Lo storico sorpasso a valore del Proseccc a Dop sullo Champagne nel mercato degli Stati Uniti è avvenuto un anno fa, ma anche in questo 2025 le bollicine del Triveneto si confermano in testa alla classifica anche a valore. Nei primi 7 mesi di quest’anno, lo sparkling made in Italy ha fissato la propria quota di mercato sul totale della tipologia al 30%, contro il 28% dello Champagne. I dati, contenuti in un focus dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, diffuso in occasione di Vinitaly Usa, in programma il 5 e 6 ottobre a Chicago, con 250 espositori tra cantine e consorzi, dicono anche che le tre Dop del Prosecco (Conegliano-Valdobbiadene, Asolo Docg e Prosecco Doc) sono state protagoniste di una crescita sostenuta negli ultimi 15 anni.
Prosecco negli Usa – quote mercato gennaio-luglio 2025 rispetto a Cava, Champagne e altri spumanti
Oggi, la triade dei Prosecco Dop vale ormai il 31% dei consumi a valore di tuti i vini italiani commercializzati negli Usa. E con indici di penetrazione alti, a partire dai Millennial (27%) per finire al target femminile, con 6 consumatrici su 10. Il suo valore complessivo supera i 500 milioni di dollari, con un balzo negli ultimi 7 anni del 178 per cento. Il 2024, in particolare, ha raggiunto il record dei 531 milioni di dollari, occupando quote di mercato che, negli Usa, sono superiori alla media del vino italiano (27% contro 24 per cento).
Modalità di consumo del Prosecco negli Stati Uniti in base all’età dei consumatori
Il Prosecco Dop, come ha rilevato l’Osservatorio Uiv, è diventato un simbolo del bere accessibile negli Usa, con un valore al consumo di 2,9 miliardi di dollari l’anno e prezzi a bottiglia che in media sono vicini ai 18 euro. «Si tratta del vino italiano con l’awareness più alta, a quota 40%», ha sottolineato il responsabile Carlo Flamini. E se è vero che lo Champagne comanda ancora la graduatoria per notorietà (52%), il Prosecco ha superato i francesi nel tasso di conversione all’acquisto: la percentuale è al 31% contro il 24% dei transalpini.
Gli Stati del West e dell’East North Central hanno i più alti margini di crescita. Alta, fa sapere l’Osservatorio, la densità di user in tutta la dorsale orientale (dal New England al Mid e South Atlantic), dove si concentra oltre metà dei consumi totali. Il Prosecco Dop rappresenta a valore l’87% delle vendite di spumanti italiani negli Usa e il 25% rispetto al totale del vino italiano. Non solo. Secondo i dati elaborati per Vinitaly, la bollicina italiana intercetta i trend della mixology «con una quota altissima della presenza tra i cocktail». Secondo dati Iwsr, al calice da vino si aggiungono formati che vanno dai ready to drink ai cocktail fatti al momento, dallo spritz al mix con succhi di frutta, particolarmente apprezzato da donne e GenZ. Oltre a quella dei dazi al 15% imposti dalla presidenza di Donald Trump, la sfida è conquistare le comunità americane sempre più rilevanti anche a livello demografico, dal momento che è ancora alta la quota di consumatori tradizionali (europei-caucasici).
Adolfo Rebughini – direttore generale Veronafiere spa
«Non si può dire che in questi anni non ci siano state difficoltà extra-settore dal Covid al calo del potere d’acquisto e dei consumi, fino alla concorrenza con altre categorie di bevande – è il commento del direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini – ma il Prosecco ha dimostrato straordinaria capacità di resilienza, rafforzandosi grazie a una strategia di valorizzazione coerente e a investimenti promozionali sempre più efficaci».
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