Originario della Borgogna, il pinot grigio è una mutazione genetica del pinot nero e da decenni viene coltivato anche in Italia, soprattutto in alcune regioni del nord. Agli inizi degli anni ’60 sugli scaffali delle enoteche e sulle carte dei vini dei ristoranti iniziò ad affacciarsi, con sempre maggiore sicurezza, un bianco a base di un vitigno che fino ad allora nessuno aveva preso troppo in considerazione. Il merito fu di Santa Margherita e quel vino era appunto il Pinot Grigio. Il successo fu incredibile è durò per decenni, tanto che potremmo considerare quel vino una delle prime “mode” vinicole davvero strutturate nel nostro Paese. Sull’onda di quel successo, in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto Adige ci fu una corsa all’impianto di nuovi vigneti di pinot grigio.
La peculiare caratteristica del vitigno risiede proprio nel suo colore: le bacche sono grigiastre, un unicum tra i vitigni che conosciamo utilizzati per fare vino. Spesso viene vinificato in bianco, ma se lasciato a contatto con le bucce restituisce vini dal caratteristico colore ramato. Sulla carta il vitigno non avrebbe le credenziali del suo più blasonato rivale, il pinot bianco, né particolari tratti di tipicità, ma senza dubbio ha imposto al grande pubblico un diverso stile nel bere. Quei bianchi fruttati e profumati, aggraziati ma non privi di una certa struttura, sono nati sulla sua scia. Il pinot grigio è molto diffuso anche in Alsazia, in Germania ed in Ungheria, dove è chiamato rispettivamente rülander e szürkebarat.
In Friuli Venezia Giulia, terra straordinariamente vocata alla produzione di bianchi di qualità, dalla Ribolla Gialla ai Sauvignon, dagli Chardonnay alle Malvasia il pinot grigio domina la scena per estensione, anche se – nonostante sia il vino più prodotto – è il meno consumato in regione, dove il bicchiere quotidiano rimane l’amatissimo Friulano. Nel Collio e nei Colli Orientali del Friuli dal pinot grigio si ottengono vini dalla grande ricchezza di stoffa, in Alto Adige la maggiore acidità lo rende più longevo. Viene coltivato con risultati molto interessanti anche in altre zone d’Italia ,per esempio nelll’Oltrepò Pavese, dove pure il vitigno ha trovato terreno fertile alla coltivazione.
Qui ci concentriamo sulle migliori espressioni di Pinot Grigio del Friuli Venezia Giulia selezionati tra quelli che che in enoteca e negli shop on line costano meno di 20 euro, tutte etichette recensite nelle guide Berebene 2025 e Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso.
Sull’ennesima splendida prestazione di tutta gamma dei vini di Crastin spicca la performance del Pinot Grigio ’23, che accede alle finali in virtù dell’ottimo impatto olfattivo ma soprattutto della piacevolezza nell’assaggio. Profuma di fieno fiorito, mela golden, amaretto e miele d’acacia ed il sorso è lineare, fragrante, e chiude con note mentolate.
Collio Pinot Grigio 2023 – Crastin
Sergio Collarig nel 1990 iniziò ad imbottigliare il proprio vino proponendolo ai frequentatori del podere agrituristico che, nel frattempo, ebbe modo di aprire assieme alla sorella Vilma sulle splendide colline di Ruttars, nel Collio goriziano. Le ridotte dimensione aziendali gli permettono tuttora di curare in prima persona i propri vigneti rifacendosi ai metodi tradizionali tramandati dall’esperienza contadina. I vini riflettono il suo carattere: sono esuberanti, schietti e coinvolgenti.
Collio Pinot Grigio 2023 – Ronco Blanchis
Il Pinot Grigio ’23 di Ronco Blanchis si presenta con un delicato timbro fumé, poi sbuffi floreali di tiglio e ginestra, crema al limone, frutta candita, mandarino e cedro. Il sorso è teso, setoso, compatto e ricco di richiami fruttati. Lorenzo Palla ormai da tempo gestisce l’azienda di famiglia. Il successo attuale è attribuibile alla sua scelta di affidarsi ad uno staff aziendale di assoluto valore. Ronco Blanchis produce solo vini bianchi, quasi a giustificare la scelta del nome. Sono vini dalle caratteristiche uniche dovute al particolare microclima che caratterizza il colle di Blanchis. Nel fondovalle lo sbalzo termico determina spesso l’addensamento di nebbie responsabili della formazione della botrytis cinerea. Lo Chardonnay ’22 sfoggia un ventaglio olfattivo aristocratico e sfaccettato. Dapprima indugia su garbati ricordi di mandarino, cui seguono sentori di pesca nettarina, menta, scorza d’arancia, fiori gialli e balsami alpini. In bocca è fresco e minerale, di grande simmetria e piacevolezza.
