Vino

"Basta con l'ossessione per i vini premium. La comunicazione punti su un consumo piacevole". Il monito di Ismea

Il report sul futuro del settore avverte: "Attenzione ad una contrazione a lungo termine". E dร  le linee guida per rilanciare la domanda

  • 23 Gennaio, 2025

Ricavi ridotti, incertezze e timori hanno caratterizzato il 2023 e il 2024 per gli operatori del settore vitivinicolo italiano. L’Ismea, nel recente rapporto sulla Situazione congiunturale del settore vino in Italia nel 2024, dipinge un quadro difficile per il settore nazionale con rischi nel medio e lungo periodo.ย  C’รจ, infatti, una diffusa consapevolezza che, sebbene nel 2023 la posizione internazionale del vino italiano sia rimasta solida e i dati sui primi otto mesi del 2024 indichino una crescita delle esportazioni, ยซuna contrazione generale del mercato – scrive l’istituto – danneggerebbe in modo grave la sostenibilitร  complessiva del sistema del vino italiano nel suo attuale assettoยป. E le possibilitร  che uno scenario di questo genere siano concrete ci sono tutte, anche se l’Italia, fa notare Ismea, ha le potenzialitร  per un rilancio della domanda.

I rischi di un declino strutturale

Il vero rischio รจ legato a un eventuale declino strutturale nel consumo di vino nel lungo termine. Se, infatti, il calo delle importazioni registrato nel 2023 in mercati chiave come Usa, Canada, Regno Unito puรฒ essere attribuito a problemi temporanei come incertezza globale, calo del potere d’acquisto e tensioni geopolitiche, risolvibili con una ripresa dell’economia, diverso รจ il discorso legato a fattori come le preoccupazioni salutistiche o le preferenze accordate dai consumatori a prodotti diversi dal vino (altri analcolici, birra), che hanno radici piรน profonde. ยซMentre il volume totale di alcol puro consumato sta diminuendo in molti Paesi – avverte Ismea – il vino sta perdendo spazio di mercato in termini proporzionalmente maggiori di birra e superalcolici. In questo contesto di concorrenza intensificata, i prezzi e la dimensione degli investimenti di marketing dell’industria delle bevande pongono il vino in una posizione di svantaggio competitivoยป.

Catturare l’interesse delle nuove generazioni

In un’Italia che, come ricorda il rapporto Ismea e Rete rurale nazionale, รจ leader globale dell’export a volume (seconda a valore dopo la Francia) e che nel 2024 ha ripreso il primato produttivo (con circa 675mila ettari), ci si interroga sull’opportunitร  di ridurre il potenziale produttivo (ad esempio con una nuova campagna di estirpazione dei vigneti) o, quantomeno, non aumentarlo. Una decisione che andrร  presa ยซconoscendo nel dettaglioยป il peso dei fattori strutturali che possono portare a un calo della domanda e anche gli elementi di debolezza dell’offerta. ยซUna ripresa รจ possibile – scrive l’istituto vigilato dal Masaf – purchรฉ si realizzino condizioni che riguardano la capacitร  di catturare lโ€™interesse e il favore delle generazioni piรน giovani e lโ€™adattamento dellโ€™offerta alla domandaยป.

Ripensare la comunicazione del vino

Ecco perchรฉ l’Ismea invita a porre l’attenzione sulla trasformazione digitale del sistema della comunicazione ma anche sull’importanza di puntare a processi produttivi leggeri, piรน sostenibili sul lato ambientale e ottimizzati nei costi, mantenendo la viticoltura nelle aree piรน vocate. Ma non solo: รจ necessaria una ยซevoluzione dei codici comunicativi e occorre ripensare l’impostazione generale della comunicazione del vinoยป. In che modo? Bisogna ยซsuperareยป l’attuale modello di comunicazione che ยซenfatizza gli elementi di complessitร  del vino, rendendo l’acquisto talvolta ansiogeno, per muovere verso un modello piรน aperto, che inviti prima di tutto a un consumo facile e piacevoleยป. Questo nuovo modello deve eliminare i ยซconflitti tra vini “considerati buoni” e vini “considerati cattivi” o “non adeguati” – scrive Ismea – grazie anche al fatto che i progressi della tecnica viticola ed enologica rendono ormai veramente rari i casi di vini oggettivamente di inaccettabile qualitร ยป.

mercati - calice vino - consumi - bere responsabile - Foto Roberta Radini da Pixabay

foto Roberta Radini da Pixabay

Frenare l’ossessione della premiumisation

Guardando, infine, alle politiche di prezzo, Ismea invita a un ripensamento generale e a ยซnon inseguire in modo ossessivo la premiumisation, coinvolgendo anche in modo strutturale il sistema distributivo, in particolare la ristorazioneยป, ritenuta un canale importante dove ormai si consolidano le abitudini di consumo. Non per niente, si legge nel rapporto, una prova del crescente interesse del mercato per prodotti di prezzo accessibile รจ la crescita nel 2024 degli imbottigliamenti e delle vendite delle due grandi denominazioni italiane focalizzate su questo tipo di prodotti, ossia il Prosecco Doc e il Pinot grigio delle Venezieยป.

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