La crisi di governo, la fine del Conte bis e il probabile arrivo a Palazzo Chigi dellโex presidente della Bce, Mario Draghi, non ha fermato le attivitร parlamentari e la discussione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza dellโItalia (Pnrr), il grande progetto europeo di rilancio economico post-pandemia. Su questo tema fondamentale per il futuro dellโItalia, le diverse commissioni parlamentari, a cominciare da quella allโAgricoltura fino alla Commissione Bilancio, stanno sentendo a turno le parti sociali, le associazioni di categoria del mondo agricolo e agroalimentare, per provare a emendare la proposta elaborata dal Governo a metร gennaio e messa nero su bianco nella prima bozza di Recovery plan, che lโItalia รจ chiamata a consegnare a Bruxelles, nella sua versione definitiva, entro il mese di aprile.
Il passaggio attraverso le organizzazioni di categoria รจ cruciale per migliorare e arricchire di ulteriori contenuti un documento che potrร contare sulle risorse del Next generation Eu per 210 miliardi di euro, che diventano 300 se si considerano i fondi del bilancio 2021-2026. Un insieme di riforme che dovrebbe, secondo il Ministero dellโEconomia e finanze, impattare sul Pil entro il 2026 di almeno tre punti percentuali, mitigando i primi effetti della pandemia, costati 8,8 punti di Pil nel solo 2020 (dato Istat).

Fonte: Ministero delle Economia e finanze โ Pnrr
Recovery plan. Dal Pnrr 7 miliardi al mondo agricolo
All'nterno del Pnrr, al mondo agricolo, in particolare, sono assegnati circa 7 miliardi di euro considerando la voce "Agricoltura sostenibile ed economia circolare" ma il settore primario potrebbe godere degli effetti positivi generati dagli investimenti in altri assi strategici del Piano, come la digitalizzazione e l'nnovazione. Nel corso delle numerose audizioni di questa settimana, la Commissione agricoltura della Camera attraverso il suo presidente, Filippo Gallinella (vedi intervista su Tre Bicchieri della scorsa settimana) รจ stata molto chiara nelle sue comunicazioni: siamo disposti ad accogliere tutte le osservazioni del caso, puntiamo a modificare e migliorare il testo, ma lโimpianto del Piano resta sostanzialmente quello presentato. Messaggio che, tradotto, significa: non ci saranno grandi spostamenti di risorse nรฉ diverse attribuzioni di competenze tra i vari ministeri a seconda degli assi di intervento.
E, in tale contesto generale, di forti distinguo sul Pnrr, tra scettici e ottimisti, per capire quali possano essere i vantaggi per la filiera vitivinicola e quali debbano essere le tematiche piรน urgenti da affrontare, abbiamo raccolto i desiderata di alcune sigle di settore. Sappiamo che il vino italiano gode dei regolari finanziamenti del Piano nazionale di sostegno (Pns), che ogni anno muove oltre 335 milioni di euro, e anche in questo 2021 potrร contare su misure straordinarie, confermate una settimana fa dalla Commissione europea. Ma come un Pnrr cosรฌ ad ampio spettro potrร incidere sul futuro della filiera?
Il PNRR: impatto sul Pil di 3 punti entro 2026
Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) รจ costituito da 6 missioni, che a loro volta raggruppano 16 componenti, in cui si concentrano 47 linee di intervento, con progetti selezionati, privilegiando quelli trasformativi e con maggiore impatto su economia e lavoro, e riforme coerenti. Dei 210 miliardi di risorse, nelle sei missioni, 144,2 miliardi finanziano โnuovi progettiโ, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a โprogetti in essereโ coerenti col regolamento europeo Rrf (Recovery and resilience facility). Inoltre, il Pnrr comprende, sempre in ambito Next generation Eu, i 13,5 miliardi di React Eu e 1,2 miliardi del Just transition fund, assieme a parte dei fondi nazionali dedicati alla Coesione e sviluppo, consentendo di incrementare la quota di investimenti pubblici del Piano e rafforzare gli interventi per il riequilibro territoriale, con una forte attenzione al Sud.
Gli assi portanti del Pnrr sonoย investimentiย eย riforme. Leย riforme di contestoย che accompagnano le linee di intervento dovrebbero rafforzare la competitivitร , ridurre gli oneri burocratici e rimuovere i vincoli che hanno rallentato la realizzazione degli investimenti o ridotto la loro produttivitร . Tra queste, la riforma della giustizia e della Pubblica amministrazione, di parte del sistema tributario e del mercato del lavoro.
