In collaborazione con Consorzio Tutela Lambrusco
Pizza e birra? Troppo scontato. A volte la perfezione si ritrova anche in abbinamenti che, a prima vista e per i meno esperti, possono sembrare quasi strani, ma che nellโimmediatezza dei sapori incontrano una semplicitร quasi disarmante. La pizza negli anni รจ cambiata, anche chiamarla semplicemente pizza diventa riduttivo e troppo semplicistico. Il ventaglio delle possibilitร รจ pressochรฉ infinito, cosรฌ come sono infinite le esperienze che possono essere vissute attraverso i calici che decidiamo di portare a tavola. Padellini da servire insieme a un cocktail, pizze dai cornicioni alti, pizze scrocchiarelle, pizze con impasti particolari che trovano una giusta combinazione con vini giovani e irriverenti. Lโarte bianca รจ sperimentazione e lo รจ anche quello che scegliamo di berci insieme.
Tra i possibili abbinamenti non scontati ma di grande soddisfazione per la pizza, c’รจ quello con il vino simbolo dell’Emilia, il Lambrusco, anche se in realtร bisognerebbe parlarne al plurale, “I” Lambrusco, perchรฉ con un solo nome ci riferiamo a tante varietร , che hanno in comune la freschezza e capacitร di adattamento. Grazie a questi elementi distintivi, le bollicine emilianeย riescono ad esaltare ogni singolo boccone, dimostrando di essere un partner perfetto per tutti quei pizzaioli che hanno voglia di osare e lasciarsi andare.
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, ad esempio, con la sua struttura vivace e fruttata, รจ in grado di sostenere l’aciditร dolce del pomodoro di una classica pizza Margherita, accompagnando la mozzarella senza perรฒ coprirla. Chi ama le note vegetali, troverร perfetto lโabbinamento con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, che esalta la dolcezza naturale degli ortaggi, aggiungendo un tocco di freschezza senza appesantire il palato. Le pizze con i formaggi come protagonisti trovano, invece, la loro giusta dimensione con il Lambrusco di Sorbara DOC, che interviene con la sua acidula freschezza e frizzantezza leggera, andando a creare un contrasto perfetto con la grassezza dei formaggi e rendendo ogni morso piacevole e mai eccessivo.
Sono solo alcune delle possibili combinazioni che raggiungono lโobiettivo di portare il Lambrusco verso diverse vite sensoriali, che abbandonano il classico per osare e vestire abiti nuovi. Le sei denominazioni di origine controllata del Lambrusco, tra cui Reggiano DOC, Modena DOC e Colli di Scandiano e di Canossa DOC, aprono un ventaglio di esperienze del gusto che vogliono sottolineare quanto possa essere divertente uscire dai soliti schemi. Unico accorgimento: servite queste bollicine emiliane alla giusta temperatura, tra gli 8 e i 10ยฐC, per il resto la sola regola รจ quella di lasciarsi andare.
Ecco, quindi, che il Consorzio, insieme al PSR Emilia-Romagna, ha deciso di celebrare il legame tra questi due mondi, pizza e Lambrusco DOC, attraverso il tour โLambrusco DOC a spicchiโ. Un evento itinerante, in programma da luglio a novembre 2025, la cui prima tappa รจ previstaย giovedรฌ 17 luglio, con una serata che vedrร protagoniste le pizze di Piccola Piedigrotta, locale aperto alla fine degli anni ottanta da Giovanni Mandara a Reggio Emilia. Lui, originario di Tramonti, ha portato nel nord dโItalia la tradizione campana, mista alla curiositร della ricerca: e non soltanto negli impasti, ma anche e soprattutto nella veracitร di ritrovare i giusti abbinamenti anche nel bicchiere, passando proprio dal vino.
Non poteva essere piรน azzeccata la partenza del tourย che, poi, si sposterร lungo lo stivale, facendo tappa a Roma, Torino e Milano, per dimostrare la straordinaria versatilitร del Lambrusco DOC nelle sue sfaccettature.
ยซCon questa iniziativa vogliamo mostrare come le nostre bollicine siano capaci di accompagnare le diverse interpretazioni di una specialitร iconica come la pizza, grazie alla loro straordinaria capacitร di adattarsi e sorprendere. Il Lambrusco, infatti, รจ un vino che riesce con la sua freschezza e la sua versatilitร a valorizzare la creativitร di chef e pizzaioli, trasformando ogni portata in unโesperienza sempre diversaโ afferma Claudio Biondi, presidente del Consorzio Tutela Lambrusco, sottolineando proprio un nuovo modo di interpretare due delle tradizioni piรน ataviche degli italiani: la pizza e il Lambrusco.
Il territorio dโelezione di questโuva va ricercato nella pianura centrale modenese, soprattutto nella porzione compresa tra i fiumi Secchia e Panaro, che rappresenta una sorta di โzona classicaโ. Siamo nella zona a nord di Modena, dove i terreni sono prevalentemente sabbiosi. ร giร questo uno dei motivi per cui il Lambrusco di Sorbara รจ caratterizzato da questa grande aciditร . Di colore rosso scarico, dai profumi di piccoli frutti di bosco, รจ vibrante e molto fresco.
