Nel piccolo stato americano del Vermont – noto per le sue foreste di aceri, le mandrie di vacche Holstein e una cultura agricola profondamente radicata – c’è un ice cream che più di ogni altro racconta l’estate: il creemee. Sconosciuto fuori dai confini statali, questo soft serve cremosissimo è un vero simbolo regionale, e nonostante la fama globale dell’ottimo brand locale Ben & Jerry’s, è il creemee che fa battere il cuore ai vermonter.
Il soft serve è una tipologia di gelato caratterizzata da una consistenza più morbida e cremosa rispetto al gelato tradizionale. Questa peculiarità deriva dall’introduzione di una maggiore quantità di aria nella miscela durante la fase di congelamento, un processo noto come overrun. Inoltre, viene servito a una temperatura più alta, intorno ai –4°C, rispetto ai –18°C dell’ice cream tradizionale, conferendo una texture più vellutata e facilmente malleabile. Negli Stati Uniti, il soft serve è spesso associato a marchi iconici come Dairy Queen, che hanno contribuito alla sua diffusione. In Italia, è conosciuto come gelato alla spina – ottenuto da una macchina speciale che fa fuoriuscire la crema su un cono o in una coppetta da una sorta di rubinetto simile a quelli usati per le bevande alla spina. In alcuni paesi viene associato all’Italia, probabilmente a causa delle macchine prodotte dall’azienda italiana Carpigiani.
A prima vista, un creemee potrebbe sembrare un normale gelato soft serve, ma i cittadini del Vermont ne rivendicano con orgoglio la differenza. La sua base è più ricca in grassi – spesso intorno al 10% – utilizando latte di mucche allevate a pochi metri dal laboratorio. Il risultato è una consistenza straordinariamente liscia e vellutata, con quel “quasi sciolto” che non compromette però la tenuta sul cono. Ogni gelateria calibra i propri macchinari in modo personalizzato, dosando l’aria per ottenere la giusta leggerezza. La differenza, pur partendo da una base comune, si sente: alcuni sono più densi, altri più spumosi.
Il gusto che più rappresenta il Vermont è senza dubbio lo sciroppo d’acero. Secondo una teoria diffusa, il primo maple creemee fu servito alla fiera della contea di Rutland nel 1981. Qualunque sia la sua origine, oggi questo gusto racchiude due pilastri dell’identità agricola dello stato: la produzione di sciroppo d’acero (più della metà di tutto quello realizzato negli USA) e il latte. È una combinazione naturale, che sa di territorio, stagioni e sapienza contadina. Il creemee all’acero viene solitamente servito in un cake cone, la classica cialda leggera dal sapore neutro e dalla consistenza croccante che tende a saturarsi – non inzupparsi – con il gelato sciolto. Ma egualmente popolare è il sugar cone, fatto con un diverso tipo di pastella, quindi con una consistenza più resistente e biscottata. Spesso realizzati con zucchero di canna, i sugar cones hanno un gusto più incisivo.
Se la base allo sciroppo d’acero è tradizionale, alcune gelaterie del Vermont si concedono tocchi creativi. La Canteen Creemee Co. per esempio, propone gusti stagionali come basilico o tè thai, mentre altre offrono topping fantasiosi – come il “Wizard” di Burlington (a base di marshmallow flambé e biscotti al cioccolato). C’è persino chi prepara creemee per cani, con tanto di biscottino a forma di osso.
Il creemee è un appuntamento fisso della bella stagione, un rituale che scandisce il passaggio dall’inverno infinito del nord-est americano alla luce incerta della primavera e poi all’estate piena, che però dura pochissimo. Ogni anno, infatti quando l’inverno lascia il posto a fool’s spring (la cosiddetta primavera degli sciocchi), poi al secondo inverno, seguita dalla stagione del fango – il periodo in cui si verifica il disgelo, informalmente detto “la quinta stagione del Vermont”. Il tratto distintivo? Fango ovunque. Questo periodo dipende dalle condizioni meteorologiche, ma storicamente inizia intorno allo scioglimento delle nevi, a fine marzo o inizio aprile, e termina all’inizio di giugno. Dopodiché, finalmente si può dare il benvenuto all’estate, quando i gelatai girano le loro insegne su “open”. Per chi viaggia in Vermont, trovare un creemee non è difficile: li vendono fattorie, distributori di benzina, piccoli forni e negozi di paese. Basta esserci al momento giusto, tempus fugit.
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