Notizie per niente positive dall’altra sponda dell’Atlantico e, in particolare, dal mercato degli Stati Uniti, principale cliente del vino italiano. Come già ribadito appena un mese fa, il trend è ribassista con i consumi complessivi di vino made in Italy che sono calati anche a maggio. La percentuale per il quinto mese dell’anno è a due cifre: -10,6 per cento rispetto a un anno fa. Come fa notare l’osservatorio dell’Unione italiana vini (con base dati Sipsource), è una delle performance negative più evidenti di un triennio che ha sempre fatto segnare un segno meno.
Lamberto Frescobaldi, presidente di Uiv, parla di «preoccupante calo progressivo dei consumi di vino», che non fa sconti neppure alle etichette made in Italy. «L’imposizione di dazi da parte dell’America – commenta in una nota – rischia di infliggere un colpo fatale a un mercato già stagnante, fondamentale per il made in Italy e per le storiche relazioni tra Italia e Stati Uniti». La soluzione, secondo il sindacato che ha fissato al prossimo 3 luglio l’assemblea generale, sta nel «ridiscutere l’attuale assetto del vino italiano e questo confronto sarà alla base della prossima assemblea a Roma».
Lamberto Frescobaldi – presidente Unione italiana vini
Considerando, in particolare, i primi cinque mesi del 2025, i consumi di vino italiano negli Usa perdono il 6,3 per cento sia in quantità sia nel giro d’affari. I dati di Sipsource riguardano, in particolare, gli scarichi di vino dai magazzini dei distributori per le merci pronte al consumo. Per fare un altro raffronto, la media generale della domanda di vino negli Stati Uniti nel loro complesso segna un -14,4% rispetto a maggio 2024 e un -9%, considerando i primi 5 mesi dell’anno in corso.
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