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I ministri agricoli europei bocciano il Fondo unico. L'Italia guida il fronte del no

Documento italiano sostenuto da Grecia e da altri 14 ministri. Esultano le associazioni agricole ma anche il commissario Hansen è d'accordo

  • 29 Maggio, 2025

Sedici nazioni su 27 hanno dichiarato il proprio parere negativo all’accorpamento in unico fondo europeo delle risorse per le Politiche di Coesione e dei due fondi che alimentano la Politica agricola comune (il Feasr e il Feaga), a partire dal 2028-34. L’Italia, capofila del fronte del “no”, ha raccolto il supporto iniziale della Grecia, durante l’Agrifish (il Consiglio agricoltura e pesca), svolto a Bruxelles lunedì 26 maggio, in cui si è discusso della nuova visione della Pac presentata nei mesi scorsi dalla Commissione. Ai due Paesi mediterranei, che hanno presentato un documento scritto con le motivazioni del “no”, si sono unite altre 14 nazioni, tra cui Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Francia, Irlanda, Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria.

Il mancato accordo

In realtà, non c’è stato bisogno di particolari discussioni, dal momento che la maggioranza dei ministri agricoli si è detta da subito contraria all’accorpamento dei fondi in un unico plafond, nell’ambito di un Programma nazionale unico per Stato membro. Come ha spiegato lo stesso ministro polacco Czeslaw Siekierski (presidente di turno), sul tema del Fondo unico non c’è stato «alcun accordo», dal momento che i due pilastri della Pac, con i fondi attuali, sono necessari per garantire la sicurezza alimentare e il bene dei consumatori.

Lo stesso Commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, aveva già espresso una posizione chiara sul mantenimento delle specificità della Pac: «Abbiamo una Pac che ha dimostrato, negli ultimi sei decenni, di poter rispettare gli obblighi del Trattato in materia di reddito equo per gli agricoltori, sicurezza e sovranità alimentare, ma anche prezzi alimentari accessibili per i nostri consumatori». E questo, per l’esponente dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, è un aspetto «molto importante». Pertanto, gli strumenti finanziari della Pac devono rimanere «solidi ed efficienti anche in futuro». Hansen, inoltre, aveva già lasciato intendere di condividere la posizione italiana durante il recente Vinitaly.

Christophe Hansen e Francesco Lollobrigida – al Vinitaly 2025

Perché non conviene il fondo unico

Sia il ministero italiano, con Francesco Lollobrigida, sia le associazioni agricole nazionali hanno esultato per questo risultato. «Bisogna avere una visione chiara che guardi al futuro senza dimenticare le origini», ha dichiarato il ministro italiano ricordando che ai trattati di Roma «si metteva al centro l’agricoltura ed è ricordando i nostri padri fondatori che bisogna garantire fondi adeguati a chi custodisce i nostri mari e i nostri territori».

Secondo Confagricoltura, l’adozione di un fondo unico «indebolirebbe l’efficacia e la coerenza delle politiche e farebbe perdere la flessibilità necessaria per rispondere alle esigenze del settore e dei cittadini». E il presidente di Cia-Agricoltori italiani, Cristiano Fini, ora guarda avanti: «La Commissione Ue, prossima alla proposta di bilancio (attraverso il via libera al Quadro finanziario pluriennale 2028-34; ndr), dovrà tenere conto di questo risultato. È un’indicazione chiara su cui la “Vision Hansen” si gioca ora tutta la sua credibilità».

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