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Guerra commerciale

Il mercato Usa rappresenta il 24% dell’export mondiale di vino italiano. Federvini: “Non possiamo rischiare di essere estromessi”

Da +0,90 euro/litro del Prosecco a +2,60 euro/litro per i vini rossi piemontesi: l'aumento dei prezzi apre alla concorrenza

  • 07 Aprile, 2025

Nella seconda giornata di Vinitaly a fare il punto economico delle perdite del vino italiano in Usa, a seguito dei dazi voluti da Trump, ci ha pensato Federvini, con l’evento Tra dazi e rivoluzione dei consumi: il vino a una svolta storica?. Secondo i dati elaborati dal Nomisma Wine Monitor, l’export di vino italiano verso gli Stati Uniti vale quasi due miliardi di euro l’anno, con una netta prevalenza di vini Dop. Il mercato statunitense rappresenta da solo il 24% dell’export mondiale del vino italiano.

Il peso della concorrenza dei produttori californiani

Quanto arriverebbe a costare le denominazioni italiane nel mercato a stelle e strisce con i dazi al 20%? L’aumento dei prezzi medi all’importazione dei vini Dop potrebbe variare di +0,90 euro/litro per il Prosecco e fino a +2,60 euro/litro per i vini rossi piemontesi e +2,40 euro/litro per i rossi toscani.
Secondo Wine Monitor, tenendo conto che dalla dogana allo scaffale il prezzo del vino aumenta mediamente di 4 volte (alla luce del sistema distributivo statunitense, che per legge stabilisce tre passaggi intermedi – importatore, distributore, dettagliante – prima di arrivare al consumatore) il rischio di disintermediazione del vino italiano dai canali distributivi americani è concreto. Si aggiunga a questo la concorrenza di Paesi come Cile, Australia e Argentina ma soprattutto degli stessi produttori californiani che offrono vini a prezzi più bassi.

Rischio estromissione dagli scaffali

«I dazi del 20% sui vini italiani rischiano di estrometterci dagli scaffali americani a vantaggio di altri competitor», dice senza mezzi termini la presidente Federvini Micaela Pallini, che ha firmato insieme alle altre sigle di settore un appello alle Istituzioni per avviare un dialogo multilaterale per giungere ad una sospensione delle tariffe aggiuntive.

«Il tempo delle reazioni isolate è finito – è il monito di Pallini – Serve una regia, una visione di ampio respiro. Difendere il vino oggi significa salvaguardare una delle colonne portanti della nostra economia e dell’immagine dell’Italia nel mondo».

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