Va avanti il progetto Prosecco Low-Alcohol, avviato nel 2024 dal Consorzio di tutela della Doc Prosecco, in collaborazione con l’Università di Padova. L’idea, di cui si è parlato nel settimanale Tre bicchieri del Gambero Rosso, in un’intervista al presidente Giancarlo Guidolin del dicembre 2024, ha coinvolto diversi enologi della filiera del Prosecco, con l’obiettivo di indagare le migliori pratiche produttive (dalla vinificazione alla spumantizzazione) per ottenere spumanti a base di uva glera con un titolo alcolometrico di 8-9% vol. e un residuo zuccherino in linea con le preferenze del mercato: brut ed extra dry, rispetto a un disciplinare della Doc che attualmente consente la produzione di Prosecco spumante a 8,5% vol. di alcol effettivo ma nella versione demi-sec.
La sperimentazione, come spiega il Consorzio, non si basa su un processo di dealcolazione, bensì su una diversa gestione delle fermentazioni, sia in fase di vinificazione che di spumantizzazione. Sono state prodotte le prime sperimentazioni in un’autoclave da 30 litri (40 bottiglie in tutto), partendo da mosti di uve glera, fermentando solo gli zuccheri naturali dell’uva, senza aggiunte esterne. I primi risultati, presentati in occasione di Vinitaly 2025, sono stati soddisfacenti: si è ottenuto uno spumante extra dry, con soli 8 gradi alcolici e circa 16 g/l di zucchero residuo.
Il profilo sensoriale del prodotto, come confermato dai produttori e da quanto emerso durante la degustazione in fiera a Verona, si distingue per spuma persistente, aromi floreali e fruttati molto netti e un’ottima sapidità al palato. Spumantizzando il mosto, si valorizza la componente aromatica dell’uva, che mantiene più a lungo la sua identità sensoriale. Altri test sono stati fatti in seguito, prevedendo in particolare delle condizioni, come l’aumento del periodo di permanenza sui lieviti (60 e 90 giorni), che possano favorire la robustezza gustativa, sul piano del volume e della rotondità al palato.
«Attualmente – fa sapere il Consorzio diretto da Luca Giavi – siamo in attesa delle produzioni 2025 per replicare quanto realizzato negli ultimi 20 mesi e, nel caso di valutazione positiva da parte della filiera, in primis Cda e Assemblea dei soci, riteniamo di poter presentare, rispettando le previsioni della normativa nazionale e comunitaria, la proposta di modifica del Disciplinare di produzione della Doc Prosecco nella prima parte del prossimo anno».
Prosecco doc e prosecco doc rosé
Dal punto di vista strategico, il progetto risponde a una trasformazione culturale già in atto nel mondo del vino. Un concetto che il presidente Guidolin ha espresso più volte. La domanda di prodotti più leggeri, più digeribili e meno impegnativi è in costante crescita, specialmente tra le nuove generazioni e i consumatori più attenti al benessere e alla moderazione. Anche le indagini condotte tra i consumatori confermano che questa tipologia non rappresenta un cosiddetto “prosecchino“, ma una nuova espressione del Prosecco Doc, concepita con rigore tecnico e apertura all’evoluzione del gusto contemporaneo.
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