Laย transizione verde e digitaleย รจ al centro del progetto. Considerando che il Pnrr sarร integrato con 80 miliardi di euro a valere sul bilancio 2021-2026, secondo stime del Ministero delle Finanze, lโinsieme degli investimenti e dei progetti di riforma dovrebbe tradursi in un aumento, rispetto allo scenario base, della crescita e dellโoccupazione. Pertanto, al 2026, anno finale del Recovery Plan,ย lโimpatto positivo sul Pil sarร pari a circa 3 punti percentuali.
PNRR โ le 6 missioni
- Digitalizzazione, innovazione, competitivitร e cultura
- Rivoluzione verde e transizione ecologica
- Infrastrutture per la mobilitร sostenibile
- Istruzione-ricerca
- Paritร di genere, coesione sociale e territoriale
- Salute
Federdoc: โServe transizione ecologicaโ
Il tema ambientale รจ sicuramente tra i piรน citati nella discussione sul Recovery. La Federdoc, infatti, parla del Pnrr come di โoccasione unica per accompagnare ulteriormente la transizione ecologica della filiera vinicola, in realtร โ specifica il presidente Riccardo Ricci Curbastro โgiร da anni fortemente impegnata sulla sostenibilitร ambientale, sociale ed economica, come testimonia lโimpegno di Federdoc e dei consorzi di tutela nellโelaborazione dello standard Equalitasโ. Non solo: cโรจ bisogno di dare impulso โallโinnovazione digitale del settore e alla formazione propedeutica al ricambio generazionaleโ. Ma anche la gestione delle risorse del Next Generation Eu sarร cruciale. โร necessario destinarle a progetti puntualmente elaborati in termini di obiettivi, tempi e modalitร di realizzazione e che siano utilizzati in modo complementare nei Pns e nei Psr nazionaliโ. E i Consorzi di tutela delle Dop vitivinicole, secondo Federdoc, potranno essere validi interlocutori delle istituzioni nellโindividuare le prioritร : โSono naturali interpreti delle istanze delle filiere e, se adeguatamente supportati, possono contribuire a ottimizzare i risultati attesi, finalizzando le iniziative pianificateโ.
Confagricoltura: โIncentivare lo sviluppo digitale e i protocolli di sostenibilitร โ
Infrastrutture, digitalizzazione, propensione alle innovazioni e investimenti per la formazione sono, ad avviso di Confagricoltura, le lacune italiane a cui il Recovery plan รจ chiamato a rispondere in modo efficace. Carenze da colmare parallelamente โcon urgenti riforme della Pubblica amministrazione, della giustizia e della fiscalitร โ. Per il settore vitivinicolo, lโauspicio dellโassociazione presieduta da Massimiliano Giansanti รจ โincentivare lo sviluppo digitale sia in unโottica di semplificazione, sia per cogliere le opportunitร di fornitura di servizi di alto livello nellโambito della viticoltura di precisione e nellโinternet of farming, nonchรฉ per aumentare la competitivitร del settore valorizzando il prodotto, attraverso sistemi di e-commerce, blockchain, etc.โ. Inoltre, il ruolo del comparto vino รจ fondamentale nella transizione ecologica, per il suo percorso giร ampiamente avviato verso una gestione sostenibile delle risorse. โร importanteโ scrive Confagri โformare e sostenere i viticoltori nellโadesione ai protocolli di sostenibilitร ,dalla vigna al canale di distribuzione. Senza dimenticare il ruolo ambientale e paesaggistico delle colline vitate che, oltre a contribuire in termini abbattimento della Co2, danno valore ai territori per quello che evocano e rappresentanoโ.
In materia di cambiamenti climatici, la Confagricoltura auspica un piano nazionale โche affronti le strategie di mitigazione e adattamento sulla base della ricerca scientifica, con investimenti per rafforzare prevenzione e protezione delle strutture produttive e delle colture dagli eventi calamitosiโ. In tema di infrastrutture, il Recovery sarร importante se i fondi saranno sfruttati โper colmare i deficit che il sistema produttivo italiano sta scontando rispetto ai competitor internazionaliโ. Infine, guardando allโexport, รจ โindispensabile un Piano specifico di internazionalizzazione che miri a espandere e consolidare i mercati, sfruttando anche gli accordi di libero scambio sottoscritti dalla Ue con Paesi terziโ.
