Il punto di vista

"Servono vini più pronti anche in Toscana. I dealcolati? Non sono salutari". Parola dell'enologo Thomas Duclos al suo debutto in Italia

Il tecnico francese ha appena firmato un contratto di consulenza per le tre tenute del gruppo San Felice nel Chianti Classico, a Montalcino e a Bolgheri

  • 07 Luglio, 2025

Parola d’ordine «vini più pronti», anche se siamo di fronte ai Supertuscan e ai grandi classici toscani. C’è poco da discutere per Thomas Duclos, enologo che da giugno 2025 ha firmato un contratto che lo lega come consulente a San Felice, realtà vitivinicola e alberghiera toscana del Gruppo Allianz. In un’intervista al Corriere della sera, Duclos parla del futuro stilistico che attende le tre tenute (Castelnuovo Berardenga nel Chianti classico, Campogiovanni a Montalcino e Bell’Aja a Bolgheri). Un cambiamento dei vini nell’ottica di una «beva moderna e semplice per il Chianti e per la Toscana», tenendo conto degli effetti e delle sfide che impone il climate change.

Necessari vini “più giovani e leggibili”

Il presupposto resta invariato, per Duclos: mantenere alta la qualità. Ciò che cambierà saranno i vini: «In questi grandi e storici terroir c’è necessità di avere vini più pronti, più giovani rispetto al passato», ha dichiarato Duclos riferendosi al suo obiettivo per il brand con cui sta iniziando la collaborazione. Non tanto un intervento sulla longevità: «Quella resterà. Il nostro ruolo – ha dichiarato – non è trasformare i vini ma renderli leggibili più rapidamente». Una necessità dettata anche dal fatto che sia in Italia sia in Francia «sta cambiando anche il modo di bere» e si subiscono i «contraccolpi» dei mercati e della situazione geopolitica: «Per questo dico che servono vini più pronti». Ma non dealcolati, su cui Duclos si mostra deciso: «Non è vino, ma una bevanda come tante senza alcol. Con l’aggiunta di più zucchero. Quindi, non so se si possa parlare di bevanda salutare».

La sfida climatica

Nel dettaglio, a San Felice nel Chianti classico, Duclos ha colto un vigneto in ottimo stato, già a buon punto per affrontare gli effetti del cambiamento climatico. A Montalcino, ha spiegato l’enologo al Corriere della Sera, che storia e tradizione vitivinicola qui hanno un peso «anche se c’è bisogno di interventi per il global warming». A Bolgheri, la siccità si fa sentire e per questo la tenuta Bell’Aja «avrà un ruolo pilota nella gestione dell’acqua».

La carriera di Duclos

Thomas Duclos, associato dal 2011 al laboratorio Oenoteam con sede a Libourne (Francia), è una delle voci più autorevoli della nuova generazione enologica francese. Vanta collaborazioni con numerose tenute come Château Canon, Château Troplong Mondot, Franc Mayne, Beau-Séjour Bécot e Château Giscours. San Felice, di proprietà dal 1970 del Gruppo Allianz, gestisce tre aziende nel Chianti Classico (tenuta di San Felice), a Montalcino (tenuta di Campogiovanni) e a Bolgheri (tenuta di Bell’Aja). San Felice conta 685 ettari, di cui 188 ettari vitati, 60 ettari a uliveti e il resto a seminativi e boschi.

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