Recovery plan. Cosa chiede il mondo del vino?

6 Feb 2021, 15:58 | a cura di Gianluca Atzeni
Digitalizzazione, infrastrutture, enoturismo, fiscalitร , attenzione ai consorzi, biologico e paritร  di genere. Sono molte le richieste delle sigle di settore invitate ad esprimersi sulla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da 210 miliardi di euro. Entro aprile il testo definitivo dovrร  essere inviato a Bruxelles
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La crisi di governo, la fine del Conte bis e il probabile arrivo a Palazzo Chigi dellโ€™ex presidente della Bce, Mario Draghi, non ha fermato le attivitร  parlamentari e la discussione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza dellโ€™Italia (Pnrr), il grande progetto europeo di rilancio economico post-pandemia. Su questo tema fondamentale per il futuro dellโ€™Italia, le diverse commissioni parlamentari, a cominciare da quella allโ€™Agricoltura fino alla Commissione Bilancio, stanno sentendo a turno le parti sociali, le associazioni di categoria del mondo agricolo e agroalimentare, per provare a emendare la proposta elaborata dal Governo a metร  gennaio e messa nero su bianco nella prima bozza di Recovery plan, che lโ€™Italia รจ chiamata a consegnare a Bruxelles, nella sua versione definitiva, entro il mese di aprile.

Il passaggio attraverso le organizzazioni di categoria รจ cruciale per migliorare e arricchire di ulteriori contenuti un documento che potrร  contare sulle risorse del Next generation Eu per 210 miliardi di euro, che diventano 300 se si considerano i fondi del bilancio 2021-2026. Un insieme di riforme che dovrebbe, secondo il Ministero dellโ€™Economia e finanze, impattare sul Pil entro il 2026 di almeno tre punti percentuali, mitigando i primi effetti della pandemia, costati 8,8 punti di Pil nel solo 2020 (dato Istat).

ITALIA - RISORSE NEXT GENERATION EU PER MISSIONE

Fonte: Ministero delle Economia e finanze โ€“ Pnrr

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Recovery plan. Dal Pnrr 7 miliardi al mondo agricolo

All'nterno del Pnrr, al mondo agricolo, in particolare, sono assegnati circa 7 miliardi di euro considerando la voce "Agricoltura sostenibile ed economia circolare" ma il settore primario potrebbe godere degli effetti positivi generati dagli investimenti in altri assi strategici del Piano, come la digitalizzazione e l'nnovazione. Nel corso delle numerose audizioni di questa settimana, la Commissione agricoltura della Camera attraverso il suo presidente, Filippo Gallinella (vedi intervista su Tre Bicchieri della scorsa settimana) รจ stata molto chiara nelle sue comunicazioni: siamo disposti ad accogliere tutte le osservazioni del caso, puntiamo a modificare e migliorare il testo, ma lโ€™impianto del Piano resta sostanzialmente quello presentato. Messaggio che, tradotto, significa: non ci saranno grandi spostamenti di risorse nรฉ diverse attribuzioni di competenze tra i vari ministeri a seconda degli assi di intervento.

E, in tale contesto generale, di forti distinguo sul Pnrr, tra scettici e ottimisti, per capire quali possano essere i vantaggi per la filiera vitivinicola e quali debbano essere le tematiche piรน urgenti da affrontare, abbiamo raccolto i desiderata di alcune sigle di settore. Sappiamo che il vino italiano gode dei regolari finanziamenti del Piano nazionale di sostegno (Pns), che ogni anno muove oltre 335 milioni di euro, e anche in questo 2021 potrร  contare su misure straordinarie, confermate una settimana fa dalla Commissione europea. Ma come un Pnrr cosรฌ ad ampio spettro potrร  incidere sul futuro della filiera?