Collio Pinot Grigio 2023 – Branko
Il Pinot Grigio ’23 di Branko è all’altezza delle migliori annate e in bocca si esalta per freschezza, fragranza e verticalità. L’azienda di proprietà di Igor Erzetic porta il nome di suo padre Branko, il fondatore, che nel 1950 ebbe la lungimiranza di credere nella potenzialità del territorio. Per merito di Igor, quella piccola realtà è diventata un punto di riferimento per gli estimatori dei vini bianchi del Collio. La maggior parte dei vigneti fanno da cornice alla sede aziendale. Le dimensioni ridotte e il numero limitato di etichette consentono a Igor di dedicare le migliori attenzioni alla cura e alla trasformazione delle uve.
Collio Pinot Grigio 2023 – Franco Toros
Molto buono il Pinot Grigio ’23 di Franco Toros, discendente da una famiglia di contadini che, all’inizio del secolo scorso, si stabilì in località Novali, a poca distanza dal valico di Plessiva che conduce in Slovenia. Non ci volle molto per capire che quei terreni andavano in perfetto accordo con la vite, così i membri della famiglia diventarono subito meticolosi vignaioli. Come tutti i grandi Franco attribuisce i maggiori meriti della qualità dei suoi vini a madre natura, ma tutti sappiamo che senza il giusto interprete i risultati non sarebbero gli stessi.
Collio Pinot Grigio Lavino 2022 – Polje
Il Pinot Grigio Lavino ’22 di Polje si conferma tra le migliori etichette della sua tipologia. L’olfatto è di gran pregio con decise suggestioni floreali di ginestra e calendula seguita da erbe officinali, frutta candita, wafer al limone, scorza di cedro e resina. Il sorso è sostanzioso, inizialmente fresco e poi sapido e corroborante. Polje è il marchio creato dai fratelli Luigi e Stefano Sutto quando, a inizio secolo, ebbero l’occasione di acquisire una cantina a Novali di Cormòns, la cui fondazione risale al 1926. Nella scelta del nome si ispirarono alle doline che caratterizzano il territorio, chiamate appunto polje, formatesi per effetto dell’erosione delle Prealpi Giulie. Nel 2015 il marchio Polje entrò a far parte del gruppo Sutto Wine, valorizzando la già nutrita offerta aziendale con i vini bianchi del Collio.
Collio Pinot Grigio Masserè 2023 – Tiare Roberto Snidarcig
Il Pinot Grigio Masserè ’23 di Tiare Roberto Snidarcig si presenta in elegante veste leggermente ramata, profuma di fragole, melograno e alchermes ed offre un sorso raffinato e gradevole. Per Roberto Snidarcig passare da un solo ettaro di vigneto al successo attuale è stato un vero passo da gigante. Nel 1991, assieme alla moglie Sandra, decise di fondare la sua azienda e volle chiamarla Tiare, quale tributo per quanto la terra gli ha permesso di realizzare. Ora la sua realtà è una delle più blasonate realtà del panorama vitivinicolo regionale e, se ancora ce ne fosse bisogno, esalta le potenzialità del comprensorio di Dolegna del Collio.
Collio Pinot Grigio 2023 Sant’Helena Rocciaponca – Fantinel
Il Pinot Grigio Rocciaponca ’23 di Fantinel ha un profumo delicato molto accattivante, ricorda i fiori di zagara, la citronella, il lime, ed il sorso è freschissimo. Quello dei Fantinel è il gruppo familiare che vanta la più vasta estensione privata di vigneti di proprietà in regione e, di conseguenza, produce e distribuisce un numero considerevole di bottiglie in tutto il mondo. Del gruppo fanno parte la Tenuta Sant’Helena a Vencò nel Collio, La Roncaia a Nimis nei Colli Orientali e Borgo Tesis a Tauriano di Spilimbergo ma ora, con la recente acquisizione di un’altra azienda, si sono aggiunti altri trenta preziosi ettari vitati sui rilievi del Collio.
FCO Pinot Grigio Ramato 2023 – Perusini
Il Pinot Grigio Ramato ’23 di Perusini si presenta meritatamente alle nostre finali. Profuma di pera ruggine, nocciole e fieno secco fiorito ed in bocca è scorrevole e gratificante. La famiglia Perusini, di nobile origine, nel ‘700 fondò questa storica azienda friulana che, nel tempo, ha sfornato personaggi molto influenti sugli eventi storici regionali. Teresa Perusini, attuale proprietaria, ha saputo valorizzare l’opera dei suoi avi, dimostrandosi abile nell’interpretare il territorio trasmettendo il suo entusiasmo alla nuova generazione formata da Carlo, Tommaso e Michele, che già da tempo sono parte integrante dell’azienda e contribuiscono alla crescita qualitativa.
