La rinascita di Valencia. Da capitale del turismo intelligente a smart city

7 Ago 2022, 10:58 | a cura di
Valencia è Capitale europea 2022 del turismo intelligente. Orti e apicoltura urbana, nuovi hub gastronomici e chef innovativi: ecco perché tornare a Valencia quest’anno è una buona idea. Anche col gran caldo di agosto.

Valencia smart city

“Valencia, che i valenziani chiamano Cap i Casal, è una città che si caratterizza per il suo stile di vita tipicamente mediterraneo. Uno spazio accogliente con ampi giardini, circondato da frutteti, ha 22 chilometri di spiagge e due grandi parchi naturali. Una storia antica, una forte identità e un occhio sempre puntato al futuro, alla creatività e alla sostenibilità. Difficile immaginare una città migliore, in Europa, come esempio di destinazione turistica intelligente”. Le parole sono di Ricardo Millet, direttore del SIT-Sistema de Inteligencia Turística di Visit Valencia. La città spagnola, infatti, ha vinto il titolo di Capitale dello Smart Tourism 2022 (insieme a Bordeaux), un riconoscimento importante che premia il suo impegno come modello di turismo virtuoso.

Valencia: ecco perché si parla di turismo intelligente

In tema di carbon neutrality, grazie a uno studio realizzato dall’impresa Global Omnium, è diventata la prima città al mondo a verificare l’impatto economico, sociale e ambientale derivante dall’impronta di carbonio lasciata dalle attività turistiche – dai trasporti agli alloggi, dalla gestione dei rifiuti alla fruizione di ristoranti – e a sviluppare un piano per la sua riduzione e compensazione con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica.  "Questo rapporto, certificato dall’Associazione spagnola di Standardizzazione e certificazione, ha reso Valencia un punto di riferimento mondiale in termini di sostenibilità", spiega Millet. Tra architetture futuristiche, poli culturali creativi, design originale, giardini urbani, un’estesa rete di piste ciclabili (oltre 150 chilometri), pedonalizzazione di gran parte del centro storico e gastronomia green, non è difficile capire come mai Cap i casal si sia aggiudicata il premio. Già nel 2020 l’Expat City Ranking mettendo a confronto l’indice di qualità di vita di 66 destinazioni in tutto il mondo, l’aveva decretata come vincitrice: è la città in cui si vive meglio per qualità della vita, clima, salute, possibilità di sfruttare al meglio il tempo libero e rispetto per l’ambiente. E il cibo, in questo, ha un ruolo tutt’altro che secondario.

 

Mangiare a Valencia, dall’orto alla tavola

L’impegno di Valencia per un futuro sempre più sostenibile passa anche dalla gastronomia. La città è al centro di un territorio fertile unico al mondo, La Huerta, un’enorme dispensa naturale che si estende lungo il mare e fino al Parco dell’Albufera. L’orto si intravede dai confini della città: risaie a perdita d’occhio, aranceti, vigneti, oliveti, campi di frutta e ortaggi, tra cui spicca la chufa (lo zigolo dolce) ingrediente base dell’horchata, bevanda tradizionale valenciana ad alto tasso energetico preparata con acqua e zucchero. La qualità di questi prodotti ha contribuito in maniera determinante a costruire una cultura gastronomica locale d’eccezione – tanto da aver ricevuto dalla FAO il riconoscimento di Globally Important Agricultural Heritage System d’Europa – con 9 stelle Michelin in tutta la città: due per Ricard Camarena e per El Poblet, una per La Salita, il Riff, Fierro, Kaido Sushi Bar e per Lienzo). Un fermento che ha decretato Valencia, lo scorso dicembre, come città ospite del Galà di presentazione della guida Michelin Spagna e Portogallo e già nel 2019 come sede del Fao World Center for Sustainable Urban Food.