Cia: โImplementare le infrastruttureโ
A fronte di una crisi senza precedenti, la Cia-Agricoltori italiani punta i riflettori sulla necessitร di avere risposte orientate a una visione strategica di lungo periodo. โPer avere ricadute importanti sul settore vitivinicoloโ afferma il responsabile vino, Domenico Mastrogiovanni โil Recovery plan deve aumentare la competitivitร dei territori e per farlo deve guardare con prioritร a tre direttrici: la digitalizzazione delle aree interne, la viabilitร rurale e le politiche per la promozioneโ. Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del territorio รจ la mancanza di infrastrutture digitali che, se implementate con le risorse del Pnrr, porterebbero โincredibili beneficiโ scrive la Cia โsotto il profilo, economico, sociale e ambientale a tutto il mondo agricolo e, dunque, anche al nostro settore. La digitalizzazione delle aziende vitivinicole parte dalle attivitร in campagna, dove รจ sempre piรน importante gestire i vigneti in modo moderno, utilizzando tutte le tecnologie disponibili, fino ad arrivare alla gestione efficiente dei processi di cantina e alla tracciabilitร digitale con la blockchain, nellโinteresse del consumatoreโ.
Per affrontare il nodo della viabilitร rurale e della carenza di collegamenti, e per generare ripercussioni positive sulle imprese vitivinicole, il Recovery plan โnon potrร mettere in secondo piano il rafforzamento e lโimplementazione delle infrastrutture viarie, per arginare il fenomeno della marginalizzazione sociale delle aree interne e favorire lo sviluppo enoturisticoโ, secondo la Cia. Infine, come ultima proposta strategica, le risorse dovranno dare nuovo impulso allโexport di vino โcon la costruzione di un piano straordinario di promozione del Made in Italyโ conclude Mastrogiovanni โper rafforzare la presenza dei vini italiani sui mercati esteriโ.
Le Donne del Vino: โNon dimenticare la paritร di genereโ
โLโagricoltura non sia presa in esame solo per lโimpatto ambientale ma anche in termini economici e occupazionaliโ, ha dichiarato lโassociazione Le Donne del vino, lanciando un messaggio alla politica perchรฉ si metta mano a politiche di genere e per il settore turistico ed enogastronomico. Lโaudizione in Commissione agricoltura alla Camera della presidente, Donatella Cinelli Colombini, e della sua vice, Paola Longo, รจ servita a chiedere di considerare non solo lโimpatto ambientale dellโagricoltura ma anche quello economico-occupazionale.
Lโassociazione ha messo nero su bianco la proposta di uso delle risorse del Pnrr, concentrandosi su diversi punti critici. Tra questi: la digitalizzazione delle aree rurali, considerata la mancanza di copertura del segnale e della banda larga nelle campagne; la qualificazione dellโagricoltura di precisione e delle produzioni ecosostenibili, che passa per un processo di formazione e digitalizzazione; il nodo trasporti e viabilitร , che va risolto con un potenziamento a tutto tondo per evitare il rischio marginalizzazione delle aree rurali, gli ostacoli al turismo e i disagi per giovani, donne e anziani; la carenza di servizi per la maternitร nelle campagne e nei piccoli centri, che rappresenta un grave impedimento alle possibilitร di lavoro e carriera delle donne. In materia di politiche di genere, lโassociazione Le Donne del vino ha chiesto agevolazioni fiscali e di punteggio nelle graduatorie per le imprese (cantine, ristoranti, rivendite, agenzie di consulenza) che rispettano la paritร di salario fra i generi e offrono orari di lavoro flessibili.
Non solo: รจ stato chiesto che fra gli obiettivi del turismo, allโinterno del Pnrr, sia inserito il Made in Italy agroalimentare dโeccellenza e, specificatamente, il vino. Infine, รจ da segnalare la proposta di realizzare un portale nazionale di promo-commercializzazione turistica collegata alla digitalizzazione delle destinazioni, ma anche centri espositivi, didattici e di coordinamento turistico in ogni Docg o nei distretti alimentari, un programma di formazione per gli addetti e un osservatorio per monitorare i risultati.
Movimento Turismo del Vino: โNon bucare lโennesima opportunitร โ
Il Pnrr ha suscitato non poche perplessitร tra i vertici del Movimento turismo del vino. Il presidente Nicola dโAuria spiega: โI vantaggi di un tale piano possono essere molti, anche e soprattutto perchรฉ il documento tocca aspetti, la sostenibilitร ambientale su tutti, che evidentemente fanno parte del nostro Dna e che potrebbero costituire un vero vantaggio, soprattutto se in parallelo si lavorasse a una corretta gestione delle risorse. Per non parlareโ prosegue dโAuria โdella parte che sottolinea lโesigenza di investire nella โbellezzaโ del nostro Paese. O, piรน nello specifico, il capitolo concernente il cosiddetto โturismo delle originiโโ.