La morfologia della denominazione รจ un poโ particolare perchรฉ include una zona pianeggiante (a sud della via Emilia), sino ad arrivare alle prime colline dellโAppenino Tosco-Emiliano. Quindi abbiamo una diversitร importante allโinterno della stessa denominazione che comporta anche una variabilitร dal punto di vista dei terreni: abbiamo zone piรน sciolte e morbide, ma anche componenti ricche di argilla, soprattutto nella zona piรน alta. Il vitigno ha un grappolo spargolo e dalla buccia resistente; il vino che ne viene prodotto รจ scuro, spesso caratterizzato da una presenza tannica decisa, il frutto che emerge ricorda la mora e il mirtillo; la sfumatura di mandorla ne defi nisce i contorni.
Santa Croce รจ una piccola frazione della cittร di Carpi: sembrerebbe essere partita da qui la diffusione di questo vitigno (la cui forma allungata del grappolo ricorda un salame, e quindi il nome) verso la pianura modenese, svalicando anche in quella reggiana. I terreni della denominazione sono di matrice alluvionale: sabbie, limo, argille, depositi che si sono formati nel corso dei secoli grazie al lavoro dei fiumi e delle alluvioni. Sono terreni molto fertili che uniti alla vigoria del vitigno portano le viti ad essere davvero molto produttive. Lโacino del Lambrusco Salamino รจ piuttosto scuro; il vino che ne deriva รจ carico di colore. Potremmo definirlo il piรน โdemocraticoโ tra i Lambrusco, senza lโaciditร spiccata del Sorbara e il tannino del Grasparossa. ร lโequilibrio quello che emerge nei Salamino di Santa Croce, sempre fragrante e succoso, nelle migliori versioni venato anche da sottile sapiditร .
Il Reggiano รจ una denominazione che crea un prodotto finale generalmente molto armonioso. Per la sua realizzazione si possono utilizzare molte varietร di lambrusco ma ce nโรจ una che la fa un poโ da padrona rispetto alle altre: il Salamino. Con caratteristiche diverse rispetto a quello del modenese: innanzitutto sono diversi i suoli, qui spesso ghiaiosi, in grado di restituire un prodotto molto bilanciato tra aciditร , componente tannica, e un frutto fragrante. La possibilitร di utilizzare tanti lambrusco non รจ una mera trovata commerciale: piuttosto si rifร a una tradizione agricola del passato quando nelle vigne non veniva piantata quasi mai una sola tipologia. Oggi i produttori comunque tendono a vinifi care varietร in purezza, spesso addirittura delineando dei veri e propri โcruโ.
Si torna in collina, ma stavolta nella provincia di Reggio Emilia. La zona รจ caratterizzata da boschi,ย seminativi in cui si incastonano i vigneti. I terreni sono di diversa matrice: le prime alture sono perlopiรน argillose, ma, man mano che si va in alto il suolo si fa piรน sciolto e povero; le rese sono piuttosto basse rispetto ai Lambruschi di pianura. La varietร piรน coltivata da queste parti รจ il Grasparossa, il lambrusco di collina per eccellenza tanto che dร vita anche a una tipologia della denominazione (la Colli di Scandiano e Canossa Lambrusco Grasparossa, con il Grasparossa min. 85%). Ma non รจ solo zona di Lambrusco: sta sempre piรน tornando in auge anche la spergola, vitigno a bacca bianca che in collina ha il suo habitat naturale.
ร una denominazione che praticamente abbraccia tutta la pianura modenese e le prime colline che la separano dagli Appennini. Come nel caso della Doc Reggiano, anche qui i vitigni sono molti; i vini tutelati dalla Doc quindi possono essere anche di sostanziale diversitร , si va dai Lambrusco piรน scuri, a base di Grasparossa o Salamino, a quelli piรน chiari realizzati col Sorbara; sono tante le possibilitร off erte dalla denominazione e ogni marchio le declina secondo la propria sensibilitร .
Finito? Non proprio. A tutto quello che abbiamo raccontato dobbiamo aggiungere cheย il Lambrusco puรฒ essere prodotto con diverse metodologie produttive. Puรฒ essere frizzante, grazie alla rifermentazione in autoclave, ma puรฒ anche essere Spumante, sia metodo Charmat, sia Metodo Classico (tipologia sulla quale stanno scommettendo diverse aziende). E ancora, puรฒ essere rifermentato in bottiglia senza sboccatura, i cosiddettรฌ โancestraliโ, anello di congiunzione produttivo con il passato contadino che ha dato i natali a questo vino oggi famoso in tutto il mondo.
Il Consorzio Tutela Lambrusco si occupa della tutela di sei DOC del Lambrusco: Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC, Lambrusco di Sorbara DOC, Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, Modena DOC, Reggiano DOC, Colli di Scandiano e di Canossa DOC. A queste si aggiungono altre due denominazioni che comprendono vini differenti, Reno DOC e Castelfranco Emilia IGT. Le aziende associate sono ubicate nelle due province di Modena e Reggio Emilia, dove quasi 10.000 ettari sono coltivati a Lambrusco. Ogni anno vengono prodotte circa 40 milioni di bottiglie di Lambrusco DOC e oltre 100 milioni di bottiglie di Emilia IGT Lambrusco, queste ultime tutelate dal Consorzio Tutela Vini Emilia. Nel loro complesso, i vini prendono per il 60% la strada dellโexport.
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