 

Il PNRR: impatto sul Pil di 3 punti entro 2026

Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) รจ costituito da 6 missioni, che a loro volta raggruppano 16 componenti, in cui si concentrano 47 linee di intervento, con progetti selezionati, privilegiando quelli trasformativi e con maggiore impatto su economia e lavoro, e riforme coerenti. Dei 210 miliardi di risorse, nelle sei missioni, 144,2 miliardi finanziano โ€œnuovi progettiโ€, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a โ€œprogetti in essereโ€ coerenti col regolamento europeo Rrf (Recovery and resilience facility). Inoltre, il Pnrr comprende, sempre in ambito Next generation Eu, i 13,5 miliardi di React Eu e 1,2 miliardi del Just transition fund, assieme a parte dei fondi nazionali dedicati alla Coesione e sviluppo, consentendo di incrementare la quota di investimenti pubblici del Piano e rafforzare gli interventi per il riequilibro territoriale, con una forte attenzione al Sud.

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Gli assi portanti del Pnrr sonoย  investimentiย  eย  riforme. Leย  riforme di contestoย  che accompagnano le linee di intervento dovrebbero rafforzare la competitivitร , ridurre gli oneri burocratici e rimuovere i vincoli che hanno rallentato la realizzazione degli investimenti o ridotto la loro produttivitร . Tra queste, la riforma della giustizia e della Pubblica amministrazione, di parte del sistema tributario e del mercato del lavoro.

Laย  transizione verde e digitaleย  รจ al centro del progetto. Considerando che il Pnrr sarร  integrato con 80 miliardi di euro a valere sul bilancio 2021-2026, secondo stime del Ministero delle Finanze, lโ€™insieme degli investimenti e dei progetti di riforma dovrebbe tradursi in un aumento, rispetto allo scenario base, della crescita e dellโ€™occupazione. Pertanto, al 2026, anno finale del Recovery Plan,ย  lโ€™impatto positivo sul Pil sarร  pari a circa 3 punti percentuali.

PNRR โ€“ le 6 missioni

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitivitร  e cultura
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
  3. Infrastrutture per la mobilitร  sostenibile
  4. Istruzione-ricerca
  5. Paritร  di genere, coesione sociale e territoriale
  6. Salute

Federdoc: โ€œServe transizione ecologicaโ€

Il tema ambientale รจ sicuramente tra i piรน citati nella discussione sul Recovery. La Federdoc, infatti, parla del Pnrr come di โ€œoccasione unica per accompagnare ulteriormente la transizione ecologica della filiera vinicola, in realtร โ€ specifica il presidente Riccardo Ricci Curbastro โ€œgiร  da anni fortemente impegnata sulla sostenibilitร  ambientale, sociale ed economica, come testimonia lโ€™impegno di Federdoc e dei consorzi di tutela nellโ€™elaborazione dello standard Equalitasโ€. Non solo: cโ€™รจ bisogno di dare impulso โ€œallโ€™innovazione digitale del settore e alla formazione propedeutica al ricambio generazionaleโ€. Ma anche la gestione delle risorse del Next Generation Eu sarร  cruciale. โ€œรˆ necessario destinarle a progetti puntualmente elaborati in termini di obiettivi, tempi e modalitร  di realizzazione e che siano utilizzati in modo complementare nei Pns e nei Psr nazionaliโ€. E i Consorzi di tutela delle Dop vitivinicole, secondo Federdoc, potranno essere validi interlocutori delle istituzioni nellโ€™individuare le prioritร : โ€œSono naturali interpreti delle istanze delle filiere e, se adeguatamente supportati, possono contribuire a ottimizzare i risultati attesi, finalizzando le iniziative pianificateโ€.

