cureremo la sezione vino.

Dai produttori arriva insistente la richiesta di tagliare l’ultimo giorno del Vinitaly, sula scia di Prowein e Vinexpo, o quantomeno di diversificare maggiormente i visitatori nei singoli giorni. 

Sul piano della selezione dei visitatori abbiamo lavorato tanto, chi viene al Vinitaly deve essere un operatore di un certo tipo. Alcune categorie possono entrare solo domenica e mercoledì, c’à una forte segmentazione già a monte, senza imporre le chiusure nette alla tedesca. Manterremo il format di 4 giorni, l’ultimo giorno è quello della chiusura: domenica abbiamo operatori e winelovers, lunedì e martedì tutto dedicato al business e mercoledì giorno di uscita per visitatori e produttori.

In fase di presentazione si è parlato tanto di una divisione netta anche come pubblico tra la fiera, per gli operatori, e Vinitaly and the City, finalizzata soprattutto agli appassionati. Com’è andata?

La formula ticket ha funzionato, fornendo ai visitatori di Vinitaly and the City un’offerta esperienziale completa perché oltre al vino avevano l’opportunità di accedere a musei e ad alcuni dei luoghi più belli di Verona. Invece di fare allestimenti nelle piazze abbiamo voluto valorizzare gli spazi aperti e gli scorci della città, rilanciando quell’unione naturale tra arte e vino che abbiamo proposto anche in fiera. Era un servizio per visitatori ma anche per la città stessa, un modo per dare continuità al lavoro fatto in fiera. E anche Vinitaly and the night è andata bene, al posto della cena di gala abbiamo pensato a un format più leggero ed easy. È stata apprezzata l’idea di poter continuare a fare business ma con modalità e atmosfere rilassate.

Qualità del pubblico internazionale, in particolare abbiamo notato una presenza asiatica importante. La partita tra le fiere si gioca qui, siete soddisfatti?

La crescita dei visitatori di quest’edizione è interamente trainata dagli operatori internazionali, che sono stati quasi 30mila, con una crescita del 20%. Con Ice avevamo selezionato 1000 top buyers, oltre 130 buyers che sono i nostri wine ambassador nel mondo. Abbiamo curato tantissimo quest’aspetto ed è stata importante anche la presenza di tantissimi ristoratori italiani nel mondo che hanno un ruolo fondamentale nel lavoro di promozione dei nostri vini a livello globale.

Allarghiamo il ragionamento, penso a Prowein e Vinexpo, cosa caratterizza il Vinitaly?

Il Vinitaly si conferma oggi più che mai la fiera del vino italiano, l’unica fiera del vino italiano con un palcoscenico mondiale. Il vino italiano si presenta compatto per dare valore alle piccole cantine come ai grandi marchi. Qualsiasi buyers internazionale sa che può trovare tutto il meglio del vino italiano nella sua diversità, lavoreremo sempre più in questa direzione.

Viabilità e servizi, ci sono stati ancora alcuni problemi di traffico che hanno fatto saltare appuntamenti. Cosa state facendo per migliorare la situazione?

Abbiamo fatto una serie accordi per risolvere questo problema cronico. La soluzione arriverà dall’alta velocità che si fermerà in fiera con un’uscita dedicata, permettendo un collegamento immediato ed efficace. Dovremmo arrivarci in un paio d’anni, la linea porterà un indotto della fiera non solo a Verona, penso anche a Venezia e Milano.

 

a cura di Lorenzo Ruggeri

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