Come un bistrot a due passi da Piazza di Spagna sfida le cucine turistiche di Roma centro

Chi conosce bene il centro storico di Roma sa che trovare un angolo tranquillo dove mangiare a due passi da Piazza di Spagna può essere un miracolo. Eppure è ciò che Alberto Moncada è riuscito a realizzare aprendo un bistrot proprio all’incrocio tra Via della Croce e Mario de’ Fiori 37. Si chiama Da Mariolino e porta la firma del figlio Giovanni, corporate chef dal curriculum di prestigio, che ha scelto di tornare alle sue radici dopo anni di esperienza nelle cucine più rinomate del mondo. L’avventura è iniziata circa un anno fa, e dopo il rodaggio iniziale, ora il locale ha trovato la sua chiave: ricette classiche romane rivisitate.

La scommessa della tradizione moderna

«Volevo creare nel mio quartiere un posto dove i romani potessero sentirsi a casa», spiega il giovane chef. Una sfida non da poco, considerando che la zona pullula di locali per turisti. Da Mariolino ha però saputo ritagliarsi la propria identità, diventando il nuovo indirizzo nel cuore della Capitale per chi a tavola cerca autenticità con guizzo. Il nome stesso è un manifesto: un omaggio a Mario Nuzzi, soprannominato Mario de’ Fiori, pittore barocco famoso per i suoi quadri floreali. La proposta rispecchia esattamente questa ricerca di equilibrio tra appartenenza e originalità, con pasta rigorosamente fatta in casa, focaccia compresa, e una filiera che privilegia fornitori a chilometro zero.

Nel menu, accanto ai grandi classici romani come i saltimbocca – con il loro trito di prosciutto preparato secondo tradizione ma presentato in chiave moderna – trovano spazio rivisitazioni creative come il raviolo ripieno di carbonara. «Sono molto felice di vedere gli ospiti stupiti davanti a un raviolo fatto in casa o un saltimbocca che, servito in maniera così particolare, va oltre le aspettative nei sapori e nella presentazione», racconta al Gambero Rosso.

La nuova generazione in cucina

Per Giovanni Moncada questo è davvero un ritorno a casa. Cresciuto a pochi metri dal ristorante, ha ereditato la passione per la cucina dalla nonna Berlucchi, con cui trascorreva le vacanze in Franciacorta imparando l’importanza della materia prima. Dopo la laurea a Les Roches, ha girato per il mondo per affinare la tecnica: La Pergola di Roma con Heinz Beck, il Bulgari di Tokyo, il celebre Noma di Copenaghen e il Marea di New York.

Oggi quel bagaglio internazionale lo mette al servizio di una città che non ha mai davvero lasciato dirigendo, dopo quella di EMME Restaurant, anche la cucina del secondo progetto della famiglia Moncada. Insieme a lui c’è Andrea De Carolis, altro romano doc formatosi negli stellati tra Roma e Londra e innamorato della tradizione italiana. Il loro è un metodo di lavoro collaborativo. Giovanni supervisiona, Andrea sviluppa nuovi spunti. Insieme decidono l’evoluzione di un menù che cambia continuamente ma resta fedele alla filosofia “less is more”. Una visione che si riflette anche negli spazi, visto che il bistrot funziona come una piccola oasi moderna, con il bancone del bar che accoglie gli ospiti e la concierge del boutique hotel che crea un’atmosfera smart.

La formula funziona. «Aprire a Via Mario de’ Fiori è stata una scommessa ma ne siamo fieri», racconta chef Moncada. «Siamo felicissimi di poter offrire una qualità così alta restando con prezzi onesti a due passi da Piazza di Spagna. In un anno siamo cresciuti enormemente. Le aspettative nella realtà sono più che soddisfacenti». La prova che anche nel cuore più turistico di Roma c’è spazio per la vera cucina italiana quando è fatta con competenza, in un formato accessibile che non intimidisce ma che non scende a compromessi.