Confagricoltura: โ€œIncentivare lo sviluppo digitale e i protocolli di sostenibilitร โ€

Infrastrutture, digitalizzazione, propensione alle innovazioni e investimenti per la formazione sono, ad avviso di Confagricoltura, le lacune italiane a cui il Recovery plan รจ chiamato a rispondere in modo efficace. Carenze da colmare parallelamente โ€œcon urgenti riforme della Pubblica amministrazione, della giustizia e della fiscalitร โ€. Per il settore vitivinicolo, lโ€™auspicio dellโ€™associazione presieduta da Massimiliano Giansanti รจ โ€œincentivare lo sviluppo digitale sia in unโ€™ottica di semplificazione, sia per cogliere le opportunitร  di fornitura di servizi di alto livello nellโ€™ambito della viticoltura di precisione e nellโ€™internet of farming, nonchรฉ per aumentare la competitivitร  del settore valorizzando il prodotto, attraverso sistemi di e-commerce, blockchain, etc.โ€. Inoltre, il ruolo del comparto vino รจ fondamentale nella transizione ecologica, per il suo percorso giร  ampiamente avviato verso una gestione sostenibile delle risorse. โ€œรˆ importanteโ€ scrive Confagri โ€œformare e sostenere i viticoltori nellโ€™adesione ai protocolli di sostenibilitร ,dalla vigna al canale di distribuzione. Senza dimenticare il ruolo ambientale e paesaggistico delle colline vitate che, oltre a contribuire in termini abbattimento della Co2, danno valore ai territori per quello che evocano e rappresentanoโ€.

In materia di cambiamenti climatici, la Confagricoltura auspica un piano nazionale โ€œche affronti le strategie di mitigazione e adattamento sulla base della ricerca scientifica, con investimenti per rafforzare prevenzione e protezione delle strutture produttive e delle colture dagli eventi calamitosiโ€. In tema di infrastrutture, il Recovery sarร  importante se i fondi saranno sfruttati โ€œper colmare i deficit che il sistema produttivo italiano sta scontando rispetto ai competitor internazionaliโ€. Infine, guardando allโ€™export, รจ โ€œindispensabile un Piano specifico di internazionalizzazione che miri a espandere e consolidare i mercati, sfruttando anche gli accordi di libero scambio sottoscritti dalla Ue con Paesi terziโ€.

Cia: โ€œImplementare le infrastruttureโ€

A fronte di una crisi senza precedenti, la Cia-Agricoltori italiani punta i riflettori sulla necessitร  di avere risposte orientate a una visione strategica di lungo periodo. โ€œPer avere ricadute importanti sul settore vitivinicoloโ€ afferma il responsabile vino, Domenico Mastrogiovanni โ€œil Recovery plan deve aumentare la competitivitร  dei territori e per farlo deve guardare con prioritร  a tre direttrici: la digitalizzazione delle aree interne, la viabilitร  rurale e le politiche per la promozioneโ€. Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del territorio รจ la mancanza di infrastrutture digitali che, se implementate con le risorse del Pnrr, porterebbero โ€œincredibili beneficiโ€ scrive la Cia โ€œsotto il profilo, economico, sociale e ambientale a tutto il mondo agricolo e, dunque, anche al nostro settore. La digitalizzazione delle aziende vitivinicole parte dalle attivitร  in campagna, dove รจ sempre piรน importante gestire i vigneti in modo moderno, utilizzando tutte le tecnologie disponibili, fino ad arrivare alla gestione efficiente dei processi di cantina e alla tracciabilitร  digitale con la blockchain, nellโ€™interesse del consumatoreโ€.

Per affrontare il nodo della viabilitร  rurale e della carenza di collegamenti, e per generare ripercussioni positive sulle imprese vitivinicole, il Recovery plan โ€œnon potrร  mettere in secondo piano il rafforzamento e lโ€™implementazione delle infrastrutture viarie, per arginare il fenomeno della marginalizzazione sociale delle aree interne e favorire lo sviluppo enoturisticoโ€, secondo la Cia. Infine, come ultima proposta strategica, le risorse dovranno dare nuovo impulso allโ€™export di vino โ€œcon la costruzione di un piano straordinario di promozione del Made in Italyโ€ conclude Mastrogiovanni โ€œper rafforzare la presenza dei vini italiani sui mercati esteriโ€.