I mercati gastronomici

La qualità è ovunque di casa e basta fare un giro tra i mercati della città per accorgersene: dal Mercato Centrale, cattedrale gastronomica valenciana, al Mercato di Colon, vecchio mercato alimentare trasformato in tempio culinario con ristoranti e food boutiques; dal Mercato di Roussafa, dove si fa la spesa insieme alla cooking class organizzata da My First Paella per imparare a cucinare l’autentica paella valenciana, a quello di San Valero, il primo street food market cittadino con un’offerta gastronomica variegata, un bar, un’enoteca e una ricca programmazione di eventi, fino al nuovo Mercabaynal con un’ampia offerta di piatti di pesce, carne, crocchette, stuzzichini e vini spagnoli, e al Mercato del Pesce della Marina de València, dove ogni mattina i pescatori mettono all’asta il migliore pescato del giorno.

Ricard Camarena, il nuovo interprete della gastronomia spagnola

Tra gli interpreti della gastronomia spagnola, Ricard Camarena è il cocinero valenciano del momento. La sua cucina, da provare al Ricard Camarena Restaurant (ospitato nel polo culturale, artistico e gastronomico BombasGens, che si è distinto con la stella verde Michelin), o da Habitual, al piano inferiore del Mercado de Colón, o anche al Central Bar, nel cuore del Mercato Centrale, parte dalla tradizione ma si nutre di tecniche contemporanee. Ai suoi tavoli si può sperimentare la sua passione per i prodotti del mare come nei calamari conditi con burro nero e tartufo e nei filetti di merluzzo con carciofi e bollito di verdure dell’orto. Per tapas con influenze dal mondo, invece, c’è Canalla Bistro, altro locale dello chef: tartare di tonno rosso e avocado, crocchette di pastrami ricoperte di spezie, ali di pollo alla salsa di sesamo. L’ultimo arrivato in casa Camarena è Bar X, concept restaurant e punto di incontro per un aperitivo o una cena originali. "L’offerta gastronomica della mia cucina è tipicamente mediterranea, i miei piatti sono per la maggior parte realizzati con prodotti locali grazie alla collaborazione che intrattengo da anni con un gruppo di agricoltori e produttori della zona. Lo scopo è quello di recuperare il valore della semplicità e l’uso dei prodotti autoctoni che dall’orto approdano direttamente in cucina", spiega lo chef. Ogni locale ha uno stile proprio, ma tutti sono accomunati da una cucina personale e valenciana, e dall’obiettivo di far sentire il cliente come a casa.

a cura di Francesca Masotti

QUESTO È NULLA…

Nel mensile di agosto del Gambero Rosso Gli apicoltori Teresa Marqués Grau e Vicente Pradas Sánchez, insieme a Santiago Urribarrena, capo dell’OMAV, raccontano della loro iniziativa “Associazione Apicoltura Urbana”, nel tentativo di sensibilizzare sempre di più i cittadini di Valencia nei confronti delle api, fondamentali per l’ecosistema e il benessere del pianeta. Valencia è capitale del turismo intelligente (insieme a Bordeaux): come risultato della vittoria, Valencia riceverà per tutto il 2022 il supporto di esperti in comunicazione e sviluppo che, tra le altre cose, si occuperanno di realizzare un nuovo e originale video promozionale della destinazione, una grande scultura con hashtag che verrà installata in un posto di rilievo culturale e attività promozionali e di visibilità di vario tipo all’interno dell’UE. Ma cos’è che rende unico il sapore della paella valenciana? Ce lo racconta Jorge Pardo Pérez, chef di Nou Raco “oltre agli ingredienti che acquistiamo quotidianamente dagli agricoltori dell’Albufera, la sua cottura: la tradizionale paella valenciana deve essere cotta su un fuoco di legna d’arancio. È questo che conferisce agli ingredienti un sapore originale”. Vi portiamo poi all’Alma del Temple, un luogo unico e must della cucina valenciana, curata dalla chef Sara Olmedo, per lei, il piatto più rappresentativo di Valencia è il Suquet di triglia dove accosta al soffritto e al brodo denso, una manciata di frutta secca, un goccio di maionese e una spruzzata di zafferano. Ancora, Valencia in dieci piatti e le soste gastronomiche nel nuovo numero del Gambero Rosso di agosto.

Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store

Abbonamento qui

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram