Villa Feltrinelli, direttamente sul lago di Garda, è un hotel con solo 20 camere di indubbio prestigio e fama. Nasce come residenza di vacanza della famiglia Feltrinelli, poi casa-rifugio per gli ultimi mesi di Mussolini, quindi abbandonata a se stessa e infine recuperata da un investitore americano che se ne innamorò (come dargli torto), decidendo di restaurarla e riportarla in auge.
La storia, gli illustri ospiti letterari, il parco, la struttura, le stanze, tutto trasmette fascino, eleganza, classe, raffinatezza. E poi, all’interno, c’è un piccolo gioiello, poco noto ai più (anche perché fruibile solo sei mesi l’anno e, dagli esterni, a cena), che è la cucina, notevole, dello chef Stefano Baiocco. Se la location potrebbe far presagire una proposta molto classica, in realtà ci sono in serbo parecchie sorprese per chi riesce ad accaparrarsi un tavolo qui.
Ossia una cucina assolutamente personale e identitaria, con la componente vegetale sempre ben presente, valorizzata e valorizzante qualsiasi portata: l’imprinting di un maestro come Pierre Gagnaire si sente. Baiocco inoltre ha doti da fine cesellatore, che lavora una materia prima eccellente facendo emergere forme ben delineate e proporzionate, per presentazioni di grande eleganza e impatto visivo. Ma non ci si ferma all’estetica, il suo percorso degustazione è decisamente vario, intrigante e incuriosisce portata dopo portata, oscillando dalla note dolci a quelle amare, dalla sapidità alla acidità alla piccantezza, anche all’interno dello stesso piatto, dove sapori perfettamente gestiti e armonizzati arrivano in progressione, anche incalzante, pieni di sfaccettature, al palato. Una cucina che potremmo definire altresì sartoriale, che spinge per chi apprezza gli spigoli e gli azzardi, e resta, relativamente, tranquilla, per chi arriva per la prima volta (non a caso lo chef ha memoria di quello che ordinano i commensali).
Spaghetto al caffè e limoni di mare
Si parte con i canapè, serviti direttamente a un tavolino ai piedi del lago, guardano il paesaggio, in una dimensione di grande silenzio, pace e serenità, per poi spostarsi in uno dei tavoli, disposti sempre all’aperto o all’interno, a seconda delle condizioni climatiche. I coperti sono pochi e devono bastare anche per gli ospiti dell’albergo. Per chi viene da fuori bisogna affidarsi completamente allo chef per un percorso degustazione che cambia spesso, pure durante la settimana, e lasciandogli carta bianca.
Il piatto dell’orto
Oltre al suo piatto signature, lo spaghetto al caffè e limoni di mare, dove le note amare e salmastre si rincorrono, ecco il sorprendente “piatto dell’orto”, con radici di bardana, marasche, luppolo, raperonzolo e tanto altro, accompagnato da una vinaigrette speciale e una salsa romesco, e dove materia prima vegetale viene esaltata al massimo per freschezza, bellezza e gusto. Ancora: lumache, salmerino, coniglio con ostriche, la melanzana con il gelato all’origano e Kvass, un raviolo di avocado arrostito con ceviche al baccello di piselli, i passatelli con il piccione e brodo di liquirizia, una serie incessante di sorprese. Ci scuserà Leopardi per la licenza poetica, ma “tra questa immensità s’annega il pensier mio e il naufragar m’è dolce in questo…lago”.
Villa Feltrinelli – Gargnano (BS) – via Rimembranza, 38 – 0356 798000 – ristorantevillafeltrinelli.com
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