Le Donne del Vino: โ€œNon dimenticare la paritร  di genereโ€

โ€œLโ€™agricoltura non sia presa in esame solo per lโ€™impatto ambientale ma anche in termini economici e occupazionaliโ€, ha dichiarato lโ€™associazione Le Donne del vino, lanciando un messaggio alla politica perchรฉ si metta mano a politiche di genere e per il settore turistico ed enogastronomico. Lโ€™audizione in Commissione agricoltura alla Camera della presidente, Donatella Cinelli Colombini, e della sua vice, Paola Longo, รจ servita a chiedere di considerare non solo lโ€™impatto ambientale dellโ€™agricoltura ma anche quello economico-occupazionale.

Lโ€™associazione ha messo nero su bianco la proposta di uso delle risorse del Pnrr, concentrandosi su diversi punti critici. Tra questi: la digitalizzazione delle aree rurali, considerata la mancanza di copertura del segnale e della banda larga nelle campagne; la qualificazione dellโ€™agricoltura di precisione e delle produzioni ecosostenibili, che passa per un processo di formazione e digitalizzazione; il nodo trasporti e viabilitร , che va risolto con un potenziamento a tutto tondo per evitare il rischio marginalizzazione delle aree rurali, gli ostacoli al turismo e i disagi per giovani, donne e anziani; la carenza di servizi per la maternitร  nelle campagne e nei piccoli centri, che rappresenta un grave impedimento alle possibilitร  di lavoro e carriera delle donne. In materia di politiche di genere, lโ€™associazione Le Donne del vino ha chiesto agevolazioni fiscali e di punteggio nelle graduatorie per le imprese (cantine, ristoranti, rivendite, agenzie di consulenza) che rispettano la paritร  di salario fra i generi e offrono orari di lavoro flessibili.

Non solo: รจ stato chiesto che fra gli obiettivi del turismo, allโ€™interno del Pnrr, sia inserito il Made in Italy agroalimentare dโ€™eccellenza e, specificatamente, il vino. Infine, รจ da segnalare la proposta di realizzare un portale nazionale di promo-commercializzazione turistica collegata alla digitalizzazione delle destinazioni, ma anche centri espositivi, didattici e di coordinamento turistico in ogni Docg o nei distretti alimentari, un programma di formazione per gli addetti e un osservatorio per monitorare i risultati.

Movimento Turismo del Vino: โ€œNon bucare lโ€™ennesima opportunitร โ€

Il Pnrr ha suscitato non poche perplessitร  tra i vertici del Movimento turismo del vino. Il presidente Nicola dโ€™Auria spiega: โ€œI vantaggi di un tale piano possono essere molti, anche e soprattutto perchรฉ il documento tocca aspetti, la sostenibilitร  ambientale su tutti, che evidentemente fanno parte del nostro Dna e che potrebbero costituire un vero vantaggio, soprattutto se in parallelo si lavorasse a una corretta gestione delle risorse. Per non parlareโ€ prosegue dโ€™Auria โ€œdella parte che sottolinea lโ€™esigenza di investire nella โ€˜bellezzaโ€™ del nostro Paese. O, piรน nello specifico, il capitolo concernente il cosiddetto โ€˜turismo delle originiโ€™โ€.

Il tema รจ interessante, come osserva dโ€™Auria, e in un certo qual senso โ€œsembra cucito sulle nostre esigenze. E, ancor di piรนโ€ aggiunge โ€œil segmento dedicato al potenziamento della formazione turistica di qualitร : sono anni che ne parliamo e finalmente sembrerebbe giunto il momento di affrontare lโ€™argomento ai massimi livelliโ€. Dove sta, allora, il problema? โ€œAl di lร  delle cifre destinate a questi obiettivi, รจ netta la sensazione che tutto sia stato trattato in modo generico, un compitino in classe svolto utilizzando manuali di supportoโ€, commenta lโ€™associazione, secondo cui โ€œancora una volta รจ mancato il confronto vero con chi opera sul campo e il rischio sarร  quello di aver bucato lโ€™ennesima opportunitร . Una corretta gestione delle risorse offrirร  ai player del settore qualche vantaggio, ma รจ altrettanto evidenteโ€ ha concluso Dโ€™Auria โ€œche siamo lontanissimi da quello che si poteva e doveva fareโ€.

