All’ombra della Paganella, una piccola rivoluzione del gusto ha preso forma grazie a Irene e Raimondo, aka I Druper Coffee, una microtorrefazione che in pochi anni è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel competitivo mercato del caffè specialty italiano.
Nel 2018 non c’era nessuna torrefazione all’orizzonte, né un marchio da lanciare, né il sogno di rivoluzionare la caffetteria italiana. C’erano invece Irene e Raimondo e una convinzione ben più concreta: che il caffè potesse essere scomposto, spiegato, capito. L’idea era semplice, ovvero aprire un centro di formazione, un’accademia che offrisse agli appassionati gli strumenti per riconoscere una varietà, comprendere un processo di lavorazione, come distinguere una fermentazione anaerobica o una lavata tradizionale. Per farlo, naturalmente, servivano campioni, tanti, più di quanti ne potesse assaggiare un’aula. E così, come succede nelle storie più felici, ciò che avanza diventa seme.
La soluzione fu un piccolo mobiletto dove esporre una selezione di caffè che avanzavano dai corsi, pensata per far capire le differenze tra le varie origini. Non micro-lotti d’élite, ma caffè standard, scelti perché parlavano chiaro e mostravano con efficacia la differenza tra un’acidità citrica e una malica, tra una tostatura chiara e una media. La risposta del pubblico è stata immediata: i visitatori non si limitavano ad assaggiare, ma chiedevano di portare a casa quei chicchi così diversi da quelli fino ad allora assaggiati. A quel punto, l’idea di una tostatrice più grande — e di un laboratorio vero — fu una dinamica quasi fisiologica e il resto della storia si ambienta nel cuore del Trentino, tra le pareti di un’ex bottega familiare lasciata intatta dal tempo e da una frana che, nel 1955, aveva costretto l’intero paese di Zambana ad abbandonare la montagna per rifugiarsi nella piana.
La scelta della location non è casuale: la bottega che oggi ospita I Druper Coffee ha una storia che si intreccia con quella della famiglia di Irene. Qui lavorava la nonna fino al drammatico agosto del 1955, quando una frana di roccia e fango dal fianco della Paganella costrinse gli abitanti di Zambana ad abbandonare il paese e a trasferirsi nella piana sottostante, rendendo quello spazio inutilizzato per decenni, fino a quando è stato trasformato in ciò che è oggi.
Ciò che distingue I Druper Coffee nel panorama delle torrefazioni specialty è l’approccio alla selezione delle materie prime. Irene e Raimondo si definiscono cacciatori di micro-produzioni, un termine che riflette la loro ricerca costante di piccole piantagioni disseminate tra il Corno d’Africa e l’America Latina, senza trascurare colture asiatiche. La scelta non è guidata solo dalla qualità organolettica, bensì alla base c’è un rifiuto di qualsiasi compromesso con le logiche speculative delle multinazionali o lo sfruttamento della manodopera.
Il processo di selezione avviene attraverso una rete di contatti diretti con i produttori, spesso coltivati attraverso videochiamate che permettono di seguire le fasi del raccolto e della lavorazione. Il punto vendita, dotato di spazi esterni immersi nel verde, accoglie sia appassionati locali che turisti attratti dalla proposta di caffè specialty in un ambiente rilassante, mentre nel laboratorio di tostatura a Spini di Gardolo, ogni lotto viene tostato separatamente secondo curve studiate specificamente per esaltare le caratteristiche di ogni origine. La tostatura rappresenta il momento più delicato del processo, che trasforma un prodotto agricolo in specialità sensoriale e, di fatto, l’approccio è completamente opposto a quello industriale: niente standardizzazione, niente bruciature per uniformare il gusto. Ogni varietà viene interpretata secondo le sue caratteristiche naturali, risultando in circa una decina di proposte diverse, tutte confezionate in packaging ecosostenibili.
Nonostante i costi superiori rispetto al caffè commerciale, i titolari di I Druper Coffee hanno trovato il loro pubblico tra consumatori consapevoli che riconoscono il valore del prodotto. L’obiettivo dichiarato è educare al consumo, spiegare perché un caffè di qualità richiede investimenti maggiori lungo tutta la filiera. L’offerta si articola su più livelli: oltre alla vendita dei chicchi tostati, il locale propone degustazioni guidate, corsi di approfondimento e sperimentazioni sensoriali, tra le quali l’esperienza di assaggiare lo stesso caffè prima dolcificato e poi al naturale, per comprendere come lo zucchero possa mascherare la complessità degli aromi. Il modello I Druper Coffee prova che c’è spazio per realtà artigianali che puntano sull’eccellenza e sulla trasparenza della filiera, rappresentando un esempio concreto di come la passione per un prodotto possa trasformarsi in un’attività imprenditoriale sostenibile, capace di creare valore per il territorio e per i consumatori senza perdere di vista l’etica e la qualità.
I Druper Coffee – via per Zambana Vecchia, 9 – Zambana, Terre d’Adige (TN) – www.idrupercoffee.com
*foto tratte da instagram.com/i_druper_coffee
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