Caserta e la sua provincia hanno significato una rivoluzione nel mondo della pizza contemporanea: la gloriosa tradizione napoletana qui ha trovato un innesto incredibile di creatività e innovazione che l’ha portata a essere centro di sperimentazione e vera e propria meta di pellegrinaggio per appassionati della pizza da tutto il mondo. In questo elenco non troverete uno dei grandi nomi della pizza internazionale, Franco Pepe: il suo Pepe in Grani si trova a Caiazzo, nell’alto Casertano, a mezz’ora d’auto da Caserta e vale il viaggio. Qui ci concentriamo sulla città della Reggia: tra insegne giovani e grandi maestri, ecco di seguito la lista delle migliori pizzerie casertane, premiate con i Tre e i Due Spicchi nella guida Pizzerie d’Italia 2025.
Grande innovatore, Francesco Martucci è a capo di un locale che è diventato meta da parte di estimatori provenienti da ogni dove e che recentemente è stato completamente rinnovato, con accorgimenti architettonici e inserimento di opere d’arte e di design internazionale. Dalle sue mani nascono impasti realizzati con tecniche inedite, arricchite da condimenti che sono il frutto di un lavoro di alta cucina che spingono sempre più in là la concezione sui topping. Per capire la vera anima dell’insegna, bisognerebbe imergersi nel percorso degustazione lasciandosi guidare dalle sue parole appassionate. Nel menu alla carta, tante le proposte da non perdere, insieme a pizze che sono veri e propri classici imitatissimi ormai, come la Futuro di Marinara in tre cotture (una delle tecniche più emulate oggi, vapore a 100°, fritta a 180° e infine ripassata in forno a 400°).
v.le G. Dohuet, 11
Salvatore Martucci, conosciuto come Sasà, è un treno in corsa. In perenne crescita professionale, sta per fare il salto oltre Caserta, con l’apertura di una nuova insegna a Milano prevista per il prossimo autunno. Il suo locale, non lontano dalla Stazione e dalla Reggia vanvitellian, è accogliente come i suoi impasti, sempre più leggeri con farciture di pensiero e contemporanee. Tante le opzioni in carta che si fanno ricordare, sia si punti sui classici che sulle proposte dei menu stagionali. Le pizze in tre cotture sono un must; gli oli extravergini selezionati provengono da tutta Italia. Bello il menu borbonico dedicato alla Reggia di Caserta con relativi vini in pairing. Ottima la selezione delle materie prime, tanta attenzione per vegetariani e vegani. Buoni i dessert, servizio sopra lo standard.
via A. Vivaldi, 23
Da pizzaiolo a imprenditore in pochi anni, sebbene abbia iniziato da giovanissimo, Ciccio Vitiello ha da subito dimostrato talento e caparbietà riuscendo a ottenere successi nel mondo della pizza di qualità a livello nazionale. Quando passione e lavoro coincidono i confini sono labili e i risultati spesso straordinari. Creativo e instancabile sognatore, realizza un impasto leggero ed elastico perfetto per accogliere le ricette delle pizze tradizionali. Le sue tonde classiche contano pochi elementi à la carte, in rappresentanza della tradizione che Ciccio rivisita a suo modo, con qualche eccezione come l’ormai celebre Recensione Negativa, con bufala, pomodoro, pesto di basilico, pepe di Sichuan, olio al limone e l’immancabile ingrediente segreto ormai noto. Oltre ai fritti magistrali, dove spicca la bontà della montanara marinara, c’è il padellino che nella versione Genovese di Ciccio regala grande soddisfazione. Fra i dolci, Miscake è una Margherita che inganna golosamente l’occhio.
via Generale Pasquale Tenga, 84
Cambia-menti Ciccio Vitiello
La Bolla è un gioiello nascosto, progetto di gusto e ambizione, estensione del boutique hotel Villa Maria Cristina. La pizza è affidata alle abili mani di Simone De Gregorio, classe 1994. Entusiasta e volenteroso, Simone si dedica con passione alla creazione di nuove ricette per il suo impasto, ben alveolato, scioglievole al morso e dal cornicione voluminoso. Le pizze tradizionali e contemporanee cuociono al forno elettrico, le basi bianche vengono completate con i topping prima di rientrare in forno, mentre i padellini cuociono a vapore e in forno, tutto in ottica no waste. Degne di nota la Provola e Pepe ritorno al futuro, con stracotto di 4 pomodori campani, provola affumicata, parmigiano e pepe indonesiano, e la più sofisticata Tonnaria, con tonno, cipolla caramellata al brandy, provola e polvere di olive caiazzane. Il suo estro performa molto bene negli spicchi dolci fritti e ripassati al forno, come la Croccante e Amarene, golosa e colorata, omaggio al suo gelato preferito, o la Assoluto di Mela Annurca, che nel 2023 ha meritato il premio Le Pizze dell’Anno per la guida del Gambero Rosso.
via Archivio, 16
La Bolla
Da due generazioni la famiglia Carfora si dedica alla ristorazione di qualità. Tre sedi in Campania per le loro pizzerie: Caserta, Maddaloni e Montesarchio, realtà che i fratelli Giulio e Cristina, con papà Emilio, seguono assieme al maestro pizzaiolo Michele Vitiello. Il DNA della loro pizza è casertano: cornicione alveolato e abbondante, lunga lievitazione, alta idratazione, stesura sottile, impasto leggero e digeribile. Due le pizze Margherita a menu: la classica e la ruota di carro. Molte le interpretazioni stagionali che celebrano i prodotti nel loro momento migliore, come la Parmigiana Croccante con parmigiana di melanzane, pesto, fiordilatte e fonduta di Grana; così come numerosi sono gli omaggi alla cucina campana e partenopea, come la pizza Genovese o la Ragù, rivisitato con la salsiccia di Castelpoto, peperoncini verdi e olio alla rucola. Oltre ai buoni fritti fatti in casa, in menu anche cucina tradizionale.
c.so Trieste, 13
Stanno per intraprendere un trasferimento di sede (che si concretizzerà a settembre) Vittorio Vespignani e la moglie Domenica Paone, che hanno costruito un’ottima reputazione intorno alla loro insegna. La coppia ogni sera accoglie clienti da tutta la Campania. Il locale è intimo e il ritmo dei tavoli è sostenuto da un servizio attento. Nel menu si legge il territorio, ma anche l’amore per amici e familiari: Claudio, Dolce Giorgia e Donna Maria, oltre ad essere gustose pizze, sono omaggi di Vittorio ai figli e alla moglie. Il suo impasto, leggero e alveolato, steso sottile dopo 24 ore di maturazione, ben si presta ai condimenti classici delle pizze tradizionali e, ancor di più, rende nelle ricette creative, come la Limortazza, fresca e saporita, eseguita in due cotture: fritta e asciugata a bocca di forno, completata con mortadella artigianale, mozzarella di bufala, limoni di Sorrento, pepe e basilico. I fritti sono d’obbligo, croccanti e golosi, rigorosamente preparati in casa.
via Sant’Agostino, 10
*foto di copertina I Masanielli instagram.com/imasanielli
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