FederBio: โ€œPromozione dei distretti biologiciโ€

Spazio, in Parlamento, anche alla filiera del biologico che attende il via libera definitivo alla legge nazionale. โ€œIl nostro settore รจ un asset fondamentale per il rilancio dellโ€™agroalimentare italianoโ€, ha evidenziato la FederBio, con la presidente Maria Grazia Mammuccini, forte del fatto che la svolta green chiesta dallโ€™Ue vede nel biologico uno dei pilastri della strategia Farm fo fork. E lโ€™Italia, con 80 mila imprese attive, รจ leader in Europa: โ€œLa conversione al biologico e la promozione di distretti biologici rappresentano unโ€™opportunitร  strategica per lโ€™occupazione delle donne, dei giovani e per il rilancio economico di tanti territori rurali a partire dal Mezzogiorno. Quindiโ€ ha sottolineato Mammuccini โ€œsiamo pienamente coerenti con le tre prioritร  trasversali indicate nel Pnrrโ€.

Tra le proposte indicate da FederBio alla Camera dei deputati ci sono la digitalizzazione e lโ€™innovazione per favorire la trasparenza del sistema. Ma cโ€™รจ anche un intervento sulla fiscalitร , verificando per il bio certificato lโ€™ingresso nel mercato dei crediti di carbonio. โ€œIl Pnrr deve prevedere investimenti a sostegno della conversione agro ecologicaโ€ ha concluso la presidente di Federbio, ricordando una lacuna del Piano: โ€œIl mondo del bio non era mai stato consultato per portare le proprie proposte e nel capitolo del Pnrr dedicato allโ€™agricoltura sostenibile non solo non viene mai citato, ma nemmeno le strategie Farm to fork e Biodiversitร โ€. Lacuna che โ€œandrร  colmataโ€, in vista dellโ€™approvazione del documento finale da presentare a Bruxelles.

Federalimentare sul Pnrr: โ€œAssenza di visione globaleโ€

รˆ critica la posizione di Federalimentare in Commissione agricoltura alla Camera, nellโ€™ambito dellโ€™esame in sede consultiva della proposta di Pnrr. โ€œPer quanto riguarda il settore agroalimentare ci sono alcune misure nelle aree tematiche trasversali, ma per l'industria alimentare ci sono poche cose se non addirittura unโ€™assenza di visione rispetto allo sviluppo dell'industria alimentare, che รจ il secondo settore manifatturiero del Paeseโ€, ha dichiarato il direttore Nicola Calzolaro.

Tra le criticitร , il riferimento al green deal europeo con l'attenzione alla sostenibilitร : โ€œIl nostro sistema ci lavora da tempo, ma quella ambientale non puรฒ essere disgiunta da quella economica e socialeโ€. Ancora: le iniziative relative alla sovranitร  alimentare non devono alterare la concorrenza e il Pnrr deve promuovere โ€œunโ€™agricoltura, con incentivazioni al settore primario, che produca di piรน e a condizioni di mercatoโ€, senza dimenticare di โ€œsviluppare piattaforme di e-commerce nazionali e di distribuzione internazionali, dal momento che lโ€™Italia รจ l'unico Paese che non le haโ€. Necessarie, infine, secondo la federazione che rappresenta lโ€™industria italiana di alimenti e bevande (145 i miliardi di fatturato annuo), strutture adeguate per trasporto e logistica: โ€œSoprattutto nel Mezzogiorno che, nel piano, sembra essere un tema assolutamente sottovalutatoโ€.

a cura di Gianluca Atzeni

Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri uscito il 4 febbraio

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