Il tema รจ interessante, come osserva dโAuria, e in un certo qual senso โsembra cucito sulle nostre esigenze. E, ancor di piรนโ aggiunge โil segmento dedicato al potenziamento della formazione turistica di qualitร : sono anni che ne parliamo e finalmente sembrerebbe giunto il momento di affrontare lโargomento ai massimi livelliโ. Dove sta, allora, il problema? โAl di lร delle cifre destinate a questi obiettivi, รจ netta la sensazione che tutto sia stato trattato in modo generico, un compitino in classe svolto utilizzando manuali di supportoโ, commenta lโassociazione, secondo cui โancora una volta รจ mancato il confronto vero con chi opera sul campo e il rischio sarร quello di aver bucato lโennesima opportunitร . Una corretta gestione delle risorse offrirร ai player del settore qualche vantaggio, ma รจ altrettanto evidenteโ ha concluso DโAuria โche siamo lontanissimi da quello che si poteva e doveva fareโ.
FederBio: โPromozione dei distretti biologiciโ
Spazio, in Parlamento, anche alla filiera del biologico che attende il via libera definitivo alla legge nazionale. โIl nostro settore รจ un asset fondamentale per il rilancio dellโagroalimentare italianoโ, ha evidenziato la FederBio, con la presidente Maria Grazia Mammuccini, forte del fatto che la svolta green chiesta dallโUe vede nel biologico uno dei pilastri della strategia Farm fo fork. E lโItalia, con 80 mila imprese attive, รจ leader in Europa: โLa conversione al biologico e la promozione di distretti biologici rappresentano unโopportunitร strategica per lโoccupazione delle donne, dei giovani e per il rilancio economico di tanti territori rurali a partire dal Mezzogiorno. Quindiโ ha sottolineato Mammuccini โsiamo pienamente coerenti con le tre prioritร trasversali indicate nel Pnrrโ.
Tra le proposte indicate da FederBio alla Camera dei deputati ci sono la digitalizzazione e lโinnovazione per favorire la trasparenza del sistema. Ma cโรจ anche un intervento sulla fiscalitร , verificando per il bio certificato lโingresso nel mercato dei crediti di carbonio. โIl Pnrr deve prevedere investimenti a sostegno della conversione agro ecologicaโ ha concluso la presidente di Federbio, ricordando una lacuna del Piano: โIl mondo del bio non era mai stato consultato per portare le proprie proposte e nel capitolo del Pnrr dedicato allโagricoltura sostenibile non solo non viene mai citato, ma nemmeno le strategie Farm to fork e Biodiversitร โ. Lacuna che โandrร colmataโ, in vista dellโapprovazione del documento finale da presentare a Bruxelles.
Federalimentare sul Pnrr: โAssenza di visione globaleโ
ร critica la posizione di Federalimentare in Commissione agricoltura alla Camera, nellโambito dellโesame in sede consultiva della proposta di Pnrr. โPer quanto riguarda il settore agroalimentare ci sono alcune misure nelle aree tematiche trasversali, ma per l'industria alimentare ci sono poche cose se non addirittura unโassenza di visione rispetto allo sviluppo dell'industria alimentare, che รจ il secondo settore manifatturiero del Paeseโ, ha dichiarato il direttore Nicola Calzolaro.
Tra le criticitร , il riferimento al green deal europeo con l'attenzione alla sostenibilitร : โIl nostro sistema ci lavora da tempo, ma quella ambientale non puรฒ essere disgiunta da quella economica e socialeโ. Ancora: le iniziative relative alla sovranitร alimentare non devono alterare la concorrenza e il Pnrr deve promuovere โunโagricoltura, con incentivazioni al settore primario, che produca di piรน e a condizioni di mercatoโ, senza dimenticare di โsviluppare piattaforme di e-commerce nazionali e di distribuzione internazionali, dal momento che lโItalia รจ l'unico Paese che non le haโ. Necessarie, infine, secondo la federazione che rappresenta lโindustria italiana di alimenti e bevande (145 i miliardi di fatturato annuo), strutture adeguate per trasporto e logistica: โSoprattutto nel Mezzogiorno che, nel piano, sembra essere un tema assolutamente sottovalutatoโ.
a cura di Gianluca Atzeni
Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri uscito il 4 febbraio
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