FCO Pinot Grigio Ramato 2023 – Sirch
Il Pinot Grigio Ramato ’23 di Sirch è risultato il miglior vino della gamma aziendale. Profuma di mughetto, petali di rosa, fragoline di bosco e melograno ed in bocca è saporito, armonico, dinamico e persistente. L’azienda condotta da Luca Sirch negli ultimi anni ha registrato una crescita esponenziale, raggiungendo un’estensione notevole sulle colline friulane. Il tutto è nato da un ambizioso progetto reso possibile dall’interessamento dei Feudi di San Gregorio, colosso dell’importazione del vino italiano oltreoceano, con cui il fratello Pierpaolo collabora da molti anni. La filosofia aziendale è improntata ad ottenere una complessità sottile per produrre vini sempre più eleganti e ricchi di sfumature.
Friuli Pinot Grigio Inedito 2022 – Bolzicco
La bella prestazione di tutta la gamma dell’azienda Bolzicco è impreziosita dalla performance del Pinot Grigio Inedito ’22 intrigante già nel calice con eleganti sfumature ramate che ricordano la buccia di cipolla. Il ventaglio olfattivo è aristocratico e sfaccettato con sensazioni di rosa canina, peonia, artemisia, fiori essiccati, frutta caramellata e nocciole. Il sorso è pieno e aggraziato. Quella di Bolzicco Fausta è una piccola realtà familiare che possiede vigneti storici, con piante messe a dimora nel lontano1949, che ha sempre prodotto vino ma che l’ha sempre venduto sfuso. Nel 2016 il figlio Michele, pur contro il parere dei suoi, dette una svolta all’azienda cominciando a imbottigliare i propri vini. L’inizio fu incoraggiante e con costante progressione i numeri crebbero, e anche la qualità, e ora l’offerta aziendale è di tutto rispetto e gli apprezzamenti non si sono fatti attendere.
FCO Pinot Grigio 2023 – Giorgio Colutta
Tra i vini che abbiamo degustato di Giorgio Colutta spicca il Pinot Grigio ’23, che profuma di fiori di acacia e sambuco, mela golden e pera williams ed eccelle per equilibrio e fragranza. L’azienda di Giorgio Colutta ha sede a Manzano in una vecchia villa padronale del 1700, acquisita dalla famiglia Colutta ai primi del Novecento, che ospita ancora la cantina. La linea produttiva, che ha sempre offerto vini di esemplare correttezza e linearità, nelle migliori annate viene esaltata dalla potenzialità di alcuni cru di considerevole livello qualitativo. L’azienda, un tempo conosciuta come Bandut, si è sempre distinta per il rispetto dei principi di sostenibilità ambientale.
FCO Pinot Grigio Ramato 2023 – Valentino Butussi
Il Pinot Grigio Ramato ’23 di Valentino Butussi è snello, gradevole e soprattutto dinamico. Valentino Butussi, il fondatore, nel 1910 tracciò il percorso seguito dapprima dal figlio Angelo e ora dalla nuova generazione composta da Tobia, Filippo e Mattia. Una conduzione familiare di alto livello fondata sul mantenimento dei valori propri della cultura contadina, sullo spirito di gruppo, su un’accurata distribuzione dei compiti e sul senso di responsabilità. Una vera perla per il comprensorio di Corno di Rosazzo. L’offerta delle etichette è molto ampia e copre ogni settore del mercato. Doppia affermazione per il Pinot Grigio, che ha raccolto i nostri migliori apprezzamenti soprattutto nella versione Ramato.
Pinot Grigio Rive Alte ’22 – Sant’Elena
Il Pinot Grigio Rive Alte ’22 di Sant’Elena profuma di fiori bianchi, pera abate, cedro e wafer al limone sotto un velo di delicate tostature e frutta secca, mentre il sorso è sapido e persistente.
Dominic Nocerino, noto importatore di vini italiani oltreoceano, nel 1977 acquisì questa storica azienda, fondata nel diciannovesimo secolo dalla famiglia Klodic, che subì diversi passaggi di proprietà con conseguenti periodi altalenanti tra notorietà ed oblio. Il rilancio di questo prestigioso marchio coincise con l’ingresso in azienda nel 2015 di Vincenzo Mercurio, cui vennero affidate sia le pratiche agronomiche che enologiche puntando al biologico certificato. Davvero superlativa la performance di tutta la gamma, con bianchi che esprimono fragranza ma anche sostanza e rossi potenti e ben calibrati.
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