Il caso di Moises Sotelo-Casas, imprenditore messicano del settore vinicolo arrestato in Oregon lo scorso 12 giugno, ha riacceso l’attenzione sull’impatto umano e culturale delle politiche statunitensi sull’immigrazione. A maggio 2025, le autorità federali dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) avevano avviato una serie di retate mirate nei territori agricoli della California, colpendo lavoratori stagionali, molti dei quali residenti da decenni negli Stati Uniti. Operazioni ufficialmente giustificate da presunti reati amministrativi o violazioni dei permessi di soggiorno, ma che hanno messo in luce la miopia della politica statunitense rispetto al contributo delle comunità ispaniche nel settore vitivinicolo.
Moises Sotelo-Casas, fondatore della Novo Start Vineyard Service, è una figura nota nel mondo della viticoltura della Willamette Valley, in Oregon. L’uomo, residente negli Stati Uniti da oltre vent’anni, è stato fermato da agenti ICE davanti a una chiesa di Newberg, mentre si dirigeva al lavoro.
«Aveva le catene ai piedi. Gli avevano tolto i lacci delle scarpe, la cintura, non aveva più l’anello né l’orologio. Gli hanno portato via tutto», ha raccontato la figlia, Alondra Sotelo-García, alla testata KGW8.
Attualmente detenuto presso il centro ICE di Tacoma (Washington), Sotelo-Casas rischia la deportazione attraverso una procedura di “rimozione accelerata”, nonostante stesse seguendo un percorso di regolarizzazione della sua posizione legale avviato sotto l’amministrazione Biden. Secondo l’ICE, sarebbe entrato illegalmente nel 2006 e avrebbe precedenti penali, ma la procura locale non ha trovato alcuna condanna a suo carico, solo alcune contravvenzioni pagate regolarmente.
Per affrontare le spese legali e familiari conseguenti all’arresto, la figlia di Sotelo-Casas ha avviato una raccolta fondi online su GoFundMe. L’iniziativa ha già superato i 98.000 dollari, avvicinandosi all’obiettivo prefissato di 125.000.
La notizia ha scosso profondamente la comunità vinicola dell’Oregon. Morgen McLaughlin, direttrice esecutiva della Willamette Valley Wineries Association, ha espresso profonda preoccupazione: «I custodi delle vigne e i membri delle cantine – molti dei quali immigrati o di origine immigrata – sono la spina dorsale del vino dell’Oregon. Contribuiscono con competenza, cura e anni di duro lavoro che hanno plasmato il successo del nostro territorio».
Le associazioni di settore – tra cui la Willamette Valley Wine Foundation, l’Oregon Wine Board e l’Oregon Winegrowers Association – stanno collaborando per fornire supporto legale, informazioni e protezione alla forza lavoro migrante, fondamentale per il funzionamento delle aziende vinicole.
«Stiamo attivando protocolli chiari per sapere come agire in caso di controlli migratori e stiamo parlando con i legislatori per tutelare dignità e sicurezza delle persone che rendono possibile questa industria», ha detto McLaughlin.
L’arresto di Sotelo-Casas ha avuto anche un effetto sulla comunità latinoamericana locale. Alla consueta messa in spagnolo della domenica, presso la stessa chiesa in cui è avvenuto l’arresto, erano presenti solo 12 adulti, nessun bambino. «C’è chi ha paura di uscire di casa, anche solo per andare al negozio» ha detto Cindra Gray, diacona della St. Michael’s Episcopal Church. «La paura è persino più forte rispetto alla prima amministrazione Trump». Nel frattempo, le voci dalla wine industry chiedono chiarezza, umanità e un sistema migratorio che tenga conto del contributo fondamentale degli operatori agricoli.
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